Il Primo maggio a Tursi insieme al cuore dei dirigenti dei sindacati e dei lavoratori ha battuto un “cuore verde”. Anche quest’anno Agia-Cia ha festeggiato il lavoro portando l’agricoltura in piazza e rinnovando uno degli appuntamenti più attesi della primavera.“Continuiamo così una tradizione importante che – sottolinea la Cia – rinsalda il legame fra il mondo agricolo, il territorio e la sua comunità”.Ancora una volta gli agricoltori in piazza per ricordare a tutti il valore del lavoro. Lavoro che in campagna significa ancora fatica, lavoro che permette di plasmare la natura e i suoi elementi per produrre cibi sani e genuini.Nel momento in cui si intravede un nuovo protagonismo della nostra agricoltura, grazie alla giusta importanza che consumatori e mezzi d’informazione attribuiscono a processi di produzione rispettosi dell’ambiente e della salute, diventa ancor più importante ricordare che se non c’è l’adeguato riconoscimento al valore del lavoro (in senso economico) non ci può essere qualità e tutti i discorsi si riducono a parole al vento.Come agricoltori – sottolinea RudyMarrnchelli, presidente Agia-Cia – abbiamo l’orgoglio di affermare che dall’agricoltura può venire una concreta speranza di futuro. Se si darà spazio all’agricoltura multifunzionale rafforzando le filiere, collegando l’agricoltura al turismo, ma anche alla tutela del patrimonio paesaggistico e monumentale del nostro Paese, se diamo all’agricoltura un ruolo centrale nello sviluppo sostenibile siamo in grado di creare in cinque anni centomila nuovi posti di lavoro per gli under 35 nelle nostre aziende. Il problema italiano restano i giovani ! in agricoltura, come nel resto del mondo generalizzato del lavoro. Alla strutturale carenza di occasioni di lavoro, si può rispondere con la qualificazione dei nostri giovani. AGIA punta sempre più sulla formazione, non solo dell’imprenditore, ma anche dell’operaio che se qualificato può generare valore all’interno dell’azienda. Nell’attesa di un nuovo governo, quello che ci sentiamo di chiedere (come giovani e generatori di lavoro) è un rafforzamento “interno” alla politica di coesione capace di garantire mantenimento o addirittura relativo incremento delle risorse destinate alle aree meno sviluppate e mettere in rete una politica di coesione amica dell’impresa e dell’occupazione giovanile.
Mag 02