“L’ennesimo grido d’allarme lanciato dal presidente di Svimez Adriano Giannola sul Sud che continua ad impoverirsi, sostenendo i costi di un capitale umano qualificato che esporta “a senso univoco, cioè senza ritorno”, tocca da vicino anche la terra del petrolio, la Val d’Agri, dove negli ultimi tempi si registrano segni della ripresa dei flussi migratori specie di giovani laureati ma anche diplomati e under 35enni”. E’ quanto sostiene il consigliere provinciale di Potenza Vittorio Prinzi. “Il dato Svimez non consente ulteriori distrazioni: il 64% dei cittadini meridionali, oltre due su tre, che nel 2011 hanno lasciato il Mezzogiorno per una regione del Centro-Nord aveva un titolo di studio medio-alto, diploma o laurea. L’effetto – continua – si abbatte direttamente sul fattore demografico, confermando con sempre maggiore evidenza come il Mezzogiorno abbia perso il tradizionale ruolo di bacino di crescita dell’Italia. Anzi, da qui ai prossimi 50 anni si stima di perdere ancora 4,2 milioni di abitanti rispetto all’incremento di 4,5 milioni al Centro-Nord: nonostante il positivo incremento degli immigrati, la tendenza che si prospetta è un anziano ogni tre abitanti, e una sostanziale parità tra le persone in età lavorativa e quelle troppo anziane o troppo giovani per farlo, con conseguenti problemi di welfare e di sostenibilità del sistema. Siamo di fronte – afferma Prinzi – ad una perdita mortale di tessuto connettivo sociale, professionale, economico e anche etico. Una situazione di emergenza civile che nel comprensorio petrolifero diventa ingiustizia sociale in rapporto alla ricchezza energetica e agli interessi economici e strategici per il Paese. Per questo ritengo che tra le priorità individuate dal Presidente Pittella e condivise al tavolo politico con i parlamentari lucani deve trovare una sua centralità ogni azione utile a stoppare l’emigrazione e di conseguenza lo spopolamento dei nostri paesi. Al nuovo Governo invece, come rilancia la Svimez, spettano misure decisamente robuste per tamponare questa deriva. Il fattore tempo, vale a dire l’attuazione di azioni e misure senza dover attendere la “ripresina” del 2015 – conclude – ha un suo peso determinante”.
IDV: EMERSIONE DAL DISAGIO SOCIALE NOSTRA VERA PRIORITA’
“Da una parte la crisi alimenta sempre di più le diseguaglianze territoriali, come dimostrano i dati Svimez sulla povertà; dall’altra la spesa alimentare delle famiglie nel 2013 per effetto dell’ulteriore calo del 3,1 per cento ha raggiunto il minimo dall’inizio della crisi, secondo quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base di dati Istat: l’emersione dal disagio sociale è dunque la nostra vera priorità”. A sostenerlo è la segreteria regionale della Basilicata di IdV.
“Raccogliamo – è scritto nella nota – tutti i numerosi segnali d’allarme che ci vengono dalle nostre comunità locali e dai nostri territori per spronare il Governo ad impegnarsi per mettere in campo i provvedimenti che servono al Paese. Abbiamo una responsabilità verso le famiglie che rinunciano all’acquisto di alimenti essenziali responsabilità alla quale non possiamo più sottrarci. Sono la nostra economia e la nostra crescita le priorità con le quali questo Governo dovrà confrontarsi e dimostrare di avere un concreto e reale piano di rilancio. La crisi ha modificato le abitudini degli italiani non per loro scelta ma perché mancano le possibilità. Per noi – sottolinea IdV – è ora di cambiare l’Italia, non il menù. E di intervenire concretamente, come ha annunciato di voler fare il Presidente Pittella, contro la povertà: dividendo cento famiglie meridionali in cinque classi da venti l’una dalle più ricche alle più povere, sottolinea Svimez, ”emerge che il 62% delle famiglie meridionali, cioé due su tre, appartengono alle classi più povere”. Allo scadere del Programma COPES (Cittadinanza Solidale) si deve guardare ad altro, al reddito minimo di cittadinanza”.