La notizia dell’intesa Algeria-Cina per la costruzione di un mega porto in Algeria (6 miliardi di dollari di investimento) che metterebbe fuori gioco non solo l’asse Turchia-Italia-Tunisia ma il porto di Taranto, struttura nevralgica per la ZES Jonica e per gli scambi commerciali nel Mediterraneo, non ha colto di sorpresa il presidente della Camera di Commercio ItalAfrica Alfredo Cestari che da tempo ha messo in guardia Governi di Europa e del nostro Paese contro i programmi geo-politici-economici di Pechino.
Da una ricognizione effettuata dalla Camera di commercio ItalAfrica Centrale, con oltre 143 miliardi di dollari impiegati in oltre 3.000 progetti, la Cina si conferma, anche nell’anno 2019, il paese che ha effettuato più investimenti nel continente africano. Nello stesso anno da parte dell’Italia il volume degli investimenti è stato pari a 4 miliardi di dollari su 20 progetti complessivi messi in campo. Se si guarda l’ammontare degli investimenti dei paesi membri dell’Unione Europea la cifra oscilla tra i 200 e i 220 miliardi di dollari: il paese maggiormente impegnato è risultato essere la Gran Bretagna (nel 2019 ancora membro UE) con 55 miliardi di dollari, seguita dalla Francia (49 miliardi) e dalla Germania (44). Da notare anche l’impegno sviluppato in Africa soprattutto, dalla Turchia (17 miliardi), la cui presenza si fa sentire in modo sempre più massiccio. E sempre per la Turchia si registra la forte espansione in Libia , primo partner commerciale prima della guerra civile (14 mld di scambi contro i 4,5 mld dell’italia). “Sono numeri – spiega Cestari – che dimostrano che mentre Europa e Italia tergiversano e non decidono i cinesi e i turchi fanno fatti. Certamente il porto di Taranto e con esso il sud Italia che pensiamo noi e’ completamente diverso da quello che si prefigura. Avrebbe certamente maggiore considerazione se le risposte del governo con i distinguo necessari e l’indipendenza da tutti , su questi accordi diventerebbe il primo ad entrarci come paese di prossimita’ geografica e come ruolo europeo. La verità è che nonostante l’Africa è un paese che offre straordinarie opportunità di investimento, l’Europa rischia di farsi estromettere dal mercato delle concessioni governative e delle commodity se non saprà competere con i grandi player globali sempre più presenti nel continente africano, e oltre alla Cina e alla Turchia non dimentichiamo l’India. Va dunque costruita una strategia in tal senso, in cui il Mezzogiorno italiano potrebbe svolgere un ruolo strategico di hub logistico del fronte meridionale dell’Unione Europea, coerentemente con il progetto Sud Polo Magnetico lanciato dalla CdC ItalAfrica centrale”.
«La Camera di commercio ItalAfrica Centrale – continua il Presidente Cestari – sta attivando tutti i canali indispensabili per avviare un tavolo di confronto con questi Paesi che veda protagoniste le imprese del Sud con il sostegno e il coordinamento dei ministeri del sud, dello sviluppo economico, del turismo e degli esteri. L’obiettivo è quello di orientare una cospicua fetta dei 100 miliardi per la cooperazione rafforzata tra Unione Europea e Africa verso i rapporti tra il Mezzogiorno d’Italia e i paesi dell’Africa centrale». «Si è deciso di intervenire guardando al sud del mondo affinché si mettano sul tavolo risorse economiche, competenze e sinergie. È necessario farsi trovare pronti in vista della ripresa dei mercati internazionali per creare nuove opportunità di sviluppo e investimento per le aziende italiane in grado di creare valore sull’altra sponda del Mediterraneo in particolare nei settori dell’agroalimentare, la siderurgia, l’energia, il turismo con reciproci vantaggi».
Cestari ne ha pure per gli amministratori regionali. “Sarebbe utile che anche gli amministratori delle Regioni Basilicata e Puglia, la classe dirigente e politica delle due regioni dedicassero più tempo e impegno ai temi della cooperazione internazionale per affrontare con adeguata metodologia e visione l’importante fase di gestione che deriva dal Recovery Fund e dalla programmazione comunitaria 2020-2026. In Basilicata la precedente giunta aveva coniato lo slogan “regione aperta”, l’attuale parla di “regione attrattiva” ma a parte le chiacchiere, non vedo progetti concreti. Se non si investe in infrastrutture fondamentali, quali strade, interporto, aeroporto, piattaforma logistica – afferma Cestari – in una strategia che dia continuità a Matera 2019 su tutto il territorio regionale proiettandola nel mondo, proprio come facciamo noi in Africa, Brasile e in Europa, e affrontando tutti i suoi aspetti, dal turismo ai servizi e al tessuto di pmi, il rischio è di sprecare le ultime opportunità che arriveranno in Basilicata, in Puglia e in tutto il Sud dall’Europa e che anche sul porto di Taranto sventolerà la bandiera cinese”.