Maria Murante, coordinatrice regionale SeL Basilicata, in una nota torna ad occuparsi dell’emergenza che riguarda oltre duemila cittadini che rientran nel progetto ex Copes. Di seguito la nota integrale.
Il governo regionale continua a giocare sulla disperazione della sua popolazione. E’ quanto sta accadendo, in queste ore, agli oltre duemila cittadini rientranti nel progetto ex Copes, oggi esclusi dalle graduatorie del Reddito Minimo d’Inserimento (Rmi) a causa di un ricorso al Consiglio di Stato – da parte del governo Renzi – a una sentenza del Tar Lazio che pure aveva ritenuto illegittima la valutazione dell’assegno di povertà come reddito accumulato.
Siamo alla farsa o, per dirla alla Pirandello, alla recita a soggetto. Tutto questo mentre migliaia di famiglie non saranno in grado più di garantire il minimo di sopravvivenza a se stesse. Oggi una delegazione di rientranti nel progetto ex Copes – ed esclusi dal Rmi – ha ottenuto dal presidente Pittella solo vaghe promesse, come quella di una proroga che lascia destini ancora più incerti.
Come abbiamo da tempo denunciato, si sta operando sul terreno paludoso della ‘guerra tra poveri’: se il Consiglio di Stato ribalterà la sentenza del Tar, gli ex Copes saranno definitivamente fuori dalla platea che potrà avere accesso al Rmi. Se invece il Consiglio di Stato dovesse validare la decisione del Tar, gli ex Copes rientreranno all’interno di quella platea estromettendo, di fatto – viste le attuali irrisorie coperture finanziarie – gli attuali aventi diritti.
L’unica strada percorribile, al contrario di quelle prospettate nella logica del ‘dividi et impera’ è quella di un aumento della spesa in favore delle tante e dei tanti – sempre di più – che non hanno più alcun sostentamento. Il riconoscimento di un reddito non può trasformarsi da misura universale a strumento di clientela e di ricatto da parte dei potentati politici che governano la nostra regione.