Gli interessati potranno partecipare all’avviso pubblico per la delocalizzazione, l’ammodernamento e la riqualificazione delle piccole e medie imprese esistenti fino al 31 marzo 2014.
Ancora un mese per le imprese che vogliono partecipare al bando per la delocalizzazione, l’ammodernamento e la riqualificazione nell’ambito dei 35 comuni appartenenti al Programma Operativo Val d’Agri Melandro Sauro Camastra. Con una delibera approvata ieri, la Giunta Regionale ha voluto prorogare i termini di scadenza del bando fino al prossimo 31 marzo permettendo ad altre imprese di accedere al bando volto a promuovere lo sviluppo competitivo e a valorizzare la produzione di beni e di servizi nei settori indicati nell’avviso.
Diverse le possibilità per le piccole e medie imprese esistenti: dall’ampliamento all’ammodernamento di un’unità locale esistente, dalla diversificazione della produzione con prodotti aggiuntivi alla trasformazione sostanziale del processo produttivo complessivo.
Nel caso l’imprenditore volesse creare un nuovo stabilimento produttivo, inoltre, l’opportunità viene estesa anche alle imprese che non sono allocate nei comuni interessati ma che ritengono opportuno delocalizzare la propria attività.
Il bando è rivolto alle imprese, regolarmente costituite e iscritte alla Camera di Commercio, attive e con unità legale in Italia da almeno sei mesi. Sono finanziabili le attività economiche incluse nella classificazione Ateco 2007 per un investimento complessivo non inferiore a 20 mila euro e un’agevolazione massima concedibile di 300 mila euro.
Dalle attività manifatturiere alle costruzioni, dalla ristorazione ai servizi di informazione e comunicazione, dalle attività artistiche, sportive e di divertimento alle altri culturali, tanti i settori ammissibili ad esclusione del commercio ambulante, dei programmi d’investimento mirati alla produzione di energia elettrica attraverso impianti alimentati da fonti rinnovabili che possono beneficiare degli incentivi e di quanto specificato nell’articolo 6 del bando. Sono agevolate le spese per progettazione e studi, quelle connesse all’investimento materiale come l’acquisto del lotto o dei macchinari, e infine quelle legate alle spese per investimenti immateriali quali brevetti, consulenze, programmi informatici e per l’acquisizione di certificazioni. Previste, infine, le premialità per le microimprese a prevalente partecipazione femminile e di giovani e per le imprese dirette all’innovazione tecnologica e commerciale, alla sostenibilità ambientale, alla sicurezza sui luoghi di lavoro e all’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
Prinzi (IDV): prima di pensare a impiego diverso royalties raggiungere obiettivi P.O. Val d’Agri
“Di fronte alla notizia di ogni proroga dei termini del bando per la delocalizzazione, l’ammodernamento e la riqualificazione nell’ambito dei 35 comuni appartenenti al Programma Operativo Val d’Agri ci poniamo puntualmente la stessa domanda: cosa è possibile fare per archiviare delusioni, amarezze ed ombre sulla gestione e i risultati insoddisfacenti sinora raggiunti specie in termini di nuova occupazione?”. E’ quanto sostiene il consigliere provinciale di Potenza Vittorio Prinzi che aggiunge: “la nuova proroga, questa volta, cade in una particolare fase del dibattito politico regionale caratterizzato da proposte di fronte opposto. C’è chi nell’impiego delle royalties vorrebbe affermare una sorta di corsia privilegiata per i comuni del comprensorio petrolifero e chi invece vorrebbe estenderlo ai comuni della Valbasento che sono il “terminale” della filiera del petrolio della Val d’Agri che passa dal Centro Oli Eni di Viggiano. E’ evidente che ci sono legittime aspettative ed attese di territori e comunità locali che vanno salvaguardate. Ma è altrettanto evidente – aggiunge Prinzi – che non si può pensare alle royalties come all’unico strumento finanziario per risolvere tutti i problemi come già accade, puntualmente, in occasione di ogni Finanziaria Regionale che “dirotta” quote consistenti di royalties nei capitoli di spesa del bilancio regionale della sanità, dell’università, del socio-assistenziale, ecc. Io ritengo che, prima di discutere di cosa fare in futuro, sia prioritario garantire il presente, vale a dire che il P.O. Val d’Agri intanto raggiunga i suoi obiettivi, mentre sono quanto meno discutibili i risultati raggiunti negli ultimi due anni dal punto di vista della creazione di posti di lavoro specie in rapporto alla spesa complessiva che si aggira intorno ai 150 milioni di euro. I Bandi specifici per l’impresa (una trentina per circa 50 milioni di euro) sono serviti più a finanziare la sopravvivenza di attività produttive, in particolare in agricoltura, che a crearne delle nuove, con ampliamento dell’occupazione, come avrebbe dovuto accadere. Ritengo inoltre che sia troppo lenta e burocratica la macchina della concertazione e soprattutto degli interventi affidati agli Enti Locali. Per cui – continua Prinzi – dopo circa dieci anni si è speso poco, vale a dire poco più della metà della somma complessiva stanziata e di questi tempi conservare in banca fondi non spesi non è proprio segno di buon governo territoriale. Per questa ragione credo che la priorità sia rappresentata, sul piano metodologico, dallo snellimento delle procedure di approvazione degli interventi e della spesa”.
“Continuo ad insistere su un punto: c’è bisogno di una programmazione comprensoriale, con l’idea-progetto di far diventare la Val d’Agri una città-comprensorio, per attuare un’efficace pianificazione territoriale per lo sviluppo economico e sociale dell’area petrolifera. L’obiettivo è piuttosto ambizioso: far crescere l’indice del Benessere Interno Lordo (Bil) piuttosto che concentrare ogni sforzo sul Pil (Prodotto Interno Lordo) mettendo al primo posto dei programmi comprensoriali di spesa la viabilità, necessaria ad incrementare i flussi di visitatori del Parco Nazionale Appennino Lucano oltre che a superare il gap infrastrutturale e di mobilità dei valligiani, le attività produttive già esistenti da supportare e quelle da promuovere, la formazione con l’attuazione dei Patti Formativi Locali”.