Fp Cgil Potenza chiede un incontro con la Regione Basilicata per discutere insieme le questioni che riguardano il piano straordinario assunzioni nella sanità. Di seguito la nota integrale.
Dare una risposta alle legittime aspettative dei tanti precari della sanità lucana. Indispensabile prevedere la proroga di tutti i contratti in scadenza e dare uno slancio ai concorsi unici regionali. Subito un incontro con la Regione Basilicata.
La legge di Bilancio 2022 ha introdotto importanti novità rispetto alle misure da adottare in favore del personale della sanità. In primis vi è la previsione di uno specifico iter per la stabilizzazione semplificata dei precari Covid, ovvero di quel personale reclutato in piena pandemia, a tempo determinato, nel sistema sanitario regionale e che ha dato il proprio contributo in un momento estremamente critico per la tutela della salute dei cittadini: la norma ha previsto la possibilità di stabilizzazione di coloro che abbiano maturato almeno 18 mesi di servizio, anche non continuativi, di cui almeno 6 mesi nel periodo intercorrente tra il 31 gennaio 2020 e il 30 giugno 2022. La legge di bilancio, inoltre, estende la possibilità di incremento (10% del differenziale del FSR più eventualmente un ulteriore 5%) del tetto di spesa al 2022 e anni seguenti e definisce la possibilità di un ulteriore incremento del 5%, legata all’obbligo di adottare la metodologia di determinazione degli standard assistenziali ospedalieri per i relativi fabbisogni di personale di cui all’intesa Stato Regioni ex Patto Salute 2019/21.
Misure importanti, fortemente caldeggiate dalla Cgil, che possono dare una risposta a legittime aspettative dei tanti precari della sanità lucana, che in questi due anni hanno garantito con il loro lavoro la tenuta di un sistema che, nonostante la cronica carenza di personale, ha retto l’onda d’urto del covid. Misure che, d’altro canto, rappresentano una concreta risposta alla carenza di personale che sta mettendo a dura prova i lavoratori, stremati da turni di lavoro massacranti che rendono difficili sostituzioni, turnazioni, ferie e malattie e che, al contempo, sta portando al collasso l’intero sistema del servizio sanitario regionale, come mostrano le lunghe liste d’attesa e il differimento di prestazioni.
Misure, tuttavia, che necessitano di un confronto con la Regione Basilicata al fine di condividere un percorso di potenziamento del sistema sanitario regionale e linee guida per le sue aziende. Se sia l’ospedale San Carlo, che l’Asp e il Crob hanno avviato le procedure di ricognizione ai fini della stabilizzazione diretta previste dalla cosiddetta legge Madia per chi ha maturato i 36 mesi di servizio, nessuna azienda ha fatto altrettanto per l’accertamento della presenza di personale che può accedere a procedure di stabilizzazione mediante selezione riservata, non limitata ai contratti di lavoro subordinato a tempo determinato, ma estesa a tutte le figure di contratti di lavoro flessibile.
Crediamo, tra l’altro, sia indifferibile prevedere la reinternalizzare dei servizi appaltati, per porre fine a un inaccettabile squilibrio di diritti e tutele tra chi svolge lo stesso lavoro, fianco a fianco, con colleghi direttamente assunti dalle strutture sanitarie, avviando procedure selettive, anche attraverso riserva di posti non superiore al 50%, per il personale da impiegare per assolvere alle funzioni reinternalizzate, prevedendo la valorizzazione del servizio prestato. Nelle more dell’espletamento delle suddette procedure, è indispensabile prevedere la proroga di tutti i contratti in scadenza e dare uno slancio ai concorsi unici regionali.
Si invitano, pertanto, l’assessore alla Salute della Regione Basilicata, Avv. Fanelli, a convocare con urgenza le organizzazioni sindacali e le direzioni strategiche delle Aziende ospedaliere e sanitarie, per discutere delle azioni da intraprendere affinché nessun lavoratore esca dal sistema, ma vengano valorizzati competenze e professionalità acquisite attraverso percorsi condivisi e uniformi, utilizzando le importanti risorse e norme a disposizione per rafforzare il sistema sanitario pubblico dopo un lungo periodo di tagli draconiani.