È Scanzano Jonico, comune sciolto per infiltrazioni mafiose e attualmente commissariato, la piazza scelta da Cgil, Cisl e Uil Basilicata per celebrare il primo maggio. Al centro dell’iniziativa, promossa questa mattina in va Tommaso Morlino, i temi della pace, della legalità, della buona occupazione e della solidarietà. “La scelta di Scanzano – spiegano i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Basilicata, Angelo Summa, Vincenzo Cavallo e Vincenzo Tortorelli – è parte integrante del rinnovato impegno sindacale per la legalità contro la criminalità organizzata che, così come denunciato dal recente rapporto della Dia, in quest’area della regione è maggiormente presente, condizionando le vite di imprese e lavoratori”.
Per Cgil, Cisl, Uil Basilicata il primo maggio è “l’occasione per riprendere la mobilitazione dei lavoratori e delle lavoratrici lanciata a Potenza con la manifestazione unitaria del 4 dicembre dello scorso anno, rimettendo al centro la proposta di un Patto per il lavoro e per il rilancio dopo la crisi, da cui ripartire per costruire insieme la Basilicata di domani”.
In vista delle risorse del Pnrr e alla luce della grave crisi energetica e dei comparti industriali, tra i quali l’automotive, “che richiede una nuova gestione delle fonti energetiche locali, ancora più strategiche – affermano Summa, Cavallo e Tortorelli – per le note vicende legate al confitto in Ucraina”, i sindacati chiedono alla giunta regionale “discontinuità, responsabilità e coesione, insieme a misure che incentivino la buona occupazione e l’equità sociale, superando la precarietà e mettendo al centro i giovani”. Dalla piazza del primo maggio l’appello di Cgil, Cisl e Uil a “dare con urgenza risposte ai cittadini lucani che vivono un grande disagio sociale e garantire la piena tutela della salute”.
Primo Maggio, Summa (Cgil): “Il tempo della mobilitazione non è più rinviabile. Chiediamo a gran voce un cambio di passo. Sono a rischio migliaia di posti di lavoro in Basilicata e il movimento sindacale non starà a guardare questo spettacolo indegno del governo regionale ripiegato su stesso e sulla mera gestione del potere”. Di seguito la nota integrale.
“Il tempo della mobilitazione non è più rinviabile. Chiediamo a gran voce un cambio di passo al governo regionale. Sono a rischio migliaia di posti di lavoro in Basilicata, occorre dare una risposta subito. Il movimento sindacale non starà a guardare questo spettacolo indegno del governo regionale ripiegato su stesso e sulla mera gestione del potere. Il punto è uno soltanto: o si è in grado di governare o diversamente si prenda atto della propria incapacità e si liberi la Basilicata da questacondizione di immobilismo”. È il messaggio lanciato dal palco del primo maggio, a Scanzano Jonico, dal segretario generale della Cgil Basilicata, Angelo Summa. “In Basilicata – ha detto Summa – migliaia di famiglie sono già in povertà e molte altre rischiano di diventarlo per effetto dell’instabilità economica causata dagli effetti della guerra e dal caro energia e tale situazione non è più accettabile se si considera che la Basilicata, a oggi, ha a disposizione consistenti risorse finanziarie derivanti dalle royalties del petrolio il cui prezzo del barile è più che raddoppiato”.
Ciò nonostante “dopo mesi di annunci, di richiami al confronto e alla responsabilità da parte dell’attuale governo regionale – ha denunciato il leader della Cgil lucana – continuiamo ad assistere a una pericolosa deriva antidemocratica dell’amministrazione regionale, a nessun confronto sulle azioni di rilancio della nostra regione. A tre anni dall’insediamento del governo Bardi non è stata ancora attuata alcuna riforma concreta a sostegno dei cittadini e del territorio. E il tutto in un momento storico di grandi opportunità finanziarie per la nostra regione: dal Pnrr al nuovo ciclo di programmazione 21-27, dalle royalties del petrolio alle tanto annunciate ingenti risorse maturate al 31 dicembre 2021 per le compensazioni ambientali, che dovrebbero offrire da subito un’occasione di sostegno alle famiglie e alle fasce più deboli e di ripresa del nostro sistema socio economico”. In proposito Summa ha evidenziato che “nonostante i nuovi accordi Total ed Eni tanto decantati dall’attuale governo regionale, la Basilicata non ha ancora beneficiato né di investimenti per favorire la transizione ecologica, né di interventi nel campo della ricerca per l’energia alternativa, nè tantomeno di interventi a favore dell’occupazione, a tutela dei redditi più bassi o per migliorare i servizi del welfare”.
Per il segretario della Cgil lucana è assolutamente necessario “ripristinare il confronto e la rappresentanza, riattivare il dialogo tra Regione, parti sociali, enti locali e territori.Le opportunità sono tante e le occasioni da cogliere non possono essere sprecate. Non ce ne saranno altre. La sfida per il rilancio della nostra regione sarà quella di riuscire a coniugare investimenti e riforme in progetti programmati con un metodo e con scelte strategiche di assoluta coerenza e di chiaro intento produttivo e sociale”.
Da qui la richiesta al governo regionale di “accogliere le proposte che arrivano dalle rappresentanze territoriali per indirizzare le risorse provenienti dalle compensazioni ambientali, dalle royalties e dal nuovo ciclo di programmazione per abbattere le spese dei consumi delle famiglie in povertà energetica, sostenere le famiglie con i redditi più bassi, creare occupazione e abbattere la precarietà, che è il problema dei problemi in una regione con elevato spopolamento. Migliorare i servizi del welfare, rilanciare settori produttivi in crisi, garantire investimenti sul territorio regionale finalizzati ad accompagnare il processo di decarbonizzazione e di transizione ecologica promuovendo le comunità energetiche e favorendo filiere di energie alternative. E poi investire nella sicurezza sul lavoro, perché non è accettabile assistere a questo stillicidio giornaliero”. In sintesi,“basta risorse distribuite a pioggia – ha esplicitato Summa -. Occorre concentrare energie e investimenti in pochi ma efficaci interventi strategici in grado effettivamente di determinare ricadute positive sul territorio regionale in termini di aumento del Pil e della sostenibilità ambientale oltre che in termini di riduzione della disoccupazione, dello spopolamento e di miglioramento della qualità della vita ma soprattutto, azioni in grado di evitare che tanti nostri giovani continuino a lasciare la nostra regione in mancanza di prospettive concrete”.
Sulla scelta di Scanzano Jonico come piazza del primo maggio quale simbolo di una legalità necessaria e da tutelare in Basilicata, Summa ha ricordato “l’importante progetto della Città della pace di Scanzano Jonico, punto di riferimento di chi entra nelle maglie delle agromafie e dello sfruttamento. Non comprendiamo la ragione per quale la giunta regionale da mesi tenga bloccata la delibera – ha detto-. Va completato con urgenza l’iter amministrativo, anche in vista dell’arrivo dei braccianti stranieri nelle campagne del Metapontino, vittime del caporalato, dove da sempre in Basilicata si annidano le maglie delle organizzazioni criminali”.
Infine, l’appello alla pace: “Ribadiamo la necessità urgente di un intervento deciso da parte delle istituzioni europee e mondiali affinché si lavori per tornare ai tavoli diplomatici e promuovere altre vie di risoluzione dei conflitti”.
Primo Maggio, Cavallo (Cisl): “Patto sociale subito, politica non ha più alibi”
Il segretario generale della Cisl Basilicata, Vincenzo Cavallo, aprendo il comizio del Primo Maggio a Scanzano ha usato parole forti contro la politica regionale: “I prossimi saranno mesi decisivi per disegnare il futuro strategico della nostra regione e serve una politica autorevole in grado di essere interlocutore affidabile nei confronti del governo nazionale e di confrontarsi con le forze economiche e sociali con una visione aperta e plurale della democrazia. L’invito che mi sento di rivolgere a tutti i partiti, e in modo particolare ai partiti che hanno ricevuto dal popolo sovrano il compito di governare questa regione, è di lavorare per il bene comune dei lucani. La nostra proposta di patto sociale è l’unica strada percorribile per riportare la buona politica nel cuore della società lucana. Ora non ci sono più alibi. Non daremo più alibi a chi non si dimostrerà all’altezza delle sfide che ci attendono e a chi non rispetta la sacralità dei luoghi della democrazia. Se non siete capaci – ha tuonato il leader della Cisl dal palco di Scanzano – fatevi da parte per il bene della Basilicata e dei lucani”.
Primo Maggio, Tortorelli (Uil): i “messaggi” alla politica, alle istituzioni, alla società lucana
Un messaggio alla politica, di avere rispetto della Costituzione, dei lavoratori e delle lavoratrici. Lo facciamo con ancora più forza ed autorevolezza dopo le ultime rilevazioni sul calo di fiducia dei cittadini nella politica e nelle istituzioni. Una sfiducia destinata purtroppo a crescere a seguito delle vicende politiche che si consumano da troppo tempo nel Palazzo della Regione. Siamo consapevoli di essere il baluardo di democrazia e partecipazione e questo ci carica di ulteriore responsabilità, quella responsabilità che altri dimostrano di non avere. Ma la pazienza ha un limite! Si faccia presto perché la Regione deve dotarsi di un bilancio effettivo e non provvisorio e fare scelte importanti per il Pnrr, il superamento dell’emergenza sociale, della povertà, del gap infrastrutturale, reali condizioni di benessere delle nostre famiglie.
Siamo ritornati in piazza per rivendicare il lavoro e attenzione sui temi della sicurezza. La Basilicata si colloca in ‘Zona rossa’ con un’incidenza di morti ed incidenti sul lavoro maggiore del 25% rispetto alla media nazionale. C’è una questione che non è solo dei lavoratori e delle lavoratrici, è una questione che riguarda la necessità di fare insieme una battaglia per la legalità.
Lo diciamo proprio da Scanzano che volutamente abbiamo scelto per ribadire il nostro impegno nella lotta all’illegalità e alla criminalità che – ci avvertono i magistrati della Dia – qui nel Metapontino è un pericolo ancora presente. C’è un paese, una regione, ci sono famiglie che non tollerano più. Siamo stanchi di questa illegalità diffusa! Per rendere attrattiva la nostra regione anche e soprattutto verso i grandi investimenti produttivi abbiamo bisogno di un rispetto profondo delle leggi, negli appalti e nel buon funzionamento della pubblica amministrazione. Un ambiente locale pulito, moralmente elevato, per garantire solo così prospettive future alle generazioni con un’immagine e una reputazione di grande prestigio.
Abbiamo proposto con il Patto del lavoro i progetti e gli interventi di valorizzazione delle risorse locali e delle potenzialità della regione in diversi campi, dall’agroindustria, al manifatturiero, alle infrastrutture, alle grandi innovazioni, all’energia e alla transizione digitale, l’automotive. Abbiamo stimato che la realizzazione delle nostre proposte può generare almeno 4mila nuove occasioni lavoro! Queste sono le nostre sfide!
Non è più il tempo dell’attesa. Vogliamo una regione più moderna, più vicina ai bisogni delle persone, dei giovani, delle donne e degli anziani. Gli 873 decessi covid e i 124mila casi di contagio non sono bastati a convincere che è assolutamente urgente un piano di riforma della sanità regionale che deve recuperare efficienza, efficacia e prossimità come prevede il PNRR? E i 3mila giovani che ogni anno abbandonano la Basilicata, si formano e daranno il loro contributo altrove, non bastano a convincere questo governo a realizzare nuove politiche attive e di investimenti per nuove opportunità di lavoro e realizzazione???
E, al netto della guerra, i nuovi dati ISTAT che ci dicono che in Basilicata la povertà colpisce 1 famiglia su 4 e che il rischio di povertà arriva ad interessare il 3% della popolazione, non bastano a questo governo per intraprendere urgenti riforme strutturali in grado di mettere freno a questo scivolamento? Rispetto a ciò le politiche del Governo, centrale e regionale, risultano insoddisfacenti. Soprattutto per quanto riguarda il contrasto all’inflazione e al caro energia che colpiscono in modo pesantissimo lavoratori, lavoratrici, pensionati e giovani.
Su tutto questo la sfida è aperta con il Governo regionale che non può più ritardare nel dare risposte concrete. Rivendichiamo un metodo di confronto con i sindacati e il riconoscimento del nostro ruolo di protagonisti delle politiche regionali per il lavoro.
E l’aggressione della Russia all’Ucraina è un fatto inaudito, è un atto di guerra nei confronti di un popolo e di uno stato sovrano inaccettabile. Le sanzioni contro la Russia sono una questione di difesa della democrazia e del principio di autodeterminazione dei popoli.
Per la pace non c’è altra strada! E attenzione, una pace che in Occidente, ora, non è più scontata.
La missione centrale del sindacato – la ribadiamo nella Giornata del Primo Maggio – è quella di restituire un futuro, più inclusivo ed equo, alla nostra regione e al nostro Paese.