L’ambientalista materano Pio Abiusi di Ambiente e legalità torna ad occuparsi del caso Mythen. Di seguito la nota integrale.
I lucani hanno pagato il biglietto, a dir il vero pochi si sono recati alle urne e così tra astensionismo, bianche e nulle si è superato il 60% degli aventi diritto al voto.
Dopo un discorso di circostanza la giostra ricomincia a girare ed il divertimento è sempre lo stesso. Chi va e dove? Questa volta l’elemento di novità è che gli assessori sono scesi da 6 a 4 per il resto trovare uno scranno ai residui 21 consiglieri è più facile.
I posti di sottogoverno in buona parte sono già stati occupati e ci si è messi al sicuro.
Nella consiliatura precedente il Dipartimento Ambiente ebbe una valorizzazione e nella campagna elettorale ognuno ha detto che l’ambiente è prioritario. La politica connota fortemente i dipartimenti e quello dell’ambite nella prima metà della passata consiliatura fu gestito con assunzioni clientelari a termine- tra funzionari ed addetti-, c’è bisogno di fare pulizia, di mettere dirigenti adeguati ai posti giusti di un assessore che abbia elevata professionalità e che sappia dove mettere la mani, non servono apprendisti stregoni.
Un esempio per tutti di mala gestione ambientale è quello della Mythen, ce ne eravamo dimenticati ma o volte ritornano. E’ bastata una riunione con uno zelante funzionario del dipartimento attività produttive – di sicuro con delega del novello Presidente- dei soliti sindacalisti alla ricerca di un ruolo a prescindere ed i ricordi sono andati alla fabbrica insediata nel territorio di Ferrandina.
Facciamo il punto. La società è attenzionata da una indagine della Guardia di Finanza per una evasione di circa 10 Milioni di euro, è quello che emerso; ha goduto di un finanziamento statale di circa 21 Meuro più altri 4,3 in carico alla Regione;con sua nota il MATTM il 2-12-11, a seguito di una nelle ennesime morie di pesci nel fiume Basento, ha evidenziato come tutti gli adempimenti sollecitati sin dal 2006 circa la caratterizzazione, la messa in sicurezza di emergenza, il progetto di bonifica delle acque di falda, dell’interdizione all’uso del suolo fossero rimasti lettera morta; che la Mythen ha presentato sin dal lontano 2006 istanza di A.I.A.; che Mythen , nelle more, è autorizzata ad operare con semplice Determina Dirigenziale rilasciata nel Dicembre 2010 e che ha validità per 15 anni; che Mythen è autorizzata allo scarico provvisorio rilasciato di volta in volta dall’ufficio ambiente della Provincia di Matera dei reflui nel fiume Basento, tante provvisorietà interessano normalmente gli impianti più critici esistenti in regione tipo Fenice e fino a qualche tempo fa Siderpotenza. Occorre dotare la Mythen, prima della sua eventuale entrata in funzione, di tutte le autorizzazioni occorrenti e non già di quelle “nelle more”, che i reflui siano convogliati al depuratore consortile, che le emissioni siano sottoposte a monitoraggio in continuo. Crediamo che i lucani siano stanchi di un ufficio regionale che gestisce “nelle more” . Basti ricordare che solo dopo la concessione dell’AIA a Siderpotenza si sono avuti monitoraggi più puntuali ed i loro costi risultano essere a carico dell’azienda , altrimenti sarebbero a carico della collettività, e solo così sono emerse le grosse criticità di cui si è interessata l’opinione pubblica in questi giorni . Uno stabilimento chimico- la Mythen- è ben più pericoloso e potenzialmente più nocivo di un inceneritore o di uno siderurgico.
In chiusura ricordiamo che altro impianto critico che è in esercizio “ nelle more” è la discarica di La Martella. Ce ne è di materiale per mettere le carte in regola a partire dall’Ufficio Compatibilità Ambientale del Dipartimento Ambiente.
Pio Abiusi – Ambiente e legalità
Dic 18