Programma apistico, circa 104 mila euro per campagna 2013-2014.
Ottati: sostegno alla filiera del miele, che sta assumendo negli anni un’importanza crescente. Un bando regionale per migliorare le arnie e la qualità dei prodotti
Il miele prodotto in Basilicata sempre più di qualità. La giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Agricoltura, Michele Ottati, ha approvato il bando relativamente alla campagna 2013-2014, dando attuazione al Programma apistico regionale per il triennio 2014-2016.
Circa 104 mila euro sono disponibili, in questa annualità, per sostenere l’apicoltura lucana e rimuovere alcuni vincoli che frenano il comparto, migliorando l’allevamento di arnie, lo stato sanitario degli alveari, la qualità dei prodotti e per favorire l’incremento del patrimonio apicolo regionale e la caratterizzazione dei mieli tipici.
In particolare, il bando finanzia l’assistenza tecnica alle aziende apistiche (9 mila euro), Il risanamento sanitario e l’acquisto di arnie antivarroa (36 mila euro), l’acquisto di presidi sanitari (5 mila euro), di arnie per l’esercizio del nomadismo (7 mila euro) di sciami con api regina (38.750 mila euro) e, infine, la presa in carico di spese per l’analisi del miele (8 mila euro).
L’avviso sarà pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Basilicata. Dal giorno della pubblicazione gli apicoltori e gli operatori interessati hanno 15 giorni di tempo per presentare le domande di contributo.
“La filiera del miele – ha commentato l’assessore Ottati – sta assumendo negli ultimi anni un’importanza crescente anche in virtù delle opportunità per il settore rappresentate dai Regolamenti comunitari da cui scaturiscono i programmi regionali triennali di incentivazione. La produzione del miele, inoltre, si interseca in Basilicata con la presenza di giovani imprenditori orientati verso produzioni di qualità e con la richiesta dei consumatori di prodotti salutari e biologici. L’apicoltura è, senz’altro, un settore da potenziare, inserendo il miele lucano tra i prodotti di qualità legati al territorio e da commercializzare”.
Gli apicoltori iscritti nell’albo regionale sono circa 600, di cui quasi la metà è donna e un quarto ha meno di 40 anni. Nella carta lucana dei mieli si contano circa 15 varietà, da quello di acacia a quello di agrumi, dal miele di sulla a quelli più rari di edera e biancospino, e ciò per la vasta biodiversità dell’ambiente rurale.
Nel complesso, nonostante le problematiche che interessano il settore e che da diversi anni sono all’attenzione degli esperti, l’apicoltura regionale è interessata da un lento ma graduale processo di specializzazione, attraverso un ampliamento della consistenza degli alveari e del numero degli apiari, l’ammodernamento tecnologico, la ricerca di nuovi mercati, cui si aggiunge l’interesse dei giovani verso un’attività che offre sbocchi per le potenzialità di sviluppo che presenta.