Un maggiore consumo di birra e il crescente abbinamento al “mangiare vegetale”: è la tendenza di questa “pazza” (nel senso climatico) estate che – a parere della Fiepet (l’organizzazione di categoria della Confesercenti) – proprio a causa del clima registra più presenze in pub-birrerie, bar, locali, rispetto all’estate 2013. In Italia esistono oggi tra i 4 e i 6 milioni di vegetariani e vegani. E cresce il numero di quanti scelgono, comunque, un’alimentazione a base fortemente vegetale. Di qui la riscoperta di una bevanda come la birra a bassa gradazione alcolica, con pochi ingredienti (tutti naturali, dall’acqua ai senza coloranti e OGM-free). Il desiderio di bere una buona birra, figlio di un consumo consapevole e curioso, nato dalla crescente cultura di prodotto, perché la birra è una bevanda semplice e immediata, e al tempo stesso un prodotto affascinante e naturale. Gli esercenti di pub, bar, locali in genere di somministrazione di alcolici – in Basilicata tra gli oltre 1.400 bar-pub registrati al primo trimestre 2014 circa 200 sono esclusivamente pub-birrerie – sono comunque impegnati a rafforzare, specie d’estate, l’attività di informazione e sensibilizzazione che è la migliore prevenzione. Non è la birra a creare problemi: lo “sballo” alcolico tra i giovani è causato piuttosto dall’assunzione di liquori e cocktail ed è legato a doppio filo a mode pericolose come il “binge drinking”. Per questo è necessario evitare la criminalizzazione della birra. Bisogna invece far crescere la logica di una degustazione consapevole e moderata. Ben diversa dall’uso sregolato di alcolici. Comunque – sottolinea Giuliano Paolucci, imprenditore di un pub del capoluogo, di recente inaugurazione – serve un’adeguata informazione per educare, in particolare i giovani, a un bere sano. Altrimenti si corre il pericolo di innescare una spirale negativa che porta inevitabilmente alla discriminazione della birra, che è uno dei prodotti “principe” della nostra tavola e non c’entra nulla con l’abuso di alcol lontano dai pasti dei giovanissimi, collegato alla “movida” del fine settimana. Nel mio pub – continua – utilizzo una delle ultime e più avanzate macchinette per test alcolico e tutti i ragazzi, soprattutto nelle ore notturne, sono invitati al test davanti a me e senza che paghino con la moneta da un euro necessaria al suo funzionamento. Poi insieme si consulta la tabella per verificare la propria condizione. Il rischio – evidenzia AssoBirra (l’associazione che riunisce aziende rappresentative del 98% della produzione nazionale) – è che campagne criminalizzanti e non mirate e ordinanze di divieto possano penalizzare pesantemente prodotti come la birra, che invece fa parte della nostra cultura, delle nostre tradizioni e della nostra storia. E che già vive negli ultimi vent’anni una stagione negativa sul fronte dei consumi interni. Per questo diventa indispensabile rafforzare gli interventi di prevenzione e un puntuale monitoraggio sull’uso eccessivo e disordinato di superalcolici da parte delle giovani generazioni e contemporaneamente sviluppare e incentivare politiche educative su valore della birra e sulla cultura del buon bere senza esagerazioni. Tra le idee e i progetti il coinvolgimento delle radio che parlano il linguaggio dei ragazzi e possono aiutare nella campagna di informazione “bevi responsabile”. In supporto ci sono poi i piatti freschi a base di prodotti vegetali delle nostre campagne per rafforzare la campagna alla tutela della salute a partire dal bere e mangiare.
Ago 03