Nell’ambito delle iniziative unitarie contro il progetto di privatizzazione che riguarda Poste Italiane, è emerso, principalmente, il forte attaccamento da parte dei lavoratori all’azienda e, soprattutto, alla sua missione sociale.
Le diciotto assemblee sindacali svolte durante l’orario di lavoro hanno coinvolto le due province della nostra Regione e, le organizzazioni sindacali lungo i 1500 chilometri percorsi, hanno incontrato oltre 500 lavoratori.
L’impegno è quello di mettere in campo iniziative sempre più coinvolgenti per impedire la svendita di un’Azienda pubblica che oltre a produrre utili, eroga servizi sociali e che tale deve rimanere a tutela dei cittadini e di chi presta la propria attività lavorativa.
Le OO.SS. sono pronte a smontare il progetto di chi vuole fare cassa sulla pelle di quei lavoratori che hanno significativamente contribuito alla modernizzazione di Poste Italiane insieme alla sua efficienza ed economicità, condizioni, queste, che hanno prodotto utili agli azionisti e, principalmente, a coloro che oggi intendono disfarsene.
Sul fronte interno all’Azienda sono state sollevate numerose problematiche ed è emerso lo spirito di abnegazione con il quale i lavoratori continuano, senza non poche difficoltà, a garantirne la funzionalità.
La riorganizzazione che riguarda il recapito “a giorni alterni” sta mostrando, alla prova dei fatti, evidenti difetti strutturali.
Poiché ancora in fase di sperimentazione, il recapito soffre del mancato rispetto, da parte aziendale, degli accordi sottoscritti a livello nazionale: lo dicono le giacenze di corrispondenza presenti nei centri, ma lo dicono, soprattutto, i cittadini e le Istituzioni locali che lamentano disservizi, inefficienze e perdita del carattere sociale del servizio.
Da parte dei lavoratori c’è il massimo impegno a ridurre, quanto più possibile, i disagi ai cittadini ma, la decisione di inviare la posta a giorni alterni, discussa e validata dalla Comunità Europea, non potrà, di certo, ridurre i disagi, attualmente presenti, all’intera collettività.
Non meno difficile è la situazione dei lavoratori della rete sportellare di Poste Italiane, che soffrono principalmente della carenza di personale con inevitabili ripercussioni sulla tenuta psico-fisica dei dipendenti.
Nonostante tutto, comunque, è emerso un forte senso del dovere per garantire al cittadino utente un servizio di qualità.
E’ evidente che ciò non può continuare poiché c’è bisogno di un notevole sforzo anche da parte dell’azienda senza il quale, tutte le organizzazioni sindacali, per dare voce alle diffuse istanze dei lavoratori che rappresentano, decideranno di intraprendere un percorso di mobilitazione sensibilizzando tutta la Collettività, le Istituzioni e i Media.
In questa battaglia confidiamo nel pieno e convinto sostegno degli utenti utilizzatori del servizio postale: in primis i pensionati, verso i quali è rivolta, con eguale sensibilità, l’attenzione.
I lavoratori hanno rimandato al mittente la volontà di privatizzare un’azienda come Poste Italiane da sempre leader nei servizi e con oltre 30 milioni di utenti.
Lug 22