“Alla preoccupazione per le criticità indicate dalla Svimez in questa prima fase di impegno di spesa al Sud del Pnnr deve seguire una iniziativa politico-istituzionale che coinvolga tutti i soggetti delle autonomie locali e delle imprese interessate”. Ad affermarlo è l’assessore alle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Francesco Cupparo, sottolineando che “solo in agricoltura dal Ministero Politiche Agricole sono destinati quasi 2 miliardi di euro alle regioni e ai territori del Sud , esattamente la quota del 40% che è quella riservata al Mezzogiorno, anche se per ora sulla carta e con più timori per l’effettivo mantenimento. Di fatti, dalla prima relazione del Dipartimento per le Politiche di Coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri – aggiunge Cupparo – risulta che in 15 su 28 procedure attive, per un valore complessivo di oltre 3 miliardi, non è stata disposta nessuna modalità di salvaguardia della “quota Mezzogiorno” a causa della carenza di domande ammissibili. E’ questa una situazione che non è accettabile a cui vanno individuati rimedi avvalendosi di tutti gli strumenti di cui si è dotata la governance del Pnrr, in primo luogo rafforzando le strutture tecniche di Regioni e Comuni e promuovendo i programmi di spesa tra i produttori agricoli. Non basta rivendicare il mantenimento della “quota 40%” se poi non si è grado di spenderla con efficacia e nei tempi europei.
Intanto, per l’agricoltura – continua l’assessore – non sono certo le uniche risorse finanziarie per programmare la ripresa e lo sviluppo. PNRR e PAC sono infatti strumenti strettamente interconnessi, avendo entrambi l’obiettivo di sostenere il settore agroalimentare nei prossimi anni, in un processo di rafforzamento della sostenibilità economica, ambientale e sociale delle imprese. L’Italia ha a propria disposizione fino al 2027 oltre 50 miliardi di euro per lo sviluppo e il sostegno del comparto primario. Il budget complessivo è composto da 40 miliardi di quota unionale e ulteriori 11 miliardi di cofinanziamento nazionale e regionale. Per quel che riguarda lo sviluppo rurale la dotazione totale del settennio per l’Italia è pari a 9,7 miliardi di euro a cui si aggiungono 910 milioni di euro derivanti dal Fondo Next Generation UE. Su questi programmi di spesa concentreremo l’impegno, di intesa con le organizzazioni agricole, con uno sguardo particolare ai cosiddetti extra costi provocati dalle vicende internazionali. Crea, il Consiglio per la ricerca e l’analisi dell’economia in agricoltura, arriva a calcolare extra costi per 15.700 euro per azienda, ma con differenze abissali da un comparto all’altro. E’ anche questo – conclude Cupparo – un tema prioritario da affrontare”.
Apr 08