Almeno 1 notte fuori casa e segnando un +6,6% rispetto al 2014; Il 58,4% sceglierà il mare (rispetto al 62% del 2014), il 17% (rispetto al 12% del 2014) preferirà le città d’arte maggiori e minori, il 12,5% (rispetto al 14% del 2014) andrà in località di montagna; la spesa media pro-capite, comprensiva di viaggio, alloggio, ristorazione e divertimenti, si attesterà sui 267 Euro (rispetto ai 266€ del 2014) di cui 240 Euro (236€ nel 2014) per chi rimarrà in Italia. Sono i dati (fonte Federalberghi) che Michele Tropiano presidente Federalberghi-Ada (associazione direttore d’albergo) Basilicata cita per esprimere un’aspettativa di ottimismo anche in Basilicata per il lungo ponte del 2 giugno. Anche se non possiamo contare su pernottamenti e soggiorni in albergo che superino in media la giornata – aggiunge Tropiano – il ponte dei vacanzieri è utile per la promozione delle nostre strutture, è confortante, soprattutto per il fatto che da sempre questo ‘ponte’ rappresenta il banco di prova per l’ormai imminente stagione estiva. Per noi le brevi vacanze sono da sempre un’opportunità per consolidare il target di clienti affezionati delle regioni limitrofe (Puglia, Campania su tutte) ed accrescere le prenotazioni perchè sono loro i nostri migliori elementi di pubblicità, con il passa-parola, le esperienze dirette da raccontare e consigliare ad amici e parenti, delle ferie medio-lunghe in Basilicata. La Basilicata secondo quanto emerge dall’utile indagine realizzata dalla Fondazione “Enrico Mattei” – sottolinea Tropiano – si conferma meta del turismo enogastronomico, tra domanda ed offerta, sempre più mirato alla qualità e ad un target variegato. Ed è da qui che dobbiamo ripartire con programmi, progetti, che portino a pacchetti enogastronomici abbinati alle visite ai due Parchi nazionali (Pollino e Val d’Agri) e ai beni culturali, storici, archeologici e monumentali, per invogliare a prolungare la permanenza. Al di là delle destinazioni mature (mare: Maratea e Metapontino; arte-cultura: Matera) le aree meno frequentate – continua – possono puntare sul turismo di vicinato tutto l’anno prendendo per la gola gli ospiti. Più attenzione per interessi, richieste, bisogni dell’ecoturista che ha un’identikit preciso che coincide perfettamente con il fruitore-tipo dell’area-Parco Nazionale Val d’Agri : Alto indice di scolarizzazione (il 41 per cento ha una laurea, il 46 per cento un diploma e solo il 13 per cento un titolo inferiore); prevalentemente giovane (il 51 per cento ha meno di 30 anni, ed il 35 per cento fra i 31 ed i 60 anni); capacità di spesa media (225 euro a week end) nel 61 per cento dei casi. La “ricetta” sperimentata in oltre vent’anni di attività per reggere alla crisi è fatta di innovazione nei servizi, pacchetti di soggiorno a costi contenuti senza abbassare la qualità ricettiva e della ristorazione, oltre a “multiservizi” (eventi di ogni tipo e per ogni target).
“Se un quinto dei turisti natura continua a preferire gli hotel, in calo, tuttavia, di 3 punti in un anno, – spiega Tropeano – ci sarà pure un motivo, perché l’hotel non è più la classica stanza dove dormire e il ristorante dove mangiare magari qualcosa di tipico. Sempre di più la vacanza natura si concilia poi con il weekend o con il weekend lungo, scelto nel 42 per cento dei casi, mente la settimana di vacanza diventa sempre meno classica (13 per cento). E’ importante capire che la provenienza dei turisti natura sta mutando e quindi quali offerte innovative realizzare innanzitutto nell’organizzazione degli itinerari (culturali, naturalistici, eno-gastronomici, religiosi, neve, ecc.) perché il turismo natura si conferma un turismo a chilometro zero, con il 52,7 per cento dei visitatori che arriva dalla stessa regione, un valore in crescita negli ultimi anni anche a causa della crisi economica. L’aumento della quota regionale va a discapito della provenienza nazionale (29,7 per cento, sfiorava il 40 per cento l’anno precedente) ma non intacca l’internazionalizzazione, che si conferma ad un buon 7,6 per cento”.