Il responsabile del Dipartimento Attività produttive è intervento in merito alla proroga degli ammortizzatori sociali.
Pittella, nel ricordare quanto stabilito nell’accordo con le parti sociali, sottoscritto in Regione lo scorso 11 marzo, con la necessità di definire in tempi rapidi le questioni aperte relative alla gestione degli ammortizzatori sociali e quella di avere un contato costante con il Ministero del Lavoro, ha fatto riferimento agli esiti della Conferenza Stato – Regioni finalizzata alla ripartizione dei fondi per gli ammortizzatori sociali ed alla decisone in merito ai nuovi criteri per tale ripartizione, nonché a quelli relativi alla ammissibilità. “ Il tutto – ha riferito l’Assessore – sotto l’egida di quanto previsto dal Governo Letta. Ne è scaturito che, dal famoso miliardo di finanziamenti, in considerazione dei residui maturati per lo sforamento di alcune Regioni, la somma si è ridotta a 550 milioni e si è deciso di adottare il criterio di riparto dell’anno precedente, in virtù del quale alla Basilicata spettano 6 milioni di euro, attualmente non ancora in dotazione e, comunque, evidentemente non sufficienti per la platea degli ammortizzatori sociali. Puntare alla semplificazione e sburocratizzazione negli adempimenti nel rapporto tra Regione e parti socialii – ha detto Pittella – di qui la convocazione di un nuovo tavolo con i sindacati di categoria volto a trovare la copertura finanziaria ulteriore (oggi la certezza per tutta la platea è riferita al mese di marzo). Il tavolo è stato convocato per individuare – ha continuato – le azioni strategiche e le politiche virtuose da mettere in campo a breve destinate anche alla programmazione ed alla governance regionale di medio e lungo termine, sia per le questioni riguardanti gli ammortizzatori sociali che per le politiche attive del lavoro. Fatto incontrovertibile è che i 6 milioni non bastano e che dovrà intervenire la Regione con i fondi comunitari destinati, proprio alle politiche attive del lavoro. Prospettive, quindi, non di facile lettura che richiedono la ricerca delle giuste sinergie, anche per quanto concerne le cosiddette crisi complesse, sinergie per riqualificare le politiche di sostegno al lavoro, ponendo sul tavolo il tema delle qualifiche attive per tentare di assottigliare la platea degli ammortizzatori sociali, soprattutto, per quanto riguarda la mobilità in deroga . E’ un tema nazionale e complesso – ha concluso Pittella – che va gestito nel modo più appropriato e proficuo dalle Regioni ”.
“Sarà predisposta – ha assicurato Pittella – una scheda di sintesi e di previsione con una nota esplicativa riguardante il numero dei lavoratori interessati e le risorse effettivamente disponibili da sottoporre alla Commissione”. Previste, anche le audizione dell’assessore alla Formazione, Roberto Falotico, e del dirigente del Dipartimento Attività produttive, Vito Marsico.
Hanno partecipato alla Commissione, oltre al presidente, Straziuso, i consiglieri Romaniello (Sel), Navazio, Gaudiano e Mazzeo (Gruppo misto), Giordano (Pdl), Autilio (Idv), Vita (Psi), Mancusi (Udc).
Auditi, anche, i rappresentanti dell’Ansdipp, l’Associazione nazionale dei manager del sociale e del socio – sanitario, sullo stato di attuazione del Piano regionale integrato dei servizi alla persona e alla comunità 2012-2015, relativamente alle strutture residenziali per anziani. Il primo riferimento normativo è l’articolo 48 della legge regionale n. 27 del 2009 secondo cui “al fine di consentire la graduale implementazione del sistema di residenzialità per anziani previsto dal Piano regionale integrato della Salute 2012-2015, per l’anno 2013 il valore della quota di rilievo sanitario per l’assistenza alle persone anziane ospitate nelle strutture residenziali è fissato per la quota giornaliera per anziani non autosufficienti in euro 25.00 e la quota giornaliera per anziani allettati in euro 35.00”. La quota veniva riconosciuta per i soli anziani già ospitati nelle strutture residenziali alla data di entrata in vigore della legge pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione Basilicata n. 36 del 7 agosto 2009. Successivamente, l’articolo 18 della legge regionale n. 7 del 16 aprile 2013, modificava l’articolo 48 della legge regionale 27 agosto 2009 n. 27, allungando il periodo di fruibilità in riferimento alla data di entrata in vigore della suddetta legge. Quello che chiedono i rappresentanti dell’Ansdipp è che non venga lasciato scoperto il periodo dopo il 2013 con un intervento, nell’ambito dell’assestamento di bilancio per l’anno 2014. L’Ansdipp chiede, quindi, che i contributi vengano elargiti a tutte le strutture aventi i requisiti anche per l’anno prossimo, stante il fatto che l’attuazione del Piano alla Salute è praticamente ferma”.
Fatto sta che, ad oggi, per le case di riposo non vi è alcuna normativa regionale che stabilisca i requisiti delle case accoglienza che rientrano nella categoria delle strutture residenziali a prevalenza alberghiera. Da ciò ne deriva che le stesse potrebbero accogliere pazienti autosufficienti, o possibilmente autosufficienti. Allo stato attuale, poiché in realtà solo il 30 per cento degli ospiti nelle case di riposo è autosufficiente, mentre il 70 per cento riguarda anziani non autosufficienti o allettati, l’Ansdipp chiede la riconversione in strutture protette, previste, tra l’altro, dall’allegato A del Decreto ministeriale 308 del 21 maggio 2001 recante “ il regolamento concernente i requisiti minimi strutturali – organizzativi per l’autorizzazione all’esercizio dei servizi e delle strutture a ciclo residenziale e semiresidenziale”.
La Commissione ha ritenuto di convocare l’assessore Martorano per avere ulteriori delucidazioni sulla problematica.