Pmi, rapporto di Confindustria e Cerved: “Rischio esposizione debitoria e limitata capacità di investimenti”. Di seguito la ota integrale.
Nel periodo compreso tra il 2019 e il 2007 la Basilicata ha conosciuto una crescita del sistema delle PMI pari al 26,2 per cento, nettamente superiore alla media nazionale (6,6 per cento) e a quella del Mezzogiorno (11,8), anche se, nell’ultimo anno di rilevazione (2019-2018), c’è stata una lieve contrazione di un punto percentuale. Al 2018 risultano complessivamente 23.616 gli addetti impiegati nelle PMI, di cui il 57,9 in aziende di piccole dimensioni.
I fallimenti del 2020 delle PMI sono stati 7 con una flessione rispetto all’anno precedente del 30 per cento. Un dato fortemente condizionato dalle misure emergenziali messe in atto per mitigare gli effetti della pandemia, che hanno in parte congelato le dinamiche delle chiusure.Nel 2020 le PMI lucane fanno registrare anche un aumento del rapporto tra il debito finanziario e il capitale netto delle PMI, che torna a salire interrompendo la tendenza al miglioramento della leva finanziaria registrata negli ultimi anni, per effetto del ricorso a risorse esterne e contrazione della patrimonializzazione. E si interrompe anche il calo registrato a partire dal 2014 del rapporto tra gli oneri finanziari e MOL: un dato che si spiega come conseguenza del calo dei margini.
Per quanto riguarda l’impatto del Covid sul dato occupazionale relativo alle PMI, la Basilicata fa registrare una riduzione dell’organico pari al 7,40 per cento, in misura lievemente ridotta rispetto al dato nazione (-8,20 per cento) e del Mezzogiorno (-8,40 per cento).Più alto della media nazionale del resto del Sud è invece l’impatto del Covid sul capitale delle imprese.
E’ quanto emerge dal Rapporto Regionale PMI 2021 realizzato da Confindustria e Cerved in collaborazione con Intesa Sanpaolo che analizza le performance socio economiche-finanziarie che rientrano nella definizione europea di PMI (impiegano tra i 10 e i 249 addetti, con un giro d’affari compreso tra 2 e 50 milioni di euro).
“Si tratta di un lavoro prezioso – commenta il presidente del Comitato Piccola Industria di Confindustria Basilicata, Antonio Braia – che ci aiuta a comprendere lo stato di salute della tipologia di impresa maggiormente diffusa sul nostro territorio regionale e che, soprattutto in questo anno, rappresenta una utile cartina al tornasole per capire i reali effetti del Covid che ha determinato una crisi senza precedenti nel nostro Paese, non solo per intensità ma anche per la sua natura asimmetrica. Il sistema delle PMI sembra finora aver sostanzialmente tenuto, anche grazie alle misure emergenziali messe in campo dal Governo. Rimane però il rischio collegato alla forte esposizione debitoria e alla limitata capacità di investimento. A tal fine – ha concluso Braia – riteniamo utile ribadire le proposte a nostro avviso prioritarie in questo momento, tra le quali: proroga automatica della moratoria di legge per le PMI; conferma dell’intervento rafforzato del Fondo di Garanzia per le PMI e della ‘Garanzia Italia’ di SACE; allungamento dei tempi di restituzione del rimborso dei debiti di emergenza del 2020 dai 6 anni, attualmente previsti, fino a 15 anni; e infine l’utilizzo della leva fiscale per favorire la crescita dimensionale con interventi come la proroga del credito d’imposta per la quotazione delle PMI e lo sviluppo della finanza alternativa. Focalizzare gli effetti specifici dell’emergenza sanitaria ed economica sul nostro territorio e complessivamente nel Paese è anche un’operazione preziosa per comprendere cosa serve veramente per il rilancio del nostro tessuto produttivo e indirizzare la progettualità in vista delle grandi opportunità rese possibili dal PNRR e dalla nuova programmazione comunitaria”.
Schede Sintesi, Basilicata
- Il sistema delle PMI, 2007-2019
2007 | 2012 | 2013 | 2014 | 2015 | 2016 | 2017 | 2018 | 2019 | 2019/ | 2019/ | |
2018 | 2007 | ||||||||||
Italia | 149.932 | 143.542 | 137.046 | 136.114 | 140.362 | 148.531 | 156.754 | 158.688 | 159.787 | 0,7% | 6,6% |
Nord-Est | 38.736 | 37.602 | 35.961 | 35.659 | 36.421 | 37.894 | 39.924 | 40.372 | 40.818 | 1,1% | 5,4% |
Nord-Ovest | 50.407 | 48.966 | 47.218 | 47.655 | 49.128 | 50.574 | 53.455 | 53.907 | 53.949 | 0,1% | 7,0% |
Centro | 32.037 | 29.788 | 28.485 | 28.117 | 28.909 | 30.869 | 32.344 | 32.838 | 32.888 | 0,2% | 2,7% |
Mezzogiorno | 28.751 | 27.186 | 25.382 | 24.683 | 25.904 | 29.194 | 31.031 | 31.571 | 32.133 | 1,8% | 11,8% |
Basilicata | 690 | 721 | 659 | 654 | 742 | 829 | 860 | 880 | 871 | -1,0% | 26,2% |
Nel 2019 prosegue, sebbene a ritmi più lenti, il trend di crescita del numero di PMI che ha avuto inizio a partire dal 2015. In base agli ultimi dati demografici e di bilancio disponibili, nel 2019 il numero stimato di PMI operative nel nostro sistema produttivo ha raggiunto quota 159.787, un dato in aumento dello 0,7% rispetto al 2018 e superiore del 6,6% rispetto al 2007 (149.932).
Nell’ultimo anno la crescita del sistema di PMI è stata più sostenuta dal Mezzogiorno, che con un incremento dell’1,8% si è portato oltre le 32 mila unità (+11,8% rispetto al 2007), e dal Nord-Est, in crescita dell’1,1% rispetto al 2018 e del 5,4% rispetto al valore del 2007. Più contenuti i tassi di crescita nel Nord-Ovest (+0,1%) e nel Centro (+0,2%), in cui il numero di PMI staziona comunque su valori superiori al 2007 (rispettivamente +7,0% e +2,7%).
- Addetti impiegati nelle PMI 2018
Piccole | Medie | PMI | % Piccole | % Medie | |
Italia | 2.301.775 | 1.983.878 | 4.285.653 | 53,7% | 46,3% |
Nord-Est | 576.971 | 520.786 | 1.097.757 | 52,6% | 47,4% |
Nord-Ovest | 737.839 | 745.531 | 1.483.370 | 49,7% | 50,3% |
Centro | 484.627 | 375.145 | 859.772 | 56,4% | 43,6% |
Mezzogiorno | 502.087 | 341.845 | 843.932 | 59,5% | 40,5% |
Basilicata | 13.668 | 9.948 | 23.616 | 57,9% | 42,1% |
Le PMI italiane impiegano quasi 4,3 milioni di addetti, distribuiti per il 53,7% nelle piccole imprese e per il 46,3% nelle imprese di media dimensione.
Il Nord-Ovest è l’area che garantisce al sistema di PMI il maggior contributo occupazionale, con quasi 1,5 milioni di occupati (34,6% del totale della forza lavoro impiegata nelle PMI), seguito dal Nord-Est con 1,1 milioni di addetti (25,6%). Le PMI di Centro e Sud Italia presentano un numero minore di addetti, rispettivamente 860 mila (20,1%) e 843 mila (19,7%).
Il Nord-Ovest è l’unica area del paese in cui gli addetti impiegati nelle medie imprese (745mila) superano quelli delle piccole (737mila). Tra gli addetti delle PMI del Nord-Est, il 52,6% (576mila) lavora in imprese di piccole dimensioni, con la quota che aumenta nel Centro (56,4%) e nel Sud del Paese (59,5%).
- I fallimenti delle PMI, 2007 – 2020, valori assoluti
2007 | 2012 | 2013 | 2014 | 2015 | 2016 | 2017 | 2018 | 2019 | 2020 | Variazione | |
2020/2019 | |||||||||||
Italia | 1.157 | 2.520 | 3.156 | 3.251 | 2.566 | 2.031 | 1.633 | 1.557 | 1.759 | 1.193 | -32,2% |
Nord-Est | 263 | 560 | 789 | 768 | 625 | 457 | 360 | 315 | 387 | 265 | -31,5% |
Nord-Ovest | 377 | 872 | 1.097 | 1.102 | 835 | 696 | 551 | 530 | 587 | 414 | -29,5% |
Centro | 271 | 549 | 673 | 750 | 613 | 492 | 425 | 398 | 432 | 266 | -38,4% |
Mezzogiorno | 246 | 539 | 597 | 631 | 493 | 386 | 297 | 314 | 353 | 248 | -29,7% |
Basilicata | 6 | 10 | 4 | 13 | 12 | 4 | 5 | 5 | 10 | 7 | -30,0% |
I dati sulle chiusure di impresa nel corso del 2020 sono stati fortemente condizionati dalle misure emergenziali messe in atto per mitigare gli effetti della pandemia. In particolare, la sospensione delle attività economiche e degli uffici amministrativi, la temporanea sospensione dell’operatività dei tribunali el’introduzione di nuovi dispositivi normativi, come l’improcedibilità dei fallimenti e la moratoria straordinaria dei prestiti, hanno congelato la dinamica delle chiusure, provocando un contenimento delle procedure anche nella fase successiva al lockdown. L’effetto di queste dinamiche è stato un crollo dei fallimenti aperti dalle PMI nel corso del 2020, con 1.193 procedure registrate a fine anno, in calo del 32,2% su base annua. Il Nord-Ovest è l’area in cui si osserva il maggior numero di procedure aperte (414) e la riduzione minore su base annua (-29,5%), seguito dal Centro (266), dove invece si registra il calo dei fallimenti più netto (-38,4%), dal Nord-Est (265), in cui la discesa dei fallimenti è del 31,5%, e dal Mezzogiorno (248), che segna un calo delle procedure del 29,7%.
- Rapporto tra debiti finanziari e capitale netto delle PMI, 2007-2020, valori %
2007 | 2008 | 2009 | 2010 | 2011 | 2012 | 2013 | 2014 | 2015 | 2016 | 2017 | 2018 | 2019 | 2020 | |
Italia | 115,5% | 98,3% | 96,0% | 98,1% | 99,5% | 95,4% | 90,4% | 84,1% | 78,3% | 72,6% | 66,4% | 63,2% | 59,5% | 68,7% |
Nord-Est | 121,3% | 98,4% | 95,9% | 97,7% | 96,5% | 89,4% | 84,9% | 79,5% | 73,9% | 67,0% | 61,4% | 61,3% | 57,4% | 62,5% |
Nord-Ovest | 115,3% | 97,0% | 95,6% | 94,2% | 97,3% | 93,8% | 85,9% | 76,7% | 71,9% | 68,3% | 62,4% | 59,4% | 55,5% | 65,9% |
Centro | 143,3% | 107,5% | 106,2% | 111,0% | 112,9% | 112,3% | 104,7% | 99,0% | 88,8% | 84,9% | 75,6% | 68,4% | 64,5% | 80,2% |
Mezzogiorno | 126,7% | 108,6% | 105,7% | 110,7% | 111,8% | 110,0% | 104,0% | 97,1% | 94,1% | 82,7% | 78,5% | 71,9% | 69,2% | 76,7% |
Basilicata | 123,7% | 106,9% | 104,6% | 110,2% | 105,9% | 105,5% | 106,3% | 94,4% | 79,9% | 68,4% | 69,6% | 70,7% | 69,3% | 73,3% |
Per effetto delle dinamiche divergenti di debiti finanziari e patrimonio netto,nel 2020 si interrompe il trend di miglioramento della leva finanziaria che duravada dieci anni. L’aumento del ricorso a risorse esterne e la contrazionedella patrimonializzazione hanno portato l’incidenza dei debiti finanziari sulcapitale netto dal 59,5% del 2019 al 68,7% del 2020 (+ 9,2 punti percentuali). Ilrapporto si mantiene comunque a livelli molto più bassi rispetto a quelli antecrisi finanziaria (115% nel 2007).Il peggioramento ha riguardato in particolar modo le PMI del Centro Italia,dove il rapporto tra debiti finanziari e capitale netto è passato dal 64,5% del2019 all’80,2% nel 2020 (+15,7 punti percentuali). A seguire il Nord-Ovest conil leverage che è aumentato di 10 punti percentuali (dal 55,5% al 65,9%). NelMezzogiorno l’incremento è stato di quasi 8 punti percentuali (da 69,2% a76,7%). L’area meno colpita è il Nord-Est dove la leva è cresciuta dal 57,4% al62,5% (5,1 punti percentuali).
- Oneri finanziari e MOL delle PMI, 2007 – 2020, valori %
2007 | 2008 | 2009 | 2010 | 2011 | 2012 | 2013 | 2014 | 2015 | 2016 | 2017 | 2018 | 2019 | 2020 | |
Italia | 22,9% | 27,9% | 22,7% | 18,0% | 19,6% | 22,5% | 21,6% | 18,8% | 16,0% | 13,2% | 13,4% | 13,0% | 12,6% | 18,3% |
Nord-Est | 23,0% | 26,8% | 22,3% | 16,7% | 18,3% | 20,9% | 18,9% | 17,2% | 14,5% | 11,8% | 11,0% | 11,1% | 10,9% | 15,5% |
Nord-Ovest | 20,9% | 25,9% | 21,3% | 16,1% | 17,7% | 20,7% | 17,8% | 16,7% | 14,3% | 11,8% | 12,2% | 12,3% | 12,2% | 17,8% |
Centro | 28,1% | 33,5% | 27,2% | 23,1% | 24,4% | 29,4% | 26,4% | 21,9% | 19,0% | 15,8% | 14,3% | 15,7% | 14,6% | 22,4% |
Mezzogiorno | 31,7% | 38,2% | 29,6% | 24,7% | 28,1% | 31,6% | 28,9% | 24,5% | 20,3% | 17,1% | 15,7% | 15,3% | 14,0% | 20,0% |
Basilicata | 31,5% | 32,6% | 25,7% | 20,4% | 22,5% | 23,2% | 24,3% | 18,7% | 17,8% | 14,2% | 15,0% | 14,1% | 13,6% | 19,2% |
Il rapporto fra oneri finanziari e MOL è migliorato fino al 2019, scendendo a un minimo del 12,6%, grazie al calo del costo del debito e al graduale recupero della redditività lorda. Nel 2020 questa tendenza si è invertita, soprattutto per effetto del calo dei margini: il rapporto è aumentato in maniera consistente superando il 18%, seppur mantenendosi ancora su livelli lontani dal 2007 (22,9%).
Le aree più colpite dal rialzo dell’indice sono le PMI del Centro Italia, per le quali il rapporto tra oneri finanziari e marginalità lorda passa dal 14,6% del 2019 al 22,4% del 2020 (+7,8 punti percentuali) e il Mezzogiorno dal 14% al 20%. Significativi ma più contenuti gli aumenti nel Nord-Ovest dal 12,2% al 17,8% (5,6 punti percentuali) e nel Nord-Est che passa dal 10,9% al 15,5% (+4,6 punti percentuali).
- Impatto Covid: lavoratori persi nel settore privato 2020-2021, % sul totale della regione
Addetti 2019 | Perdita occupazionale | % riduzione organico | |
Italia | 16.134.941 | 1.330.261 | -8,20% |
Nord-Est | 3.943.618 | 321.692 | -8,20% |
Nord-Ovest | 5.102.914 | 399.173 | -7,80% |
Centro | 3.260.715 | 289.281 | -8,90% |
Mezzogiorno | 3.827.694 | 320.115 | -8,40% |
Basilicata | 127.388 | 9.490 | -7,40% |
Il Covid ha prodotto effetti fortemente asimmetrici sulle imprese, con conseguenze particolarmente rilevanti sui settori che hanno risentito in misura maggiore del lockdown e delle successive misure di distanziamento sociale. I territori per cui si prevedono impatti maggiori sono quindi quelli più esposti nei settori più colpiti dalla pandemia (ristorazione, alberghi, turismo, trasporti, sistema moda ecc.).
In base alle stime, i posti di lavoro nel sistema privato che potrebbero essere persi al termine del 2021 ammontano a 1,3 milioni, ovvero l’8,2% del totale degli addetti impiegati prima dell’emergenza (16 milioni).
- Impatto del Covid sul capitale delle imprese, perdita di immobilizzazioni 2021/2019, € mld, % sul totale
Immobilizzazioni | perdita capitale 2021 | % riduzione | |
Italia | 903,35 | 43,31 | -4,8% |
Nord-Est | 212,56 | 9,71 | -4,6% |
Nord-Ovest | 311,46 | 14,43 | -4,6% |
Centro | 218,52 | 10,72 | -4,9% |
Mezzogiorno | 160,81 | 8,45 | -5,3% |
Basilicata | 6,27 | 0,34 | -5,5% |
Gli impatti del Covid sui tassi di default e sul volume d’affari delle imprese ancora sul mercato avranno inevitabili ripercussioni anche sul capitale delle aziende, che potrebbe andare perso nel caso di società costrette ad uscire dal mercato o che potrebbe essere ridotto e adattato alla nuova scala in cui opera l’impresa. Complessivamente, a causa del Covid le imprese perderebbero 43 miliardi di euro di capitale (-4,8% su 900 miliardi complessivi). Anche per quanto riguarda le previsioni sul capitale aziendale, il Meridione risulta essere l’area più colpita dalla crisi sanitaria, con una perdita stimata intorno agli 8,4 miliardi nello (-5,3%). A seguire il Centro, con una riduzione di capitale di 10 miliardi (-4,9%). Il Nord si presenta come la macroarea meno colpita, con perdite di capitale inferiori a quelle nazionali: -4,6%.