Al primo posto le città d’arte e di cultura – con Matera ancora super-richiesta – ma anche tanta voglia di piccoli borghi, di sagre (da noi il tartufo di Carbone, le castagne in più centri) e buona cucina. E’ la tendenza del ponte di Ognissanti secondo le previsioni di Federalberghi.
Per Michele Tropiano, presidente di Potenza Federalberghi-Confcommercio, le aspettative sono più che positive e non solo per il nuovo “overbooking” a Matera quanto per i centri minori autentici “scrigni” di risorse ambientali e gastronomiche. Per questo ponte – aggiunge – ci sono anche novità perchè al turismo di prossimità (pugliesi, campani, laziali) si aggiungono gruppi, comitive e famiglie provenienti da regioni del Nord.
Secondo la statistica “la casa di parenti e amici sarà la scelta privilegiata per il 31,3% dei vacanzieri; a seguire l’albergo (23,3%) e, ben distanziati, il bed & breakfast (17,4%) e la casa di proprietà (10,8%). La durata media del soggiorno sarà di 3,3 notti trascorse fuori casa, contro le 3,6 del 2018. Va valutato che quest’anno vi sarà un giorno in meno di vacanza rispetto al ponte del 2018 in cui la festività cadeva di giovedì. La spesa media, comprensiva di trasporto, alloggio, cibo e divertimenti, si attesterà sui 333 euro a persona (312 euro in Italia e 536 all’estero). Un dato in lieve crescita (+2,1%) rispetto ai 326 euro del 2018. Il 59,8% degli intervistati dichiara di utilizzare i social media e la rete per decidere o quanto meno informarsi sull’offerta nelle diverse località, sui prezzi e sulle strutture di interesse. Il 53,8% degli intervistati prenota contattando direttamente la struttura (mediante il sito internet aziendale, la posta elettronica, il telefono, etc.) mentre il 36,5% si avvale dei portali.
Secondo Federalberghi “il movimento degli italiani in occasione del ponte di Ognissanti rappresenta un test importante per l’apertura della stagione invernale. Quest’anno a mettersi in viaggio saranno circa 6,7 milioni di persone (l’11% della popolazione) ed il giro di affari subirà un calo del 7 per cento rispetto al 2018. E’ indubbio che il calendario dello scorso anno fosse particolarmente incentivante, dal momento che la festività del Primo Novembre cadeva nella giornata di giovedì. Ma va comunque considerato con scrupolo il fatto che nella gran parte dei casi la rinuncia della vacanza è stata motivata da una scarsa liquidità”. Per il presidente di Federalberghi, “chi resterà in Italia si orienterà sempre più nella scelta di località d’arte, quelle cioè dotate di un ricco patrimonio monumentale e culturale. Chi invece sceglierà l’estero si concentrerà sulla grandi capitali europee”.
“Interessante è poter notare nella valutazione complessiva – sottolinea il presidente nazionale Bernabò Bocca – quanto la percentuale delle spese legate al pernottamento sia al di sotto del 20 per cento, mentre a gravare maggiormente sul budget della vacanza risultano essere le spese legate al viaggio ed al cibo. Un elemento significativo per armonizzare i ruoli degli attori in gioco in tutta la filiera del comparto turistico”.
Ott 30