Michele Petraroia della Camera del Lavoro di Melfi in una nota esprime alcune riflessioni sul futuro dell’area industriale più importante del Mezzogiorno.
Nel volgere dei prossimi giorni il Consiglio dei Ministri approverà la Proposta sul Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza e lo trasmetterà a Bruxelles per accedere ai 209 miliardi stanziati tra prestiti e finanziamenti a fondo perduto. Le Regioni dopo aver lavorato sullo schema del precedente Governo hanno avuto tempi strettissimi per selezionare i progetti e per non sbagliare hanno inviato a Roma richieste di gran lunga superiori agli stanziamenti spettanti in rapporto alla popolazione residente. Per la Basilicata i fondi del PNRR sono limitati ed è preferibile non sovrastimare le aspettative e tenere i piedi per terra. Per affrontare questioni estremamente complesse come la crisi dell’area industriale di Melfi, non basta una Delibera del Consiglio Comunale, delle interrogazioni parlamentari o una seduta straordinaria del Consiglio Regionale, specie se si continua a confondere il ruolo delle Istituzioni con le scelte di una multinazionale che opera sui mercati globali ed ha 100 stabilimenti sparsi per il Mondo. Un tema strategico come il futuro del settore dell’automotive in Italia non è materia da approcciare con approssimazione specie se il Ministro dello Sviluppo ha già chiarito in Parlamento che il Governo ritiene normale che una società privata è libera di fare le proprie scelte. Se a ciò si aggiungono le dichiarazioni dell’amministratore delegato di Stellantis a Torino del 15 aprile circa la predisposizione del Piano Industriale entro i primi mesi del 2022, è oltremodo inutile disquisire in assenza di numeri, riferimenti, progetti, volumi, investimenti o certezze. Per non rimanere inermi in quest’arco temporale bisogna capovolgere il problema in un’opportunità e affrontare tutti insieme il tema delle inefficienze esterne del Sistema Italia. <Nonostante i salari più bassi dei lavoratori italiani rispetto a quelli francesi o tedeschi, produrre un auto costa molto di più>. In questa frase di Carlos Tavares c’è l’agenda delle priorità su cui le Istituzioni Nazionali, Regionali e Locali hanno l’obbligo di adoperasi con atti concreti, misure e provvedimenti tesi ad abbattere diseconomie e far accrescere la competitività del sistema territorio. In una questione nazionale così complessa le Regioni del Centro-Sud in cui sono dislocati i principali stabilimenti Stellantis e dell’indotto, a partire da Basilicata, Puglia e Campania, hanno il dovere di porre a Mario Draghi il tema della competitività e dell’efficienza delle nostre aree industriali più significative a partire da quella più attrezzata e innovativa di Melfi.. Lo strumento dell’Accordo di Programma Quadro potrebbe coinvolgere Ministeri, Regioni, le Istituzioni Locali e tutti gli attori della logistica, trasporti, digitalizzazione, sicurezza, pubblica amministrazione, giustizia, innovazione tecnologia, ricerca scientifica, sanità, politiche attive del lavoro, fisco, distretto della meccatronica, zes, scuola e formazione continua. Parte del PNRR insieme a FSC e fondi strutturali europei 2021-2027 potrebbero finanziare questi interventi essenziali tesi a rilanciare Melfi come l’area industriale più dinamica del Mezzogiorno. Le scarne energie di cui disponiamo utilizziamole per indurre Mario Draghi, Michele Emiliano e Vincenzo De Luca a condividere questo percorso, ne va del futuro di migliaia di famiglie e siamo già in ritardo.