Primo Maggio, Cavallo (Cisl): “La transizione ambientale va governata per salvaguardare il lavoro”. Di seguito la nota integrale.
Transizione ecologica, patto sociale e sicurezza sul lavoro i principali temi toccati dal segretario generale della Cisl Basilicata Vincenzo Cavallo durante il suo intervento alla manifestazione regionale di Cgil, Cisl e Uil per il Primo Maggio che si è tenuta in mattinata a Villa d’Agri: «Torniamo in Val d’Agri, terra di contraddizioni e metafora delle aspettative tradite dal petrolio, per dire che dobbiamo saper immaginare un futuro oltre le estrazioni, creando oggi, anche grazie al petrolio, le premesse per una transizione verde che non sia a discapito delle lavoratrici e dei lavoratori. Da questa piazza vogliamo lanciare il guanto di sfida alla futura Giunta regionale per dire che sulla gestione delle royalties bisogna cambiare registro, che non si può continuare con le logiche del passato che hanno prodotto stridenti disuguaglianze tra comunità che hanno molto – e quel molto non hanno saputo valorizzarlo fino in fondo – e comunità che non hanno niente. Dobbiamo fare del petrolio un’opportunità di ricchezza e sviluppo per tutti e per preparare la transizione verso le energie pulite».
Il leader della Cisl ha aggiunto che «la crisi climatica è la vera sfida del secolo e rappresenta anche per il movimento sindacale un imperativo per l’assunzione di politiche volte a perseguire una transizione verso un modello di sviluppo sostenibile», avvertendo che «la lotta ai cambiamenti climatici non può prescindere dalla lotta per la giustizia sociale e l’occupazione. La transizione ambientale è un processo che deve essere governato razionalmente con politiche industriali adeguate e politiche attive del lavoro in grado di assicurare la sostenibilità sociale dentro un radicale cambio di paradigma economico. Vogliamo capire come si intende affrontare una transizione nella transizione come quella che interessa il polo automotive di Melfi, alle prese con il capitolo forse più difficile della sua storia industriale. Il passaggio alla mobilità elettrica è un’opportunità che va governata in modo responsabile senza atteggiamenti ideologici, salvaguardando l’occupazione».
Dal palco di Villa d’Agri Cavallo ha rilanciato la proposta di un patto sociale per il futuro della Basilicata: «I prossimi saranno mesi decisivi per disegnare il futuro strategico della nostra regione e serve una politica autorevole in grado di essere interlocutore affidabile nei confronti del governo nazionale e di confrontarsi invece di dialogare con le forze economiche e sociali con una visione aperta e plurale della democrazia. L’invito che mi sento di rivolgere a tutti i partiti, e in modo particolare ai partiti che alle recenti elezioni hanno ricevuto dal popolo sovrano il compito di governare questa regione, è di lavorare per il bene comune dei lucani. La nostra proposta di patto sociale è l’unica strada percorribile per riportare la buona politica nel cuore della società lucana. Non ci sono più alibi per chi non si dimostrerà all’altezza delle sfide che questo tempo complesso ci mette di fronte. Questa piazza rivendica il diritto a sognare un futuro migliore per sé e per le generazioni future».
Cavallo ha anche ribadito la necessità di interventi più incisivi contro la piaga sociale dei morti sul lavoro, «vittime di una strage silenziosa che non è degna di un paese civile e democratico come l’Italia ambisce ad essere. Non è più tollerabile affrontare questa quotidiana scia di sangue con una retorica fredda e vuota. È il momento di agire, è il momento di cambiare le regole», ha tuonato il segretario della Cisl che poi ha aggiunto: «Intendiamo incalzare Governo, sistema delle imprese, autonomie locali per garantire piena attuazione delle misure appena introdotte con il DL 19/2024 e mettere in campo altri interventi indispensabili per costruire una strategia nazionale organica che freni finalmente questa vergognosa scia di sangue».
Tra le proposte rilanciate dal segretario della Cisl, il potenziamento dell’osservatorio regionale sulla sicurezza che «deve sempre più assumere il profilo di una struttura di coordinamento delle politiche di contrasto e prevenzione degli infortuni con reali poteri di intervento», e specifici accordi di filiera, a partire dai settori più esposti al fenomeno infortunistico, come l’edilizia e l’agricoltura, «con l’obiettivo di premiare le imprese virtuose che rispettano le norme e i contratti e diffondere le buone pratiche in materia di salute e sicurezza».