Impatto ambientale quasi nullo e totale assenza di residui nocivi: queste le principali caratteristiche del pirodiserbo, mezzo fisico per il controllo delle infestanti e per questo valida alternativa all’utilizzo dei diserbanti chimici.
Dal 12 al 17 maggio l’ ALSIA ha organizzato sull’intero territorio regionale sei giornate dimostrative volte a mostrare agli imprenditori agricoli l’introduzione del pirodiserbo quale tecnica alternativa al diserbo chimico per il controllo delle erbe infestanti in mote colture da reddito: frutteto, vigneto, ortive.
L’iniziativa è volta, da una parte, a sensibilizzare gli agricoltori sulle problematiche ambientali collegate alla dispersione nell’ambiente di ingenti quantitativi di prodotti chimici utilizzati in agricoltura per il controllo dalle infestanti, dall’altra a dare agli stessi imprenditori una valida e pratica alternativa al diserbo chimico.
Le pirodiserbatrici sono macchine simili a sarchiatrici, che non hanno le zappette o i denti ma montano piccoli bruciatori a GPL. Questi espongono alla fiamma i tessuti cuticolari delle piante infestanti che non bruciano ma che vengono invece “lessati”, così che le foglie e le altre parti verdi della pianta, non essendo più protetti dalla strato di cuticola, portano rapidamente la pianta a morire per disidratazione.
L’introduzione nell’azienda della tecnica del pirodiserbo nella gestione ordinaria di molte colture agricole, è cosa importante non solo per le aziende a conduzione biologica, ma anche quelle aziende che applicano l’agricoltura integrata, e più ingenerale le tecniche a basso impatto ambientale.
Ciascuna giornata dimostrativa sarà composta di due momenti:
• uno introduttivo e teorico, nel corso del quale verranno spiegate la tecnica e le modalità di esecuzione;
• l’altro pratico e dimostrativo, nel corso del quale, con l’ausilio di una macchina specifica, sarà eseguita ed illustrata la prova di pirodiserbo.
Nel corso delle prove pratiche saranno utilizzate 2 macchine, una idonea sulle colture a piede ( fruttiferi e vigna) e l’altra idonea per il trattamento in presemina o pre-trapianto delle ortive.
Sul sito Alsia il calendario dei sei incontri programmati nel mese di maggio.
Controllo delle erbe “infestanti” mediante l’utilizzo del pirodiserbo.
Questa nota non dovrebbe essere riportata nella rubrica di Agricoltura Biologica ma in altre sezioni dei nostri notiziari. L’applicazione del pirodiserbo come mezzo fisico per il controllo delle infestanti costituisce, infatti, una valida alternativa all’utilizzo dei diserbanti chimici, ovviamente vietati in biologico. L’assenza di residui nocivi e un impatto ambientale del tutto trascurabile si inseriscono perfettamente in un contesto di agricoltura (viticoltura, frutticoltura, orticoltura) sostenibile, come spesso si ama definire l’agricoltura “integrata”.
Al produttore biologico più attento cioè, in genere piace “l’erba” e per lui non esistono “erbe infestanti” ma solo “flora spontanea”, eventualmente “da gestire”. Non si tratta di una inutile precisazione lessicale; serve per evidenziare un approccio diverso alla gestione del proprio agroecosistema e della biodiversità presente in esso. Infatti è oramai conoscenza diffusa l’aiuto che molte essenze erbacee possono dare alle nostre colture, aumentandone la produttività.
Ovviamente è necessario “orientare” la biodiversità verso le essenze vegetali a noi più “funzionali”. Il caso delle leguminose è il più noto ma oramai esistono studi su piante e miscele di semi da apportare così da “rivitalizzare” i suoli. Oltre alla fissazione dell’azoto atmosferico (ricordiamo che l’aria che respiriamo è composta per il 78,08% da questo elemento e che è uno dei principali componenti dei concimi chimici che paghiamo profumatamente poiché sottoprodotti del ciclo del petrolio), con le loro radici, i loro simbionti, tra i quali le oramai notissime “micorrize”, favoriscono la circolazione dell’aria e dell’umidità, danno “struttura” al terreno e, soprattutto, mobilitano e rendono assimilabili in modo naturale gli elementi di cui le nostre colture hanno bisogno. Prove di gestione della flora spontanea con tecniche che minimizzano l’impatto sulla biodiversità sono state effettuate recentemente nel nostro metapontino, dalla sezione locale del CRA.
Vi possono essere esigenze pratiche, comunque, per cui bisogna intervenire per ridurre drasticamente la biodiversità vegetale. E’ il caso, ad esempio, dei frutteti nei primi anni d’impianto o di ortive nelle aziende destinate al “biologico industriale”; è in questi casi che la tecnica del pirodiserbo può essere utile in regime biologico.
Ma, come detto all’inizio, è molto più utile nelle aziende “convenzionali”, che negli ultimi anni anno “scoperto” il diserbo chimico e lo stanno impiegando sempre più massicciamente! Molecole di sintesi, spesso presentate come “sostenibili” o facilmente degradabili, che gli enti preposti alla salvaguardia della salute umana ed ambientale ritrovano nelle acque superficiali e sotterranee, anche a distanza di anni dal loro impiego. A tal proposito può essere utile una lettura del: “Rapporto nazionale pesticidi nelle acque: dati 2009-2010. Edizione 2013“ (se non si apre il link, copiare nella barra degli indirizzi:
http://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/rapporto-nazionale-pesticidi-nelle-acque-dati-2009-2010.-edizione-2013 ) redatto dall’ISPRA (l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).
Per ridurre l’impatto della chimica in agricoltura (anche in riferimento all’applicazione delle recenti normative sull’uso sostenibile dei pesticidi), l’ALSIA ha organizzato sull’intero territorio regionale 6 Giornate dimostrative con l’impiego di macchine per il pirodiserbo, tecnica alternativa al diserbo chimico.
Le prove saranno realizzate in varie località, nella settimana prossima, dal 12 al 17 maggio 2014 con inizio dalle ore 11 circa.