“Ancora una volta i disoccupati organizzati di Viggiano, con il loro comitato, hanno dovuto manifestare per chiedere lavoro dove, a differenza di altre realtà territoriali della Basilicata e del Paese, in questo momento si può ottenere”: è il commento del consigliere provinciale di Potenza Vittorio Prinzi che sollecita, innanzitutto, l’apertura dei cantieri della realizzazione della Quinta linea del Centro Oli Eni di Viggiano sui quali sono da tempo riposte le attese e le aspettative dei disoccupati viggianesi e dell’intera Val d’Agri.
“Inoltre – aggiunge – si tratta di andare oltre le pur rilevanti “clausole di garanzia occupazionale” prevista dal contratto di sito firmato il 5 ottobre 2012 in Regione per scongiurare il licenziamento dei lavoratori nel passaggio di commesse Eni e gli accordi firmati in materia di garanzie occupazionali esistenti che passa anche attraverso il riconoscimento delle professionalità esistenti che garantiscono un livello di prestazione lavorativa altamente qualificato che non può essere disperso o disconosciuto nei passaggi di appalti, come purtroppo è avvenuto in passato. Diventa necessario, all’interno della nuova strategia delineata dal Presidente Pittella nella relazione programmatica – continua Prinzi – coinvolgere le aziende territoriali dell’indotto Eni per monitorare tutte le opportunità di nuova occupazione e quindi l’avvio a lavoro di disoccupati iscritti ai Centri per l’Impiego del comprensorio che altrimenti non avranno mai l’opportunità dei benefici diretti del petrolio. L’idea centrale deve essere sempre quella di un utilizzo intelligente delle royalties in una fase di emergenza occupazionale, specie nel comparto dell’edilizia, attraverso il finanziamento di progetti e programmi di pubblica utilità sociale o in comparti produttivi, sulla base dell’esperienza realizzata dal Comune di Viggiano con il progetto attuato nel Parco dell’Appenino Lucano. Le istituzioni regionale e locali, la politica devono costruire, con o senza l’Eni, politiche attive di lavoro programmando già adesso il dopo petrolio, vale a dire quando non si estrarrà più il greggio o comunque l’attività legata agli idrocarburi sarà d’impatto economico ed occupazionale sempre più basso. E’ il modello di eco-sviluppo sostenibile, con attenzione al turismo, all’artigianato e alla pmi, all’agricoltura e all’agro-alimentare, al quale guardiamo da tempo”.
Feb 17