“Oltre 2 mila imprese artigiane censite al secondo trimestre 2014 che in Basilicata lavorano in attività al servizio delle “smart city” sono la testimonianza migliore che il messaggio lanciato solo due settimane fa da Confartigianato Matera dalla Convention “Progetto Sud 2020. Proposte e strumenti per lo sviluppo imprenditoriale nelle aree meridionali” è il futuro dell’imprenditoria artigiana nell’intero Mezzogiorno”. E’ il commento di Antonio Miele, presidente Confartigianato e Rete Imprese Italia Potenza.
“A Matera abbiamo sostenuto che il Sud sta diventando un ‘laboratorio’ di nuove piccole imprese in settori trainanti, quali manifatturiero, alimentare, energie rinnovabili, Ict, turismo, smart city, trasporti, edilizia. Ciò trova conferma nei dati più aggiornati con 3.750 imprese in Basilicata nel settore costruzioni, 2.565 in quello manufatturiero, 1.801 nel turismo, 1.004 nell’alimentare, 759 nei trasporti e 150 nell’Ict, che si sommano alle 2.011 per le “smart city”. Ci fa piacere che il messaggio Confartigianato sia stato recepito dal Ministro allo Sviluppo Economico Vicari che condivide la nostra valutazione, rafforzata alla luce dei dati Svimez molto preoccupanti soprattutto per il Mezzogiorno: le Smart City possono rappresentare un volano per lo sviluppo economico, occupazionale e tecnologico per colmare il divario che si e’ creato tra le citta’ del Nord e quelle del Sud.
Di qui la richiesta all’Ue di liberare i 300 miliardi del piano Juncker insieme alla rapida attuazione dei mille progetti del piano di Padoan il “progetto smart city” e quindi tutti i temi di policy che afferiscono alle Citta’ Intelligenti, dall’Energia, all’Information Technology, ai Servizi Innovativi, alla Finanza e all’Urban Redesign debbano trovare ampio spazio nell’agenda di Governo. Non si sottovaluti che le prestazioni urbane dipendono non solo dalla dotazione di infrastrutture materiali della città (capitale fisico), ma anche, e sempre di più, dalla disponibilità e qualità della comunicazione, della conoscenza e delle infrastrutture sociali (capitale intellettuale e capitale sociale). Quest’ultima forma di capitale in particolare è determinante per la competitività urbana. Il concetto di città intelligente – rileva Miele – è stato introdotto in questo contesto come un dispositivo strategico per contenere i moderni fattori di produzione urbana in un quadro comune e per sottolineare la crescente importanza delle tecnologie della comunicazione (ICT) e dell’informazione, il capitale sociale e ambientale nel definire il profilo di competitività delle città, muovendosi verso la sostenibilità e verso misure ecologiche sia di controllo sia di risparmio energetico, ottimizzando le soluzioni per la mobilità e la sicurezza. Gli interrogativi che poniamo: Su quali ambiti del vivere urbano stanno investendo le amministrazioni locali? Attraverso quali servizi e progettualità le città tentano di dare risposta a bisogni vecchi e nuovi di cittadini, imprese e city user? Su quali tecnologie e in che misura i territori stanno puntando? Chi sono i protagonisti delle iniziative smart nei contesti urbani e quali le alleanze strategiche per il governo delle città e dei territori?