“Profonda soddisfazione” per la manifestazione Olivarum che, giunta alla sua XVII edizione, è diventata un appuntamento annuale atteso ed apprezzato dagli imprenditori del settore olivicolo lucano, è stata espressa dal presidente di OPROL Paolo Colonna in occasione della visita al Museo dell’Olio di Colobraro e dell’incontro con Giusi D’Oronzio per parlare di olio Lucano tra ricerca, innovazione, cultura e tradizione.
Tra i produttori di oli valutati quali eccellenze dal Comitato di Assaggio e dal Panel Regionale 6 sono associati ad OPROL: Carriero Filomena Montescaglioso; Fontana dei Santi Albano; Giusy D’Oronzo Museo Dell’olio Colobraro; La maiatica di Angelo Valluzzi San Mauro Forte; Tenuta Golfi frantoio oleario grassanese Grassano: Fratelli Telesca Pietragalla.
“Gli ottimi risultati – aggiunge Colonna – rafforzano la nostra azione nel sostenere che qualità e genuinità sono la prerogativa per mantenere vivo il rapporto con il consumatore conquistando nuove quote di mercato e ci spinge a lavorare su processi di valorizzazione e comunicazione dell’olio lucano, sull’aggregazione, la ricerca e il sostegno a pratiche sostenibili capaci di coniugare innovazione e tradizione, mantenendo viva l’autenticità del nostro territorio, puntando anche sul turismo dell’olio e la multifunzionalità dei nostri uliveti e delle nostre aziende”.
L’Oprol conta circa 3000 soci, di cui circa 2000 in provincia di Potenza e circa 1000 in provincia di Matera, e oltre 2.200 oliveti. La filiera è costituita dai soci olivicoltori, da 4 centri di raccolta olive situati a Lavello, Montescaglioso, Grassano e Ferrandina, da 4 tecnici agronomi presenti su tutto il territorio regionale, da 7 frantoi che producono olio extra vergine di oliva e commercializzano direttamente al consumatore finale, e da una rete commerciale indiretta che commercializza sempre direttamente al consumatore finale e quindi alle famiglie, in Italia e all’estero. La media aziendale è di 1,4 ettari.
Per Colonna “un esempio di Turismo Rurale integrato è il Museo dell’Olio di Colobraro, dove le attività proposte hanno l’obiettivo di promuovere la corretta cultura dell’olio extra vergine di oliva ma inevitabilmente promuovono il centro storico, la storia e la cultura popolare”.
Il Museo dell’olio di Colobraro, risalente alla fine dell’800, si trova all’interno di un antico frantoio appartenente alla famiglia Gialdino. Di tipo tradizionale e discontinuo con un sistema di estrazione a pressione, custodisce una serie di macchinari che costituiscono preziose testimonianze di un mondo agricolo in estinzione: la “molazza” a tre macine in pietra, il torchio a vite e la pressa idraulica (entrambi con fiscoli), ziri, giare, strumenti di peso e di misura, vari utensili e suppellettili. Vengono proposte varie attività: visite guidate museali, degustazione di prodotti tipici lucani, visite e laboratori didattici da parte delle scuole, vendita di olio evo e assaggi di olio in purezza accompagnati da una lezione sulle proprietà organolettiche dell’olio extra vergine di oliva.