Mentre lo Svimez registra un preoccupante calo del PIL in Basilicata, il quotidiano Il Tempo colloca Matera al quarto posto nei tempi di pagamento alle imprese da parte dei Comuni. Il presidente di Confapi Matera Enzo Acito evidenzia in una nota il filo conduttore che lega le dichiarazioni del presidente Pittella sul calo del PIL in Basilicata e la dichiarazione che il Comune di Matera paga le imprese più di tutti. Di seguito la nota integrale di Enzo Acito.
Esiste un filo conduttore tra le dichiarazioni del presidente Pittella sul calo del PIL in Basilicata e la dichiarazione che il Comune di Matera paga le imprese più di tutti.
Il rapporto Svimez ha fotografato, con i numeri, una situazione che gli imprenditori conoscono bene per il numero delle bruciature che contano quotidianamente sulla propria pelle, per il patto di stabilità e per la inefficienza della pubblica amministrazione le cui responsabilità si sommano e si nascondono dietro le motivazioni “ superiori” del vincolo del patto.
Il presidente Pittella non si appassiona ai numeri; forse ha ragione nel senso che i numeri sono inanimati ma i problemi delle famiglie, dei cassintegrati, dei debiti e delle ristrettezze appartengono alla sfera del genere umano e non della fredda matematica.
E condivido l’ invito del Presidente Pittella quando chiama tutti all’appello, in azione corale, per mettere al centro dell’ impegno quotidiano le misure di sostegno all’ occupazione ed alla ripresa produttiva.
Quindi appello a tutti perché ciascuno faccia il suo dovere per favorire e non frenare, sempre nel solco del rispetto della legalità, appello soprattutto alla pubblica amministrazione ed ai suoi addetti, alle donne e uomini il cui lavoro può consentire di fermare o accelerare una pratica, una autorizzazione, una risposta da cui dipende non solo la produzione di un documento cartaceo, ma la vita e la sopravvivenza di imprese, dei dipendenti, delle famiglie e la speranze di una vita dignitosa.
E proprio sulla efficienza della pubblica amministrazione e sul coinvolgimento del personale interno si può giocare la partita della ripresa, favorendo ed innescando la responsabilità del senso dello stato e delle istituzioni, del rispetto dei problemi degli altri che sono fuori e che non hanno i privilegi di chi lavora in una pubblica amministrazione.
Sembrerebbe, a questo punto, che quanto auspicato sia già in essere nel comune di Matera che, secondo articoli di stampa, paga le imprese più di tutte.
Anche in questo caso non ci appassionano i numeri anche se sono proprio i numeri che fotografano l’ efficienza della macchina amministrativa.
Non serve scomodare Trilussa con la sua statistica dei polli, ma se abbiamo deciso di dare ai numeri il valore che testimoni il funzionamento della macchina amministrativa, allora forse conviene, per amore di verità e non solo, porre al centro della valutazione anche le situazioni incancrenite che non trovano soluzioni perché non è solo la velocità di pagamento il segnale della efficienza, ma sicuramente la velocità con cui si risolvono i problemi.
La disperazione delle imprese non sempre è ascrivibile al vincolo del patto di stabilità, a volte è la diretta conseguenza di mancata volontà di assunzione di responsabilità di chi, all’ interno della pubblica amministrazione, ha il dovere di procedere e non di dilatare i tempi artificiosamente facendo venir meno il proprio impegno contrattuale, con l’ ente di appartenenza, e venendo meno, sopratutto, al senso civico di responsabilità verso la collettività che, spesso a malincuore, paga le tasse per reggere il peso ed i costi della macchina amministrativa.
Se Trilussa fosse vivo lo inviterei a scrivere un’ appendice alla sua poesia per raccontare che al comune di Matera sono bloccati, da anni, due lavori, e forse non solo due, che attendono riscontri per mancati pagamenti e per mancata assunzione di responsabilità relativamente a lavori inceppati.
Nel primo caso per lavori eseguiti nella scuola Bramante, proprio quella chiusa per rischio strutturale e la cui ricostruzione è in itinere, esiste uno stato finale di lavori del novembre 2008 ed il cui pagamento non è stato ancora liquidato. L’ impresa esecutrice ha tentato in tutti i modi di evitare una causa civile, conscia dei tempi lunghi della Giustizia civile che, sicuramente in questo caso, sarebbero stati inferiori a quelli dovuti alla paralisi che ha colpito, per il problema specifico, l’amministrazione comunale di Matera.
Né si può sottacere la condizione che l’ impresa, nel frattempo, ha minacciato azioni legali per un importo richiesto pari a tre volte la somma riconosciuta con l’ atto ufficiale dello stato finale, regolarmente sottoscritto dal direttore dei lavori e dal responsabile del procedimento. Azione legale che se dovesse riconoscere il diritto dell’ impresa sarebbe un costo che si accollerebbe la collettività per mancata capacità, e/o volontà, di assunzione di responsabilità di funzionari comunali.
Il secondo caso è ancora più emblematico del primo. I lavori per la realizzazione del parco di Serra Rifusa, con i relativi impianti sportivi, sono incagliati per un contenzioso tra impresa e Amministrazione, ormai da oltre due anni, che sono pervenuti ad una ipotesi di accordo mediante la adozione degli atti tecnici necessari. Ad aprile le parti concordano di chiedere un parere alla Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici che, per la legge n.241/90, ha 90 giorni di tempo per rispondere. La data per la risposta è scaduta ma l’ Amministrazione Comunale è ancora in attesa che l’ Autorità risponda oltre i limiti imposti dalla legge dello stato. Ed i ritardi, in questo caso, non sono ininfluenti per il rischio che venga revocato il finanziamento comunitario con le conseguenze potenziali di: restituzione delle somme dal bilancio comunale, rescissione contrattuale, contenzioso con l’ impresa, sospensione delle attività con il reiterarsi del rischio di vandalizzazione (sarebbe la terza volta che il cantiere viene abbandonato durante i lavori), danno erariale prodotto, il tutto con buona pace della statistica di Trilussa.
Sperando che il grande poeta non ci abbia ascoltato e non si sia rivoltato nella tomba come si stanno rivoltando, oggi da vivi, gli imprenditori coinvolti in queste vicende di quotidiana disfunzione.
Enzo Acito, Presidente di Confapi Matera
il fatto è che i fondi per Serra Rifusa nell’ambito delle risorse liberate sono persi perchè è scaduto davvero tutto.
I lavori potranno ricominciare ma attingendo ai fondi di sviluppo e coesione. in concreto Matera ha perso altri 3,7 meuro ma questo è il minimo perchè le opere per dirsi completate debbono essere operative.