“Il grido d’allarme del vice direttore generale della Banca d’Italia, Fabio Panetta – dall’avvio della crisi, il Pil e’ sceso di 7 punti percentuali, il numero di occupati di 600.000 unità – rafforza la tesi ampiamente diffusa in ambienti politici, economici e finanziari del Paese che la ripresa, pur in termini modesti, prevista per fine anno, è seriamente messa a rischio dalla incertezza che caratterizza il quadro politico italiano”. E’ quanto sostiene il Presidente della Seconda Commissione (Bilancio-Programmazione) Antonio Autilio per il quale “la classe politica e dirigente del Paese, come quelle della nostra regione, è attesa da scelte coraggiose e di responsabilità in grado di ridare fiducia agli operatori economici, agli imprenditori (piccoli e grandi) ed allontanare le turbolenze finanziarie sempre in agguato nell’area dell’euro. L’atteggiamento degli istituti di credito non aiuta se, come conferma Bankitalia, c’è stata un’ulteriore contrazione degli impieghi alle imprese di circa il 3%, a gennaio, sui dodici mesi precedenti. Per non parlare dei rubinetti chiusi per il credito alle famiglie che pagano il prezzo più alto in termini di diminuzione secca dei consumi. In questa situazione – continua il presidente della Seconda Commissione – le misure in discussione relative al pagamento da parte della pubblica amministrazione dei debiti nei confronti dei fornitori, con il cosiddetto primo allentamento del Patto di Stabilità, se attuate con prontezza e attraverso un iter condiviso con Regioni e Comuni, possono dare un contributo essenziale in termini di ossigeno specie per le piccole e medie imprese del Sud. Dunque il tempo dei buoni propositi per elevare la qualità della politica e del governo, sia esso nazionale che locale, sta scadendo. Del resto – aggiunge – lo studio «Bes 2013. Il benessere equo e sostenibile in Italia», elaborato da Istat e Cnel, evidenzia che «la famiglia, nei momenti critici, ma anche nello svolgimento delle normali attività quotidiane, rappresenta una rete di sostegno fondamentale, un punto di riferimento importante che — con tutti i limiti e le difficoltà imposti dalle recenti trasformazioni sociali ed economiche — sembra ancora funzionare e soddisfare in misura rilevante gli italiani». Ma – conclude Autilio – non mancano i segnali che anche la famiglia, ultimo strumento-ammortizzatore sociale, non ce la fa più ad assolvere a questo ruolo”.
Mar 23