Riceviamo la nota di Confapi Matera che contiene alcune precisazioni sull’incendio che ha colpito la Raro di Matera a seguito dell’interrogazione del Consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, Antonio Materdomini. Di seguito la nota integrale.
L’interrogazione rivolta dal consigliere comunale Materdomini al sindaco di Matera De Ruggieri sull’incendio che ha distrutto il capannone dell’azienda Raro richiede alcune doverose precisazioni a tutela dell’azienda associata e nell’interesse pubblico della cittadinanza.
Confapi Matera precisa che, al di là dell’aspetto politico che in questa sede non rileva, dagli accertamenti effettuati dagli organi competenti non risultano all’Associazione problemi ambientali che riguardino eventuali emissioni in atmosfera, né rischi per la sicurezza dei cittadini e degli imprenditori che popolano l’area Paip della città.
Non è corretto dire che “non esistono procedure messe in atto per la bonifica e la messa in sicurezza dell’area”, atteso che l’azienda Raro ha ricevuto un’ordinanza sindacale che detta tempi e modi per la demolizione e la messa in sicurezza dell’opificio. Esiste dunque un piano di sicurezza e un’attività già partita con affidamenti a ditte specializzate.
Fatte queste puntualizzazioni, Confapi Matera invita chiunque a non speculare sulla tragedia che ha colpito la Raro, gli imprenditori, i lavoratori e loro famiglie, perché in questo momento la lotta politica deve lasciare il passo alla solidarietà e alla collaborazione, nell’interesse dell’azienda e dei cittadini.
L’Associazione assicura che la Raro sta facendo ogni sforzo utile per garantire la continuità dell’attività a tutela dell’azienda e dei suoi lavoratori.
Di seguito il testo dell’interrogazione presentata dal consigliere comunale Antonio Materdomini sull’incendio dell’azienda Raro al sindaco di Matera, già pubblicato dal nostro portale di informazione.
Sono passati più di quindici giorni dal tragico evento che ha visto l’opificio industriale della Raro andare in fiamme e il M5S ha presentato interrogazione al sindaco per fare chiarezza su quanto accaduto.
“Il nostro auspicio” dichiara il consigliere pentastellato Antonio Materdomini “è che per i dipendenti e per l’azienda questo sia solo un incidente di percorso, sperando che si possa tornare al più presto alla normalità salvaguardando i posti di lavoro”.
Non possiamo non evidenziare come in questi giorni il grande assente sia stato, ancora una volta, il sindaco, colui che avrebbe dovuto rappresentare, al contrario, la massima autorità in materia di tutela della salute pubblica cittadina.
Le preoccupazioni e le sollecitazioni da parte dei cittadini non sono certo mancate, probabilmente, però, De Ruggieri era talmente occupato a barcamenarsi tra le correnti interne al Consiglio Comunale, da sottovalutare gli obblighi connessi al suo ruolo sanciti da decreti legislativi in materia di protezione civile.
Già dal giorno in cui si è verificato il tragico evento la gestione dell’ordine pubblico e la comunicazione istituzionale con la popolazione residente è stata assente o quantomeno inadeguata.
Ci sono giunte voci di allarme e preoccupazione dell’intera cittadinanza riguardo la salubrità dell’aria, la possibile presenza di cemento-amianto nel tetto dell’opificio crollato e sul pericolo strutturale di un capannone non ancora messo in sicurezza.
Non si ha ancora notizia sulle tempistiche, sulla natura e sull’esito delle rilevazioni ambientali da parte degli enti intervenuti.
Non si ha notizia nemmeno riguardo la possibilità da parte dei cittadini residenti nell’area P.A.I.P. e dell’intera zona nord della città di poter vivere la quotidianità senza particolari precauzioni o restrizioni per non incorrere in problemi di salute.
Al momento non si conoscono ancora le procedure messe in atto per la bonifica e la messa in sicurezza dell’area o, più banalmente, non esistono.
La città e la comunità meriterebbero maggiore considerazione, andando oltre la definizione di un agglomerato di “abitanti culturali”.
La straordinarietà di alcuni eventi di questi giorni (vedasi anche eventi alluvionali) richiederebbero una riflessione approfondita e un’opera attenta di prevenzione. La nostra percezione è invece che le risposte siano state approssimative e insufficienti, proprio per la mancanza di programmazione e per la carenza di attenzione nei confronti di eventi di questo genere, che pare essere rivolta esclusivamente all’evento del 2019.
Attendiamo risposte ufficiali ai quesiti posti nella nostra interrogazione.
Questi quesiti vengono direttamente dai cittadini nel tentativo di portare uno stimolo positivo affinché problemi di questa natura non si ripresentino in futuro.
Nella fotogallery l’incendio della Raro (foto www.SassiLive.it)
In un clima di collaborazione e premesso che io l’accesso non lo faccio perchè è giusto che ci si muova con le proprie gambe, di seguito un fax-simile di richiesta di accesso
—————————————————————————————————–
protocollo@pec.arpab.it
–
Dr.Edmondo Iannicelli
Direttore Generale
Arpab
Potenza
Oggetto: Accesso civico di cui al d.lgs 33/2013 e s.m.i.ai sensi dall’art.5 comma 2- c.d. accesso
generalizzato agli atti rivenienti dal monitoraggio compiuto da codesta agenzia in
occasione dell’incendio divampato nel capannone dell’azienda RARO in area Paip 1 di
Matera
In data…..nella zona Paip 1 di Matera e divampato un violento incendio che ha distrutto, purtroppo, il capannone dell’azienda Raro.
Arpab è intervenuta con la sua squadra di pronta disponibilità ed ha provveduto ad effettuare i monitoraggi d’uso in tale circostanza. Si chiede di ottenere la documentazione prodotta in formato elettronico ed inviarla al seguente indirizzo PEC…….
con l’occasione, in attesa del riscontro previsto, si porgono distinti saluti.
Data e firma
Secondo me quando prodotto Arpab potrebbe pubblicarlo sul suo sito, esistono gli estremi, ed in tal caso l’accesso diviene semplice e non generalizzato.
In caso diverso Confapi potrebbe pubblicarli autonomamente
Premetto che Arpab dovrebbe aver già inviato tale documentazione almeno al Comune ed alla Prefettura se non anche ad altri enti.
Abituiamoci a rispettare le procedure che la legge stessa prevede e come per incanto le chiacchiere finiscono d’incanto.
In un clima di collaborazione e premesso che io l’accesso non lo faccio perchè è giusto che ci si muova con le proprie gambe, di seguito un fax-simile di richiesta di accesso
—————————————————————————————————–
protocollo@pec.arpab.it
–
Dr.Edmondo Iannicelli
Direttore Generale
Arpab
Potenza
Oggetto: Accesso civico di cui al d.lgs 33/2013 e s.m.i.ai sensi dall’art.5 comma 2- c.d. accesso
generalizzato agli atti rivenienti dal monitoraggio compiuto da codesta agenzia in
occasione dell’incendio divampato nel capannone dell’azienda RARO in area Paip 1 di
Matera
In data…..nella zona Paip 1 di Matera e divampato un violento incendio che ha distrutto, purtroppo, il capannone dell’azienda Raro.
Arpab è intervenuta con la sua squadra di pronta disponibilità ed ha provveduto ad effettuare i monitoraggi d’uso in tale circostanza. Si chiede di ottenere la documentazione prodotta in formato elettronico ed inviarla al seguente indirizzo PEC…….
con l’occasione, in attesa del riscontro previsto, si porgono distinti saluti.
Data e firma
Secondo me quando prodotto Arpab potrebbe pubblicarlo sul suo sito, esistono gli estremi, ed in tal caso l’accesso diviene semplice e non generalizzato.
In caso diverso Confapi potrebbe pubblicarli autonomamente
Premetto che Arpab dovrebbe aver già inviato tale documentazione almeno al Comune ed alla Prefettura se non anche ad altri enti.
Abituiamoci a rispettare le procedure che la legge stessa prevede e come per incanto le chiacchiere finiscono d’incanto.