Bloccato in mattinata dai lavoratori con un presidio promosso dal sindacato Usb lo stabilimento di Natuzzi ubicato a Jesce 2 sulla strada Santeramo-Matera. “Il presidio, si legge in una nota diffusa dal sindacato Usb – continuerà ad oltranza fino a quando la Natuzzi non ritirerà le procedure di licenziamento collettivo avviate”.
Felice Dileo, rappresentante del Coordinamento USB-LP Natuzzi Spa: “Natuzzi e il sadismo antioperaio”. Di seguito la nota integrale.
L’azienda Natuzzi Spa, ossia chi fino a pochi anni fa si autodefiniva “una grande famiglia” e, più di recente, propagandava slogan del tipo “non lasceremo a casa nessuno” continua imperterrita nella volontà di voler mettere in mezzo ad una strada circa 350 famiglie del territorio murgiano. Eppure ha a sua disposizione la possibilità di estendere il Contratto di Solidarietà agli attuali cassintegrati e prendere tempo in attesa dell’elaborazione di un piano industriale degno di questo nome.
Naturalmente, se pensa che saranno i lavoratori a cedere per primi si sbaglia di grosso. Infatti, dalle ore 14:30 di oggi (11/10) le maestranze hanno bloccato lo stabilimento di Jesce 2, l’opificio ubicato sulla strada Santeramo in Colle-Matera e manterranno il presidio h24/24 sino a quando l’industria Santermana non avrà ritirato i licenziamenti collettivi.
A tal proposito, l’Unione Sindacale di Base domani (12/10) chiederà formalmente al Ministero del Lavoro, al Ministero dello Sviluppo Economico e alla Natuzzi Spa di organizzare un urgente vertice in sede ministeriale per ricercare le modalità per scongiurare i licenziamenti.
L’Unione Sindacale di Base, infine chiede a tutti i rappresentanti istituzionali di prendere posizione in merito e adoperarsi affinché i 350 lavoratori siano reitegrati nelle produzioni della Natuzzi Spa.
Felice Dileo, rappresentante del Coordinamento USB-LP Natuzzi Spa:
Si è conclusa con un nulla di fatto la trattativa tra la Natuzzi e i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil per evitare il licenziamento di oltre 300 lavoratori, attualmente in cassa integrazione, a partire dal prossimo 14 ottobre. Non è stato trovato l’accordo oggi nell’incontro conclusivo alla Direzione provinciale del lavoro di Taranto. L’azienda in una nota sottolinea che “Grazie all’incremento dell’incentivo per tutti coloro che hanno accettato di aderire alla procedura di mobilità volontaria entro il 7 ottobre scorso gli esuberi residui si sono ridotti da 355 a 300”. I sindacati sostengono invece che l’azienda “ha comunicato la sua improrogabile decisione di licenziare i 330 dipendenti in cigs e di non voler utilizzare alcuna forma di ammortizzatore sociale”.
Per mercoledì mattina alle 10, dinanzi ai cancelli della fabbrica a Santeramo in contrada Jazzitiello, i sindacati hanno indetto un’assemblea pubblica per decidere un programma di scioperi in tutti gli stabilimenti del gruppo.
Di seguito la nota del Gruppo Natuzzi sull’incontro conclusivo con le Organizzazioni Sindacali per la procedura di mobilità aperta lo scorso 26 luglio:
In nessuno degli Accordi siglati al Mise, l’azienda si è mai impegnata a riassorbire nell’attuale organico del polo Italia i collaboratori in esubero Tutti gli accordi sottoscritti con le Organizzazioni Sindacali hanno sempre dichiarato, senza equivoci, che i collaboratori in regime di Cassa Integrazione sono da considerarsi esuberi strutturali e che la loro ricollocazione sarebbe avvenuta all’interno di società terze, esterne a Natuzzi.
Nell’incontro di oggi Natuzzi ha comunicato che – grazie all’incremento dell’incentivo per tutti coloro che hanno accettato di aderire alla procedura di mobilità volontaria entro il 7 ottobre 2016 – gli esuberi residui si sono ridotti da 355 a 300.
Natuzzi ribadisce la propria disponibilità alla costituzione di un New.co. a cui affidare le commesse della trasformazione del poliuretano per le imbottiture di divani e poltrone. Il Piano prevede l’utilizzo del sito produttivo di Ginosa e l’impiego a regime di circa 100 collaboratori.
Il Gruppo è fortemente impegnato a consolidare e mettere in sicurezza il lavoro di 2.000 collaboratori che oggi lavorano in regime di Solidarietà, continuando il trasferimento negli stabilimenti italiani di quella parte di produzione destinata all’est.
La fotogallery del presidio dei lavoratori Natuzzi (foto www.SassiLive.it)