Il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Gianni Perrino in una nota annuncia la beffa per 300 aspiranti infermieri perchè l’Asm di Matera ha riaperto il concorso. Di seguito la nota integrale.
Sono giunte al Gruppo Consiliare del M5S Basilicata numerose segnalazioni sul concorso bandito a fine 2013 dall’Azienda Sanitaria Locale di Matera (ASM) per n. 37 posti di infermiere professionale. Nonostante il concorso risulti attualmente “fermo” e oltre 300 candidati (su 11.000 partecipanti) attendono, da oltre 7 mesi, di poter terminare le prove previste, l’ASM ha incredibilmente “riaperto” il concorso tirando fuori, a sorpresa e a pochi mesi dalla prima procedura concorsuale, altri 20 posti.
Sono proprio gli oltre 300 infermieri preselezionati i primi a poter essere danneggiati da questa “riapertura” della procedura concorsuale: di fatto, si abbassano le loro probabilità di vincere il concorso in quanto si vedranno affiancati da altre centinaia di “concorrenti” (magari anche già esclusi nella prima selezione). La domanda fondamentale degli aspiranti infermieri è: “perchè bandire un altro concorso per altre 20 unità quando c’è da terminare quello per 37 in corso? C’è da sistemare qualcuno che è stato escluso nella prima procedura?”.
La stessa ASM, con inusuale solerzia, ha cercato di buttare acqua sul fuoco e, con una nota, ha spiegato le motivazioni della strana scelta di non terminare il concorso precedente, aumentare i posti a 57 e riammettere alla selezione chi era già stato escluso: “trattandosi di posti di nuova istituzione rispetto a quelli esistenti al momento della indizione del concorso”, scrive l’ASM; e aggiunge: “per il divieto imposto dal regolamento approvato con D.P.R. n. 220 del 2001, non sarebbe stato possibile utilizzare la graduatoria del primo concorso per coprire gli ulteriori neo istituiti 20 posti”.
La versione dell’ASM non convince: molti dubbi permangono sulla decisione di duplicare la procedura concorsuale, forzando anche la vigente normativa e lo stesso D.P.R. n.220/2001 che prevede che “la graduatoria degli idonei rimane efficace per un termine di ventiquattro mesi dalla data di pubblicazione per eventuali coperture di posti per i quali il concorso e’ stato bandito ovvero di posti della stessa categoria e profilo professionale che successivamente ed entro tale termine dovessero rendersi disponibili.
Dubbi confermati anche dai giudici amministrativi che considerano la possibilità di bandire un nuovo e ulteriore concorso come ipotesi eccezionale, vista con sfavore anche dal legislatore più recente, in quanto contraria ai principi di economicità ed efficacia dell’azione amministrativa. Il Consiglio di Stato si è più volte soffermato sull’obbligo di dettagliata motivazione, necessario e indefettibile, al fine di bandire un ulteriore concorso del tutto identico a quello a cui si riferisce una graduatoria in corso di validità ma anche una procedura concorsuale ancora in atto.
Insomma, quali sono le reali motivazioni di questa improvvisa rideterminazione (da 37 a 57, +65% nell’arco di soli pochi mesi) del personale infermieristico? E’ stato rispettato l’articolato procedimento amministrativo che presidede alla programmazione del fabbisogno di personale dell’ASM Matera? C’è stata la prevista concertazione con le organizzazioni sindacali in merito alla rideterminazione del personale? Chi è o chi sono i dirigenti autori di questa proposta?
Sono tanti i quesiti, ancora senza risposta, che abbiamo posto al presidente Pittella su questa strana situazione che sembrerebbe l’ennesimo frutto avvelenato di una cultura clientelare persistente nella sanità lucana e di interessi particolari del tutto estranei al bene della collettività.
Le risposte, chiare e esaustive, vanno date soprattutto agli oltre 300 candidati che, al prezzo di gravosi sacrifici e di tanta fatica, hanno riposto tantissime aspettative in questa selezione. Ma che fino ad ora hanno ricevuto solo l’ennesima beffa. In Basilicata, il lavoro, a partire da quello pubblico, non può e non deve più correre il rischio di essere appannaggio di cacicchi locali e delle loro camarille, ma diventare finalmente sinonimo di merito, competenza e operosità, libertà e liberazione definitiva dal familismo e dal clientelismo.