E’ stata la città di Potenza ad ospitare questa mattina in piazza Mario Pagano la manifestazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil per il Primo maggio, dedicata ai 75 anni della Costituzione.
L’iniziativa è stata accompagnata dallo slogan che parte proprio dal primo articolo: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”.
I sindacati rendono così omaggio alla Carta costituzionale, rilanciando l’attualità dei suoi principi e valori. “Nella Costituzione – sottolineano Cgil, Cisl e Uil – il lavoro viene riconosciuto come il primo principio fondamentale della Repubblica italiana, un diritto personale e un dovere sociale che deve essere garantito e valorizzato”
Sul palco, dopo gli interventi delle lavoratrici, dei lavoratori e di una pensionata, sono intervenuti, poco dopo mezzogiorno, i tre segretari generali, nell’ordine: Pierpaolo Bombardieri, Luigi Sbarra e Maurizio Landini.
“Siamo qui per ricordare che la Costituzione all’articolo uno dice che ‘l’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro’. Lavoro che deve essere stabile e dignitoso. Bisogna superare la precarietà, garantire la sicurezza, dare salari dignitosi e risposte ai giovani. Non basta un decreto per risolvere questi grandi temi. Il resto è metaverso”. Così il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, dalla piazza del primo maggio a Potenza. “Le risposte sono sbagliate, c’è troppa precarietà e poca sicurezza”, aggiunge sottolineando che è “positivo il nuovo taglio del cuneo, ma è temporaneo”.
Potenza è stata scelta, spiegano i sindacati, “come città simbolo della difficile situazione del meridione, ma anche come luogo dal quale partire per una nuova stagione di rilancio e crescita del Sud”. Dopo la manifestazione, nel pomeriggio a Roma si terrà il tradizionale concertone in piazza San Giovanni, promosso dai sindacati: nove ore di musica dal vivo e circa cinquanta artisti.
“Il governo sta mettendo delle toppe, ma serve una strategia. Non si può andare avanti a colpi di propaganda. Oggi è il momento di rilanciare con forza la mobilitazione. Le ragioni ci sono tutte e rimangono. Bisogna cambiare le politiche economiche e sociali che sono sbagliate”. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, dalla piazza del Primo maggio. Il decreto sul lavoro “allarga la precarietà, liberalizza i contratti a termine e aumenta i voucher, fa cassa sul Reddito. Non è quello che serve al nostro Paese e non è il metodo per affrontarlo”, aggiunge. Sul cuneo va “nella direzione richiesta ma è una tantum”. “Su 365 giorni dell’anno, il governo doveva convocare il Consiglio dei ministri proprio oggi? Oggi è la festa del lavoro, non è la festa del governo. Rivendico il valore di questa giornata. Il governo deve pensare al lavoro tutti i giorni dell’anno, non solo il primo maggio”.
“Bisogna ripartire dalla centralità del lavoro. Il filo del dialogo con il governo nelle ultime settimane è caduto, con troppi provvedimenti approvati senza coinvolgere le parti sociali. Quel filo deve essere ripreso e rafforzato. Reso stabile e affidabile”: così il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, dalla manifestazione del Primo Maggio. “La qualità e la stabilità del lavoro siano l’assillo costante delle istituzioni, come ha detto il capo dello Stato”, aggiunge.
L’intervento dei leader nazionali di Cgil, Cisl e UIl è stato preceduto da quelli dei delegati delle categorie.
“La precarietà del lavoro, la mancanza di “infrastrutture strategiche” e un no deciso all’autonomia differenziata: sono alcuni dei temi sollevati dai delegati alla manifestazione nazionale per la Festa del Lavoro.
Nelle parole di Luigi Bernardi (Uilm), Domenico Robilotta (Femca), Giovanna Galeone (Spi), Rocco Potenza (Uila, Pierangelo Galasso (Cisl Fp) e Rossella Mignoli (Filt Cgil) hanno trovato posto tutti i temi più attuali, soprattutto nel Mezzogiorno.
Fra i più rilevanti, lo spopolamento – in particolare proprio della Basilicata – le carenze della sanità pubblica e la contrarietà alla sua “crescente privatizzazione”, le poche linee ferroviarie ad alta velocità. Diversi sono stati i riferimenti sia alla festa della Liberazione sia alla situazione attuale e al futuro dello stabilimento di Melfi (Potenza) di Stellantis, con la richiesta di altri modelli da realizzare per “saturare la capacità produttiva” della fabbrica, considerata condizione essenziale per il suo mantenimento.