La Filiale di Potenza della Banca d’Italia ha presentato nel corso di una conferenza stampa i contenuti del rapporto annuale “L’economia della Basilicata”, redatto dal locale Nucleo per la Ricerca Economica.
Di seguito il report integrale diffuso da Giancarlo Fasano, Direttore Filiale di Potenza Banca d’Italia.
L’economia in Basilicata, report integrale
Nel 2017 l’attività economica in Basilicata è cresciuta in misura modesta, sostenuta soprattutto dal positivo andamento dell’industria e, in minore misura, dei servizi. I finanziamenti bancari hanno continuato a crescere; l’aumento si è esteso,dopo cinque anni di calo, alle imprese di minore dimensione.
Le imprese
Per il complesso dell’industria in senso stretto il valore aggiunto è aumentatodell’1,6%, sostenuto dalsettore estrattivo. Le produzioni di petrolio e gas sonoinfatticresciutedi circa il 30%.Il manifatturiero ha registrato una flessione delle vendite, riconducibile soprattutto al comparto autoveicoli.Il calo ha riguardato le imprese di grandi dimensioni; quelle più piccole hanno invece registrato un incremento.Gli investimenti sono cresciuti, coerentemente con le previsioni formulate dalle imprese a inizio anno. Nelle aspettative delle imprese fatturato e investimenti dovrebbero crescerenell’anno in corso.
Il settore delle costruzioni ha ristagnato. Il valore aggiunto, dopo il calo dei 3 anni precedenti, è rimasto stabile (0,2%).Il comparto residenziale ha beneficiatodellieve aumento delle transazioni, mentre quellodelle opere pubbliche continua a risentiredella riduzione degli importidei bandi di gara, che secondo ilCresme si sono ridotti nel 2017 dioltre la metà.
L’attività nei servizi ha continuato a crescere(1,3%).Nel comparto del turismo si è registrato un incremento delle presenze (6,5%); nella città di Matera, che ha accolto oltre un terzo dei turisti arrivati in regione, l’aumento è risultatopiù intenso (9,4%).
Il valore aggiunto del settore agricolo, che rappresenta circa il 5% del totale regionale, si è ridottodel 3,8%.Il calo della produzione ha riguardato tutte le principali colture regionali.
Le esportazioni regionali sono diminuite(-13,3%) prevalentemente per effetto dell’automotive(-18,5%), che rappresenta l’80% circa dell’export regionale.L’andamento delle vendite all’estero è risultato in controtendenza rispetto al dato nazionalecon riferimento sia alle vendite complessive siaa quelle dell’automotive. Nel 1° trimestre del 2018 le esportazioni sono tornate a crescere (6,5%).
La produttività delle imprese lucane
La produttività totale dei fattori (TFP) delle società di capitali manifatturiere lucane è cresciuta in media negli anni pre-crisi (2004 07), è rimasta stabile durante la recessione (2008 2013), e ha poi ripreso a crescere nel biennio più recente (2014 15), in connessione anche con una dinamica dell’accumulazione di capitale nel comparto automotive particolarmente sostenuta. L’andamento evidenziato durante la recessione è la risultante del contributo negativo della produttività delle imprese sempre presenti nei periodi esaminati (impresepersistenti)e di quello positivo della demografia. La TFP media delle imprese manifatturiere lucane resta inferiore al resto del Paese.
Le famiglie
Nel 2017 l’occupazione si è ridotta del 2,2%, a fronte di una crescita dell’1,2%sia nel Mezzogiorno sia in Italia. Si è pertanto interrottala ripresa del triennioprecedente, che aveva permesso un progressivo riavvicinamento ai livellioccupazionali del picco pre-crisi del 2008. Nel 1° trimestre del 2018 l’occupazione ha ripreso a crescere (1,6%).
Nel 2017 il calo ha interessatosia i dipendenti sia gli autonomi.Il tasso di occupazione è sceso al 49,5% (dal 50,3), mentre tra i laureatiè rimasto sostanzialmente stabile
La domanda di capitale umano delle imprese
In Basilicata nella media delquinquennio 2012-16 le assunzioni programmate di personale laureato hanno rappresentato il 9,3 % del totale, una quota inferiore di 2,4 e 6,4 punti rispetto al Mezzogiorno e all’Italia. La minore propensione ad assumere personale con un elevato livello di capitale umano rispetto all’Italia ha riguardato tutte le classi dimensionali e settori. Anche relativamente alle assunzioni di professioni ad elevata qualifica, emerge un divario negativo con la media nazionale e con il Mezzogiorno.
Depurando i dati da fattori relativi alla composizione settoriale e dimensionale delle imprese lucane, il divario con la media nazionale permane, pur riducendosi.
al 68,9%,circa 10 punti in meno rispetto al dato nazionale. Sul divario con l’Italia influisce la domanda di lavoro da parte delle imprese lucane, meno orientata verso i lavoratori con una elevata dotazione di capitale umano.
Nell’ultimo decennio si è registrato un progressivo invecchiamento della forza lavoro regionale. Nel 2017 gli individui con oltre 45 anni ne rappresentavano quasi la metà, circa 11 punti percentuali in più rispetto al 2008; di contro, la quota di individui fino a 34 anni si è ridotta di quasi 7 punti. La ricomposizione della forza lavoro non è interamente determinata da fenomeni demografici, dall’allungamento dell’età lavorativa e dai flussi migratori, che in regione interessano in misura consistente i giovani e i più istruiti. Essa è infatti riconducibile anche alla minore propensione dei giovani rispetto al passato a partecipare al mercato del lavoro.
Capitale umano e mobilità in Basilicata
Nel 2016 l’incidenza dei laureati in Basilicata era pari all’11,7% (13,6 nella media nazionale). Tra il 2006 e il 2016 la quota dei laureati residenti in Basilicata è aumentata di 3,7 punti percentuali mostrando, pur in presenza di significativi flussi migratori in uscita, un andamento comparabile a quello medio nazionale (3,9 punti). In assenza dei flussi migratori la crescita della quota dei laureati in regione sarebbe stata superiore di circa 1,5 punti percentuali. Nel decennio le emigrazioni nette dalla Basilicata sono quantificabili complessivamente in circa 7.000 laureati, quasi 15 ogni cento residenti con lo stesso titolo. Essa è in larga parte ascrivibile ai movimenti verso le aree del Centro Nord e solo in misura contenuta verso l’estero. I Sistemi locali del lavoro (SLL) non urbani della regione risultano essere caratterizzati da una quota di laureati inferiore e da migrazioni più consistenti rispetto alla media della regione.
Nel 2017 la riduzione della forza lavoro, più intensa rispetto a quella dell’occupazione, ha determinato un calo del tasso di disoccupazione, sceso al 12,8% (dal 13,3 del 2016).La disoccupazione giovanile (fino a 34 anni) è invece aumentata di circa mezzo punto, portandosi al 26,5%.
I prestiti
Nel 2017è proseguita l’espansione dei prestiti bancari (2,8%). L’incremento è proseguito ad un ritmo analogo nel 1° trimestre dell’anno in corso.
I finanziamenti bancari alle imprese sono aumentati (2,5%); la crescita si è estesaalle imprese piccole (0,8%), in calo dal 2012, e si è rafforzata nei confronti di quelle medio-grandi (3,2%). La maggiore richiesta è riconducibile al finanziamento di investimenti e capitale circolante.I tassi di interesse alle imprese hanno continuato a ridursi su tutte le scadenze.
Nel 2017 i prestiti erogati da banche e società finanziarie alle famiglielucanesono aumentati del4,0% (4,3% se si considerano solo quelli bancari): l’aumento ha riguardato sia il credito al consumo (6,8%) sia imutui per l’acquisto di abitazioni (4,1%). Le nuove erogazionidi mutui, al netto di surroghe e sostituzioni, seppur in calo del 3,1% rispetto al 2016, sono risultate comunque superiori ai rimborsi.
I prestiti deteriorati
Nel 2017 è proseguito il miglioramento della qualità del credito. Il tasso di deterioramento (flusso dei nuovi prestiti deterioratisul totale dei crediti)è diminuito di circa mezzo punto,al 2,5%,valore inferiore al Mezzogiorno, ma più elevato della media nazionale. Anche lo stock di prestiti deteriorati si è ridotto: a fine anno, al lordo delle rettifiche di valore, era sceso al 20% dei prestiti complessivi, dal 24,4% del 2016. Le sole sofferenze rappresentavano circa il 14% del totale dei prestiti (17,7% nel 2016). Il tasso di copertura dei prestiti deteriorati e quello relativo ai soli crediti in sofferenza si sono attestatirispettivamente al 58,1% e al 68,7%, valori stabili rispetto all’anno precedente ed in linea con quelli pre-crisi.
La raccolta
Nel 2017 la dinamica espansiva dei depositi detenuti da famiglie e imprese ha continuato a rallentare (1,7%, dal 2,6 dell’anno precedente),risentendo soprattutto l’andamentodei depositi in conto corrente (5,7% nel 2017 dall’8,6 del 2016). I depositi a risparmio hanno invece registrato un’ulteriore riduzione. Il valore complessivo delle obbligazioni emesse dalle banche e sottoscritte da famiglie e imprese lucane si è ridotto di oltre un terzo.
L’uscita dei prestiti in sofferenza dai bilanci delle banche
Nel 2017 si è intensificato il processo di riduzione delle sofferenze accumulate durante la lunga crisi, anche grazie alle operazioni di cessione e agli stralci dei crediti deteriorati dai bilanci bancari. In Basilicata l’ammontare delle cessioni è stato pari al 23,8% dello stock delle sofferenze lorde all’inizio dell’anno, a fronte dell’11,7% nel 2016. Anche gli stralci delle posizioni in sofferenza per cui le perdite sono giudicate definitive sono cresciuti: l’incidenza di tali cancellazioni dai bilanci sulle sofferenze lorde in essere all’inizio del periodo è salita dal 4,7% del 2016 al 16,5%.