L’Unione Sanità Convenzionata (USC) continua il suo percorso di dialogo serrato e costruttivo con i capigruppo del Consiglio Regionale. Dopo gli incontri già avuti con Domenico Tataranno (Lega), Michele Casino (Forza Italia), Nicola Morea (Azione), e Michele Napoli (Fratelli d’Italia), si è aggiunto Piero Lacorazza del Partito Democratico.
Durante questi incontri, è stato possibile analizzare dettagliatamente e con precisione la situazione attuale, superando le numerose interpretazioni errate e fuorvianti che sono circolate recentemente. Questi dialoghi hanno permesso di smontare le narrazioni preconfezionate da tempo su atti e delibere istruite ad arte da certi uffici dipartimentali, rivelatesi oggi come autentiche aberrazioni che rischiano di infliggere un colpo fatale alla credibilità delle Istituzioni regionali, alle strutture sanitarie che hanno fatto il proprio dovere e ai pazienti che hanno bisogno di assistenza.
La questione è semplice, per quanto alcuni tentino di complicarla. La soluzione per strutture e pazienti, per evitare un’annunciata catastrofe, è tutta in una scelta tra due strade: o è solo una mera questione burocratico-giuridica in cui la politica e il consiglio regionale non possono entrare oppure è il frutto di una mancata gestione delle istituzioni democratiche che da almeno 15 anni avrebbero dovuto fare scelte che ancora oggi non hanno fatto.
Noi abbiamo detto ai capigruppo che non abbiamo dubbi al riguardo, l’USC ha chiarito senza esitazioni: la crisi che le strutture e i pazienti stanno vivendo non è un labirinto burocratico impenetrabile dal Consiglio regionale, ma piuttosto il risultato di una lunga inerzia politica. È tempo che il Consiglio Regionale prenda una posizione decisiva per non destinare la risoluzione di questi problemi alle aule dei tribunali, dove le decisioni spesso si traducono in ulteriori danni per i cittadini. Ne va della credibilità della Regione, che valore avrebbero le firme di nuovi contratti se le regole non vengono rispettate?
La volontà espressa finora nei dialoghi non ha incontrato barriere ideologiche o pregiudizi, segno positivo che incoraggia ulteriori aperture e soluzioni concrete.
In aggiunta, l’USC sta pianificando di richiedere un incontro con il DG dell’ASP, Maraldo, per ulteriormente ribadire che le soluzioni ai problemi amministrativi devono essere trovate all’interno delle istituzioni democraticamente elette e non attraverso battaglie legali. È essenziale per l’USC chiarire questa posizione per tutelare gli interessi della collettività e garantire la trasparenza verso i pazienti e l’opinione pubblica.
L’USC continuerà a lavorare senza sosta per garantire che la gestione delle crisi si svolga in modo etico, morale e conforme alle aspettative dei cittadini e delle istituzioni.
Attendiamo domani la nuova audizione in Quarta Commissione da quanti – responsabili del sistema della sanità pubblica – sono stati convocati per fornire chiarimenti e spiegazioni.