Il presidente di Confapi Matera Enzo Acito ha inviato una lettera aperta che contiene “proposte per il bilancio di previsione 2015 del Comune di Matera”. Di seguito il testo integrale.
Il prossimo consiglio comunale di Matera discuterà del bilancio di previsione 2015, anche se siamo ormai ad agosto, con un combinato disposto di aumenti di tasse e riduzione di servizi.
I venti di guerra, con contorni di lampi e tuoni, iniziano già a far sentire i loro rombi, tra una maggioranza che si interroga sulla impopolarità di scelte subite ed ereditate e la minoranza che, in un momento di amnesia totale, dimentica che queste sono le conseguenze dirette della sua gestione quinquennale.
Assisteremo al consueto ballo delle responsabilità reciprocamente attribuite, dimenticando, spesso, che i cittadini e le imprese cercano sempre meno a chi attribuire le colpe e sono invece molto più interessati alle soluzioni che ciascuna delle parti, maggioranza e minoranza, sarà in grado di sottoporre alla approvazione del consiglio comunale.
In una condizione di facile preveggenza, dalla maggioranza si invocherà il poco tempo trascorso tra la proclamazione del nuovo sindaco e la data di approvazione del bilancio comunale, dall’altra parte si tenterà di enfatizzare il ruolo di responsabilità che graverà sulle spalle della maggioranza per l’approvazione di incrementi spropositati delle tasse nei confronti dei materani sia per la parte relativa alla TARI (Tassa Rifiuti) sia per la TASI (Tassa sui servizi indivisibili).
Se non fossimo in quel Mezzogiorno, che la Svimez ha relegato dietro alla Grecia in termini di sviluppo e PIL, con i cittadini che ricordano come momenti di opulenza quando riuscivano ad arrivare alla terza settimana e le imprese che chiudono, licenziano, falliscono, tutto questo che ci apprestiamo a vivere, nel consiglio comunale prossimo, avremmo potuto catalogarlo come il normale, usuale, obsoleto gioco delle parti; gioco delle parti dove l’interesse collettivo si perde dietro gli schieramenti di fazione che costituiscono la pretattica che precede, ormai in continuo, le prossime elezioni, alimentando rendite di posizione con azioni di facciata piuttosto che con interventi di concreto interesse collettivo.
La coscienza civica, che dovrebbe pervadere ogni soggetto investito del ruolo di amministratore pubblico, dovrebbe puntare a superare gli schieramenti di fazione e proporre tutto quanto si è in grado di offrire in termini di contributi di disponibilità e competenze.
Il prossimo bilancio non è solo TARI e TASI, dovrebbe essere anche la base per iniziare a parlare del tanto abusato, in campagna elettorale, sviluppo orizzontale, anche e soprattutto nei settori trascurati dal turismo beneficiario delle ricadute di Matera Capitale.
Il bilancio di previsione contiene il programma annuale e triennale delle opere pubbliche che, da sempre, hanno costituito il motore per rimettere in moto economie asfittiche, trascinando, con le attività dirette ed indotte, tutti gli altri settori anche non direttamente collegati (edilizia privata, artigiani, commercianti, professioni..)
La spinta propulsiva dei lavori pubblici sembra non interessare questo bilancio di previsione, non per mancanza di programmazione, ma per mancanze di idee come trasformare queste risorse economiche disponibili in ricadute reali in termini di aumento di lavoro e ricchezza diffusa per la Città.
L’ amministrazione Adduce ha approvato a gennaio il programma annuale e triennale delle Opere Pubbliche che, per il solo anno 2015, prevede lavori per un ammontare complessivo di oltre sessantaduemilioni di euro.
Nell’elenco delle opere annuali sono riportate quelle finanziate con i Fondi di Sviluppo e Coesione e la gran parte di esse, a gennaio 2015, erano state indicate a livello di progetto preliminare per un ammontare complessivo di oltre ventuno milioni di euro.
La stessa giunta Adduce, a fine maggio 2015, ha approvato l’elenco dei progetti preliminari, previsti nel programma annuale, per un ammontare complessivo di circa 14 milioni di euro, di cui solo un intervento di un milione di euro a valere sui fondi di sviluppo e coesione (FSC).
Quindi rispetto alle previsioni di oltre 63 milioni di euro, ad oggi abbiamo pronti progetti, quantunque ancora al solo livello di preliminare, per soli 14 milioni di euro.
I lavori finanziati con i FSC devono necessariamente essere contrattualizzati entro il 31.12.2015 oppure, con una perdita dell’1,50%, (e quindi anche fino a 300.000 euro) entro il 30 giugno 2016.
Emerge, evidente, la disparità tra le previsioni del programma annuale ed i progetti preliminari approvati con provvedimento di giunta del maggio 2015, con ritardi nella spesa globale per mancanza di specifica progettazione esecutiva, propedeutica all’appalto delle opere.
La pericolosa considerazione è nel livello di progettazione preliminare delle opere finanziate con i FCS che non potrà consentire la relativa contrattualizzazione prima del 31.12.2015 o del 30.6.2106, pena la revoca definitiva delle somme disponibili.
Prima di quella data, quindi, per non perdere i finanziamenti è necessario predisporre, per tutte le opere previste, la progettazione definitiva, l’acquisizione dei pareri degli enti interessati, la progettazione esecutiva, le procedure di appalto per i lavori e la stipula dei contratti di ciascun lavoro appaltato.
Il rischio della perdita dei finanziamenti sarebbe un duro colpo per l’asfittica economia del settore delle professioni e delle costruzioni, conseguenza diretta di un’ingiustificabile ridotta capacità progettuale, imputabile alla lentezza della macchina amministrativa, che impedisce la velocizzazione delle procedure di appalto.
Ci aspettiamo che il consiglio comunale non pianga solo sul latte versato della TARI e TASI di cui tutti dovremmo subire gli aumenti, ma attivi proposte per non perdere definitivamente i finanziamenti dei fondi di Sviluppo e Coesione già acquisiti, prima ancora di attivare azioni per acquisirne altri.
La campagna elettorale appena terminata è stata imperniata su promesse di soluzioni che i candidati hanno lanciato all’elettorato per acquisirne il consenso.
Ricordo ancora la campagna elettorale di un candidato sindaco che, con grande enfasi e trasporto, con vele al vento e messaggi poco subliminali e reiterati in numerosi e gustosi spot televisivi, prometteva che, dopo aver studiato il tutto con i suoi consulenti, era in grado di dimezzare le tasse ai cittadini.
Chiedo con grande interesse, a quel candidato sindaco che occupa una posizione con un forte potere decisionale in questa amministrazione, di uscire fuori le carte, di presentarci il suo piano strategico per ridurre le tasse dei materani, di alleviare le nostre ferite, di non farci ancora soffrire senza gratificarci delle competenze dei suoi consulenti.
Servono soluzioni concrete ed immediate; glielo chiede l’elettorato che gli ha dato fiducia, glielo chiede l’intera collettività materana, forse glielo chiede anche la stessa minoranza che in consiglio comunale dovrà inchinarsi davanti a tanta capacità di gestire i problemi reali e concreti dell’ amministrazione.
Caro presidente, non ci deluda, ci dia la soluzione ai nostri problemi di tasse.
Complimenti. Analisi perfetta. Ora attendiamo il Presidente, con la speranza che ora la poltrona non sia troppo comoda e si addormenti, lasciando al vento e alle vele le sue promesse
Gentilissimo Presidente Confapi.
sono d’accordo con Lei quando dice che ai cittadini le imprese non interessa sapere se ha ragione tizio o caio. Ora una maggioranza esiste e deve dare conto a chi li ha votati e sopratutto a chi NON li ha votati. Cioè deve dare conto a tutta la comunità Materana. E’ facile stare ancora in campagna elettorale con rimbalzo di responsabilità e nel frattempo la “cera si consuma e la processione non cammina”.
Sono d’accordo, Presidente, quando dice che un candidato sindaco era certo di abbassare le tasse del 50% avendo fatto i calcoli su dati certi e poi ci troviamo difronte ad un innalzamento spropositato delle stesse e che le priorità per quel candidato sindaco sono: I TOTEM – LO ZECCHINO D’ORO.
Innanzitutto devono mantenere le promesse. Devono portare concretezza, dare soluzione ai problemi della collettività, GOVERNARE. Se non sanno come si fa, possono chiedere al Suo Direttore Franco Stella, che quando ha governato la Provincia di Matera, i problemi li ha risolti senza stare a contestare se l’amministrazione precedente aveva fatto bene o male. HA GOVERNATO E BASTA.
Quindi, Presidente, non ci inchiniamo affatto a queste persone anzi sono loro che devono inchinarsi alla comunità materana perchè come si dice “FINO A QUANDO IL MEDICO STUDIA, L’AMMALATO MUORE”.
nino silecchia