Migliorare le condizioni economiche dei territori ospitanti, con conseguente aumento della domanda occupazionale, e amplificare la presenza di investitori soprattutto stranieri, spesso disorientati dinanzi a procedure amministrative macchinose, burocrazia invadente, un sistema di tassazione non competitivo: sono questi gli obiettivi delle zone economiche speciali. Di come raggiungerli, delle azioni congiunte che Stato ed enti locali dovrebbero mettere in campo per restituire allo strumento piena potenzialità adesso che, con la riforma delle autorità portuali e il d.l. “Resto al Sud”, esiste una cornice normativa, si è parlato nel convegno “Porti, retroporti e zone economiche speciali: quali opportunità per territori e imprese” che si è tenuta presso la Camera di commercio di Matera nella mattinata del 1° marzo e organizzata dall’associazione Legacoop Produzione e Servizi, in collaborazione con il Consorzio Nazionale Servizi
“Il porto, per sua natura, è una finestra sul mondo, questo è un primo elemento molto importante. Oltre alle attività portuali interne, c’è anche un aspetto legato alla piattaforma logistica, questo significa dare servizi alla produzione di merci, import ed export, servizi alle persone e al territorio”, ha sottolineato nell’introduzione Alberto Armuzzi, presidente del Consiglio di sorveglianza del Consorzio Nazionale Servizi. “Da qui il ruolo importante rappresentato, in tutto il mondo, dalle zone economiche speciali, che offrono alle imprese che intendono insediarsi opportunità di sviluppo supportate da finanziamenti pubblici e sgravi fiscali; l’importante è che le suddette aree siano individuate in ambito portuale o nelle immediate vicinanze”. “Questa è certamente un’opportunità fondamentale alla crescita dell’impresa e del territorio. Tuttavia – ha rimarcato Armuzzi – ci sono due ordini di problemi tuttora irrisolti, che pesano sul Paese: manca infatti una politica strategica industriale da cui discenda una politica strategica infrastrutturale. Oggi è necessario, se non doveroso, che il Paese agisca per giocarsi al meglio la carta della competizione.”
All’interno dell’iniziativa, presieduta da Innocenzo Guidotti, presidente di Legacoop Basilicata, ha avuto luogo una tavola rotonda a cui hanno preso parte Aldo Berlinguer, curatore del libro “Porti, retroporti e zone economiche speciali”, e i presidenti delle Autorità di sistema portuale Andrea Annunziata (Mare di Sicilia orientale), Ugo Patroni Griffi (Mare Adriatico meridionale) e Sergio Prete (Mar Ionio). Proprio il commento ai contenuti del volume edito da Giappichelli, che contiene una panoramica delle dinamiche internazionali delle zone ad economia liberale e uno spaccato della situazione di porti e retroporti, ha offerto gli spunti per un’ampia riflessione a cui hanno offerto il proprio contributo, tra gli altri, Adriano Giannola (presidente Svimez), Alessandro Colombo (Consorzio nazionale Servizi), Pasquale Lorusso (presidente di Confindustria Basilicata), Ernesto Somma (responsabile Funzione incentivi e innovazione per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo di imprese di Invitalia).
“Le Zes sono la vera e concreta opportunità di rilancio del Paese, in primis del Mezzogiorno, sia come piattaforme logistiche, sia come aree di lavorazione per la manifattura finale e anche per l’agroalimentare. Se venissero qui azionate in un quadro ampio di sviluppo, che prescinda dalle logiche di parte per guardare a un interesse davvero globale, il Sud Italia potrebbe sì assolvere a una funzione baricentrica per l’intero Mediterraneo, aprendosi ai nuovi mercati e addensando di servizi innovativi la sua posizione strategica”, ha dichiarato nelle conclusioni Paolo Laguardia, responsabile Mezzogiorno dell’associazione nazionale Produzione e Servizi. “In una dinamica di incentivazione dei processi produttivi, di alimentazione dell’intrapresa laddove l’apparato burocratico rappresenta spesso un tappo costrittivo, fornirebbero competitività al Paese e, automaticamente, determinerebbero non solo una riqualificazione urbana dei porti, ma anche una migliore infrastrutturazione dell’intero territorio su cui insistono”.
La fotogallery del convegno (foto www.SassiLive.it)
Venerdì 1 marzo presso la Camera di Commercio di Matera si è tenuto un importante convegno organizzato dalla Legacoop. Dopo i saluti del Sen.Giampaolo D’Andrea Assessore Comune di Matera e la relazione introduttiva del neo presidente di Basilicata Innocenzo Guidotti si è svolta una partecipata tavola rotonda coordinata da Alberto Armuzzi presidente del Consorzio Nazionale Servizi di Bologna co-organizzatore dell’incontro con le Autorità di sistema portuale dei mari del sud più importanti, quelle della Sicilia Occidentale , del Mar Adriatico e del Mar Jonio. L’occasione è stata data dalla presentazione del libro curato da Aldo Berlinguer “Porti Interporti e zone economiche speciali” che ha rappresentato l’incipit per fornire un aggiornamento sullo stato di attuazione in Italia e al Sud della riforma portuale e delle Zes. Dagli interventi dei presidenti è emersa sostanzialmente una visione ottimistica. Sia Annunziata che Prete hanno sottolineato l’importanza e la centralità strategica dei Porti e della retroportualità e della competitività del Mezzogiorno d’Italia che sta suscitando a livello internazionale molto interesse. In particolare Patroni Griffi ha fatto il punto sull’attuazione della legge sulle Zes che prevedono un dimezzamento dei tempi di autorizzazione generiche e una riduzione di un terzo di quelle ambientali. Infatti il fattore più richiesto dalle imprese è la velocizzazione e la certezza dei tempi della burocrazia. Quello delle Zes deve rappresentare anche per l’Italia un New Deal per superare una burocrazia difensiva e attuare una sperimentazione per essere meno “bizantini” e inutilmente farraginosi e snellire i processi autorizzativi senza rinunciare però alla tutela dei diritti soggettivi e collettivi. Sarà importante per il comitato di gestione nel quale è stato richiesto che il Governatore della Regione sia monocraticamente rappresentato, di essere in grado di selezionare gli investitori ai quali fornire un kit localizzativo appetibile coinvolgendo gli enti delle Zes oltre che con le esenzioni Irap più appetibili del credito di imposta per le start up che spetta alle Regioni, con la riduzione e certezza dei tempi di rilascio dei piani di costruzione o delle varianti di destinazione d’uso o di altre autorizzazioni ambientali provinciali di area vasta.
Sono seguiti gli interventi istituzionali programmati: Le Zes sono uno strumento di integrazione e connessione del porto con il restroporto e con le imprese che va assolutamente realizzato ha detto il presidente di Confindustria Lorusso. E’ necessario dare un secondo motore all’Italia verso la nuova frontiera rappresentata dal Mediterraneo ha affermato il Presidente dello Svimez Giannola, e per fare ciò e’ necessario saper governare tali processi di sviluppo. Non ha omesso il presidente di esprimere la preoccupazione per la richiesta di autonomia rinforzata che rischia di marginalizzare il sud e di far diventare il nord una colonia della Germania e della Francia. Ernesto Somma di Invitalia ha sottolineato che le infrastrutture che servono alle Zeshanno priorità di finanziamento e che il Contratto Istituzionale di sviluppo può essere lo strumento giusto per rendere i processi più efficienti, efficaci e redditizi.
E’seguito un dibattito da parte dei rappresentanti dal mondo associativo: Nicoletti per la Cgil; Di Stefano della Cia; l’ On Vico dell’Associazione ZES Lucana che spera che la ZES Taranto-Basilicata, presentata nel mese di settembre 2018, ma non ancora istituita, veda presto la luce, posto che le incongruenze presenti nel piano di sviluppo lucano non sufficientemente integrato con quello pugliese, pare siano state superate; De Meo dell’ Ucid. Tutti hanno sottolineato nelle loro riflessioni la necessità di collaborare con la cabina di regia e con i comitati di gestione delle Zes per rapportarsi al territorio da parte della grande industria, del settore agroalimentare, del settore dei servizi e delle piccole e medie imprese e dei professionisti.
Ha concluso i lavori Paolo Laguardia neo responsabile Mezzogiorno Legacoop.