Le «Zes» nei mesi scorsi sono state oggetto di una lunga trattativa con Bruxelles per valutare criteri e benefici per queste aree circoscritte e con una particolare vocazione produttiva e di apertura ai mercati internazionali, nelle quali con una combinazione di incentivi (fiscali e normativi) si può creare un contesto più favorevole agli investimenti. È stato lo stesso ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno De Vincenti a dichiararlo a Matera all’incontro sul «Mezzogiorno protagonista: missione possibile» che è stato chiuso dall’intervento del Capo del Governo Paolo Gentiloni. Quello che è importante è che le Zes siano “coordinate da un soggetto gestore in rappresentanza dell’ Amministrazione centrale, della Regione interessata e della relativa Autorità portuale, al fine di consentire una progettualità integrata di sviluppo della ZES.La Regione Puglia si è già mossa costituendo un gruppo di lavoro, adesso tocca alla Regione Basilicata anche perché «Le ZES saranno attivate su richiesta delle regioni meridionali interessate previo adeguato progetto di sviluppo, e queste ultime saranno pienamente coinvolte nel loro processo di istituzione e nella loro governance».Le procedure di semplificazione introdotte dall’esecutivo si innestano nello snellimento delle procedure autorizzative per accelerare la realizzazione delle opere previste nei Patti di sviluppo con le regioni del Mezzogiorno. Questa semplificazione delle procedure riguarda maggiormente le aree interessate da Contratti istituzionali di sviluppo (CIS) al fine di rendere già operativi i finanziamenti comunitari, come indicato nel decreto-legge. La sollecitazione a creare anche a Matera un gruppo di lavoro per lo studio della Zes in Basilicata ed a Matera in particolare è venuta dal dibattito scaturito dalla presentazione a Matera del libro di Maurizio D’Amico, esperto in diritto dell’Unione Europea e Segretario generale dell’Advisory Board della Federazione Mondiale delle Zone Franche e delle Zone Economiche Speciali. L’incontro è stato moderato dal giornalista Gianpiero De Meo.
Smart, innovazione, ecosostenibilità e sicurezza. Sono questi i pilastri sui quali si fonda il libro di D’Amico dedicato alle Zone Economiche Speciali. D’Amico ha parlato di ZES e della loro maggiore capacità di catalizzare investimenti diretti esteri grazie alla concessione di agevolazioni fiscali, finanziarie, amministrative ed infrastrutturali e si sono rivelate un efficace strumento di accelerazione economica, rispetto al modello classico di zona franca doganale, risultando più attraenti per la business community. Il nuovo modo di concepire lo sviluppo economico ed il rapporto della business community con la società si concilia con il nuovo approccio al concetto di ZES, quale è quello proposto da D’Amico che ha visto nelle Zes un altro ruolo ad esse attribuibile che può essere quello di una sorta di laboratorio istituzionale, per verificare se le politiche adottate al loro interno nei settori commerciale, finanziario ed imprenditoriale possano essere successivamente estese all’intero territorio nazionale. L’introduzione di questi formidabili strumenti di accelerazione economica in Italia, cambierebbe il ruolo del Paese nel Mediterraneo: non più solo «porta dell’Europa» ma fulcro e volano dell’economia euro-mediterranea. Particolarmente interessante il dibattito scaturito al termine dell’intervento di D’Amico, che ha coinvolto il collaboratore dello staff del sindaco di Matera, Antonio Nicoletti, l’avvocato Pierluigi Diso, i consiglieri comunali Rossella Rubino e Angelo Lapolla, l’imprenditore Raffaele Braia e l’imprenditrice Paola Saraceno e due rappresentanti dell’associazione ZES di Taranto, Marcello Carone e Valerio Lupo.
La fotogallery dell’incontro con Maurizio D’Amico