Lo sblocco delle risorse per la proroga del Superbonus 110 fino al 2023 dovrebbe favorire il superamento dei ritardi che si registrano specie nelle regioni del Sud. L’incentivo rischia infatti di inasprire ulteriormente le differenze territoriali del nostro Paese. Attualmente, infatti, gli interventi si stanno concentrando in territori come Lombardia, Veneto, Lazio ed Emilia-Romagna, regioni più pronte a gestire a livello amministrativo e realizzativo operazioni simili. Il rischio, quindi, è che vengano penalizzate aree come Molise, Basilicata, Umbria e Abruzzo che hanno forse più bisogno di interventi al patrimonio edilizio privato e pubblico.
E’ quanto rilevano gli esperti del Centro di assistenza e consulenza professionale attivato a Moliterno dal Gruppo Cestari. Un pool di professionisti lavora a Moliterno per assistere gratuitamente cittadini e amministratori locali ed aiutarli a districarsi tra le procedure burocratiche e ferraginose, oltre ai complessi meccanismi di Ecobonus e Sismobonus.
Inoltre dopo il via libera alla proroga arrivato grazie all’ok del Consiglio dell’Unione europea al PNRR italiano e alla successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto del ministero dell’Economia e delle Finanze – evidenziano gli esperti – non ci si deve cullare sulla possibilità di avere ancora tempo a disposizione perdendo altro tempo prezioso e bisognerebbe spingere il mondo dell’offerta a dedicarsi non solo ai condomìni in centro storico o in semicentro, ma anche alle realtà di periferia dove esistono condizioni occupazionali e di reddito diverse.
Al 31 agosto scorso in Basilicata sono 413 gli edifici che hanno avviato istanze per il superbonus del 110%, con un totale di investimenti ammessi a detrazione per circa 106 milioni di euro e il 63,9% di lavori realizzati per 67,6 milioni di euro di investimenti conclusi ammessi a detrazioni.
In dettaglio gli interventi in Basilicata riguardano 147 condomini per 79,5 milioni di euro e il 60,4% dei lavori realizzati; 180 edifici unifamiliari per 18,9 milioni di euro e il 76,7% dei lavori realizzati; 86 unità immobiliari funzionalmente indipendenti pe 7,5 milioni di euro e il 68% di lavori realizzati. La media di investimenti è di 540 mila 500 euro per i condomini, 105 mila euro per gli edifici unifamiliari e 87.500 per le unità immobiliari indipendenti.
“Il supporto, la pianificazione e il raggiungimento di un obiettivo è proprio il nostro compito principale”: dicono alla sede di Moliterno del Gruppo, fondato dall’ing. Alfredo Cestari, che attraverso la collaborazione con primari enti di validazione e certificazione a livello nazionale (Deloitte, EY, PWC e altri), sta realizzando numerosi progetti non solo in Basilicata, Campania, Calabria ma su tutto il territorio nazionale”.
Quali soluzioni potrebbero essere adottate per rendere questa misura più funzionale ed efficace? Secondo Nomisma, per sostenere il Superbonus 110% è necessario correggere alcuni passaggi. In particolare, Nomisma propone queste interessanti opzioni:
Ricorrere a un’operazione sblocca contratti, in attesa della conferma di proroga della misura al 2023, alla quale dovrebbe aggiungersi la certezza sulla cessione del credito.
Ridurre le distorsioni di mercato, introducendo una sorta di “controlla prezzi” per attenuare il rischio di schizofrenia che sta minando il mercato delle materie prime. Avvalendosi di aliquote differenziate in base ai condomìni coinvolti, inoltre, anche i contesti più “difficili” potrebbero usufruire dell’incentivo.
Introdurre un obbligo generalizzato di riqualificazione della casa pubblica che vada oltre i limiti temporali, anche per mezzo di forme di partenariato pubblico-privato.
Adottare più lungimiranza nella programmazione della misura, cominciando già da oggi a progettare lo scenario post 2023.