Pietro Simonetti (CSERES): “Per un centesimo in meno: Confindustria Basilicata a sostegno dei signori delle acque minerali, i nuovi poveri”. Di seguito la nota integrale.
L’industria delle acque minerali in Italia ha volumi di profitti e di fatturato che non hanno uguali in Europa.In Basilicata ogni hanno si producono oltre un miliardo di litri che vanno al consumo. Il 30% della produzione nazionale. Il fatturato e’facile da calcolare, i profitti anche come i contributi regionali e statali ricevuti per ristrutturazioni, ammodernamenti e via ricevendo.
In Basilicata, sono occupati, tra una cassa integrazione una ristrutturazione e per crisi finanziaria da investimenti trasferiti in altri settori, circa 400 persone. In un anno, quando le imprese pagano i canoni, la Regione dovrebbe incassare circa 800 mila euro, a fronte di 70 milioni di fatturato. L’incasso delle royaty servirebbe prevalentemente alla bonifica delle aree inquinate. Alcune sorgenti nell’area de Vulture sono particolarmente “stressate” per l’enorme prelevamento delle risorse idriche.
Recentemente in una legge di bilancio e’stata aumentata di un centesimo la royalty. Anche per dare un piccolo ristoro a Comuni che ospitano gli impianti. Confindustria nazionale ha mostrato subito il suo malcontento, non tanto per il ricarico quanto per il precedete:si paga per quando viene imbottigliato e poi venduto. Un fatto eversivo. Come se Eni e Total dovessero effettivamente dichiarare quanto si estrae di petrolio in val d’agri e manda alla raffineria.
Inizia cosi la manovra: prima un comunicato sindacale, il primo della storia che chiede di revocare un centesimo di aumento pena la disoccupazione dei 400 lavoratori. Poi la istantanea iniziativa di alcuni Consiglieri Regionali per revocare l’aumento del centesimo. Sono gli stessi che avevano proposto e approvato l’aumento.
Al tempo della fine della pandemia si rivendica più Stato per contributi, preferiti quelli a fondo perduto, rinvio di tasse, agevolazioni di ogni natura e genere. Tutto può fare tutto per ripartire.
Ripartire questa volta revocando l’aumento di un centesimo destinato alla bonifica di territori devastati e con sorgenti stressati e’la nuova politica della Confindustria di Basilicata in difesa dei nuovi poveri gli imprenditori in concessione delle acque minerali e quelli a rischio miseria del petrolio”. Un nuovo modo di intendere l’intrapresa tassando lo Stato.