La prima erogazione delle risorse europee destinate all’Italia dal piano Next GenerationEu (il cui strumento finanziario è il Recovery Fund) contribuirà ad accelerare i programmi di efficienza energetica. E’ la valutazione del Centro di assistenza e consulenza tecnico-professionale (Gruppo Cestari) in funzione a Moliterno rivolto oltre ai proprietari di casa, ai Comuni ed Enti Pubblici, imprese. il Gruppo – che ha cantieri aperti o in fase di apertura a Como, Milano, Padova, Chieti, Roma, Napoli, Salerno, Montesano Sulla Marcellana, Catanzaro, Firenze, Avellino, Moliterno e in Basilicata, – da tempo sollecita l’accelerazione attraverso lo snellimento burocratico, che è l’ostacolo principale.
Tra i 51 obiettivi del Pnrr per il 2021 – ricorda la nota – le “case green” rivestono una centralità. Per l’efficienza energetica sono disponibili 1,1 miliardi per Ecobonus e Sismabonus. In alcuni casi il Governo ha scelto una strada in discesa inserendo nel Pnrr progetti già in via di realizzazione come l’efficientamento energetico dei Comuni, bloccati da anni per mancanza di soldi, burocrazia
Condividiamo le considerazioni del commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni – dice l’ing. Alfredo Cestari – perché NextGenerationEu rappresenta un’opportunità storica per investire nella forza dell’Italia. Il prefinanziamento è un primo passo concreto per avviare gli investimenti che l’Italia si è impegnata a realizzare: un sistema di mobilità più verde e più sostenibile, un aumento delle energie rinnovabili, la digitalizzazione delle imprese, la diffusione del 5G e della banda ultralarga, una pubblica amministrazione più efficiente e un contesto imprenditoriale più attraente e competitivo. Tutte queste misure e molte altre contenute nel piano italiano renderanno il paese più moderno e creeranno nuove opportunità. Soprattutto lo snellimento delle procedure burocratiche – afferma Cestari – è una priorità attesa da troppo tempo. Sul cammino delle energie rinnovabili c’è un ostacolo più grande degli altri. Si chiama burocrazia. E in particolare se messe di fronte all’iter delle procedure, a pagare un prezzo più alto rispetto ad altre fonti pulite è l’eolico che, negli ultimi otto anni, ha visto scendere del 76% in numero di autorizzazioni. Cinque le principali “criticità e cause del rallentamento”: lentezza del rilascio delle autorizzazioni, troppa discrezionalità per le procedure di Valutazione di impatto ambientale (Via), blocco da parte delle sovrintendenze, disomogeneità tra norme regionali e nazionali, contenziosi tra istituzioni. A oggi ci vogliono oltre 5 anni rispetto ai 6 mesi previsti dalla normativa. L’auspicio – dice Cestari – è di aver compiuto un nuovo passo avanti perché non vorremmo che adesso che i soldi sono arrivati gli ostacoli per spenderli non vengano rimossi.