Il Desk di promozione istituito presso Palazzo Italia Bucarest, “finestra sui Balcani”, è stato presentato dal Sindaco Fernando Scattone e dal Presidente Giovanni Baldantoni, agli imprenditori, agli Acheruntini e a rappresentanti istituzionali. La presentazione è avvenuta in occasione della cerimonia di conferimento del riconoscimento di “Attività storica della città di Acerenza” ad attività commerciali ed artigianali alla presenza dell’assessore regionale Roberto Cifarelli e del presidente di Confartigianato Antonio Miele.
Dal Presidente Baldantoni le congratulazioni al Sindaco ed alla Giunta Comunale , per la lodevole iniziativa della certificazione di Attività Storiche, ma soprattutto agli artigiani e commercianti premiati e quanti non emigrano ma continuano a credere nell’attività imprenditoriale locale.
Il Desk Acerenza, servizio gratuito che mettiamo a disposizione – ha detto Baldantoni – sara’ un’ occasione per promuovere il Borgo Attrattore che deve essere una destinazione turistica , favorendo inoltre la promozione delle tipicità storiche, culturali ,produttive che mediante l’ufficio di Bucarest proiettato nei Balcani potranno internazionalizzarsi . L’iniziativa di Palazzo Italia coinvolge oltre Acerenza, per ora Sant’Angelo Le Fratte, Vietri di Potenza, Picerno ma contatti sono in corso per coinvolgerne altri. Il nostro obiettivo – ha precisato Baldantoni – non è certo quello di alimentare nuova emigrazione quanto piuttosto di aiutare piccole e medie imprese lucane ad esportare e ad entrare nei mercati esteri.
“La storia delle botteghe e delle attività – sottolinea il Sindaco di Acerenza, Fernando Scattone – è quasi sempre la storia delle famiglie che con impegno e costanza, ma anche con fatica nei momenti economici più bui, hanno creato e condotto attività produttive ed artigianali, tramandandone la passione alle generazioni successive e contribuendo alla ricchezza ed alla prosperità del territorio. Attraverso queste attività commerciali è possibile immaginare la quotidianità acheruntina in periodi diversi e, attraverso la piccola storia, ricordarsi di quella più grande”.