A breve un incontro con le imprese individuate per analizzare le iniziative coerenti con i criteri di responsabilità sociale messe in atto dalle realtà imprenditoriali coinvolte nei vari comparti produttivi.
La responsabilità sociale quale base per costruire una rete tra tutti gli attori economici, sociali ed istituzionali della Val d’Agri in grado di favorire uno sviluppo locale fondato sulla condivisione e sostenibilità. E’ quanto emerso nell’incontro, tenutosi mercoledì scorso, presso la sede della Struttura di Progetto “Val d’Agri” alla presenza di istituzioni regionali e nazionali che si sono confrontate sulle varie sfaccettature di un tema che assume un peso rilevante anche nel Fondo Sociale Europeo.
Nella condivisione degli obiettivi fissati dal laboratorio sperimentale dell’Inea, finanziato dal Programma Operativo Val d’Agri Melandro Sauro Camastra, la discussione ha permesso un approfondimento della responsabilità sociale a livello nazionale, con l’intervento del direttore generale del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, Danilo Giovanni Festa, che ha illustrato le finalità del Piano di azione nazionale 2012/2014 e il lavoro attualmente in corso per la predisposizione del nuovo Piano. Gli aspetti internazionali, invece, sono stati affrontati con l’intervento di Benedetta Francesconi dirigente del ministero dello Sviluppo economico che ha esposto quanto si sta facendo nell’ambito del tavolo del Punto di Contatto Nazionale delle Linee Guida Ocse sulla responsabilità sociale.
“La responsabilità sociale d’Impresa è un concetto di fondamentale importanza per la Val d’Agri – ha commentato l’assessore regionale alle Politiche Agricole e Forestali, Michele Ottati – è necessario porre l’attenzione sui sistemi di autoregolamentazione e di coregolamentazione in tale ambito per tessere un rapporto di fiducia e trasparenza tra imprese e cittadini presenti sul territorio”.
Il progetto come illustrato dai relatori dell’Inea “punta all’accompagnamento degli attori istituzionali, economici e sociali in un percorso condiviso per la formazione di un accordo territoriale sulla responsabilità sociale. In pratica il laboratorio che si sta avviando in Val d’Agri permetterà un confronto, un dialogo e un coinvolgimento tra le imprese e i soggetti del territorio per valorizzare il profilo della responsabilità sociale già esistente”.
A seguito di quattro incontri con il partenariato locale, svolti nel mesi di luglio 2013, sono state già individuate venticinque imprese agricole locali che saranno le protagoniste dello step successivo del progetto, ovvero un incontro mirato ad analizzare le iniziative coerenti con i criteri di responsabilità sociale messe in atto dalle realtà imprenditoriali coinvolte nei vari comparti produttivi.
CSAIL: BENE PROGETTO SU RESPONSABILITA’ SOCIALE IN VAL D’AGRI, SI INVESTA ADESSO SU AGRICOLTURA DI QUALITA’
Il progetto sulla responsabilità sociale per costruire una rete tra tutti gli attori economici, sociali ed istituzionali della Val d’Agri è un ulteriore tassello del mosaico dello sviluppo della valle non più legato esclusivamente al petrolio: è il commento di Filippo Massaro, a nome del Csail-Indignati Lucani.
Le parole dell’assessore regionale Michele Ottati (“è necessario porre l’attenzione sui sistemi di autoregolamentazione e di coregolamentazione in tale ambito per tessere un rapporto di fiducia e trasparenza tra imprese e cittadini presenti sul territorio”) suonano musica alle nostre orecchie. E’ da troppo tempo – aggiunge – che rivendichiamo un cambio di rotta a 360 gradi nella strategia del P.O. Val d’Agri che con la sua attuale Cabina di Regia ha dissipato risorse ingenti con risultati inesistenti per il “popolo del petrolio”.
Per il Csail c’è un modo concreto per voltare pagina, utilizzando il Laboratorio dell’Inea che ha già individuato 25 imprese agricole locali e rilanciando un nostro vecchio e sempre attuale progetto: riscoprire che i prodotti tipici alimentari della Val d’Agri come l’ambiente rurale, il patrimonio culturale e paesaggistico sono una risorsa di gran lunga superiore al petrolio. E’ ormai ampiamente acclarato – dice Massaro – che i pozzi di petrolio e l’attività del Centro Oli di Viggiano sono un pericoloso fallimento per la nostra agricoltura di qualità. Ci sono aziende che si ostinano a produzioni biologiche, anche se distano poche centinaia di metri di distanza in linea d&rsquo ;aria dal Centro Oli, che ha danneggiato produzioni pregiate in quella che una volta si chiamava contrada “Le Vigne di Viggiano” ed oggi è un deserto di aziende agricole abbandonate. Che fine ha fatto – aggiunge il presidente del Csail – il Paniere dei Prodotti Tipici della Val Agri, con tanto di marchio pagato dall’ex Comunità Montana Alto Agri e dalla Regione con l’obiettivo di creare uno strumento di tutela dei consumatori e di salvaguardia degli agricoltori? E i bandi dei PIF (Progetti Integrati di Filiera) tanto sbandierati, nel 2010 dall’allora primo assessore all’Agricoltura Mazzocco della Giunta De Filippo. come la risoluzione di ogni problema della Val d’Agri che fine hanno fatto? Alcuni prodotti continuano ad utilizzare nelle confezioni quel marchio che per i risultati assai modesti che ha dato non corrisponde alle spese sostenute. E’ il caso di ricordare che del paniere fanno parte oltre alle mele, il Canestrato di Moliterno, i Fagioli di Sarconi, l’Olio extravergine di Montemurro, il Vino delle Terre dell’Alta Val d’Agri e poi ancora i Salumi, e i prodotti lattiero caseari tipici e di cosiddetta nicchia di mercato. Sarebbe ora – conclude Massaro – che la Regione attraverso il nuovo P.O. Val d’Agri investa di più in questo settore e in quello del turismo, adeguando la tutela delle produzioni agricole dall’aggressione delle società petrolifere. Si possono creare più posti di lavoro in agricoltura, attività di trasformazione dei prodotti, commercializzazione, agriturismo ed ospitalità ; rurale rispetto al comparto del grande “ bluff ” del petrolio”. Il Csail, in proposito, promuoverà la campagna “consuma più prodotti alimentari della Val d’Agri e meno petrolio di Viggiano”.