Mercoledì 12 luglio 2023 dalle 10 alle 12 davanti alla Prefettura di Potenza è in programma la protesta dei poliziotti della Questura, della Polizia Stradale, del Commissariato di Melfi e degli altri Uffici di Polizia.
“Siamo senza risorse e senza organici, per il governo i nostri sacrifici valgono 24 euro lordi al mese, meno di mezzo caffè al giorno”.
Denunciamo il dramma di un comparto sicurezza sempre più abbandonato a se stesso: nessuna assunzione straordinaria di personale per compensare i pensionamenti, come dimostra la drammatica carenza di poliziotti della Questura, della Polizia Stradale, del Commissariato di Melfi e degli altri Uffici di Polizia.
Stipendi fermi al 2021 (per i dirigenti poi non è stato mai firmato il primo contratto dal 2017), nessuna attenzione per le condizioni di lavoro e il benessere organizzativo delle poliziotte e dei poliziotti, mentre di pari passi esplode il fenomeno suicidario 28 casi, ad oggi, tra tutto il personale in divisa solo dall’inizio dell’anno”.
Lo dichiara il segretario provinciale Francesco MOBILIO del sindacato di polizia Silp Cgil di Potenza.
“Attueremo un presidio e una mobilitazione davanti alla Prefettura – spiega il segretario provinciale del Silp Cgil -, si terranno contestualmente in tutta Italia analoghe iniziative perché la protesta è nazionale.
Proprio tramite chi rappresenta il governo sul territorio, cioè la Prefettura, intendiamo mandare un forte messaggio a Palazzo Chigi perché delle chiacchiere siamo stufi.
Effettueremo un volantinaggio per cercare di spiegare ai cittadini che i nostri problemi, la mancanza di risorse e di assunzioni, incidono direttamente sulla sicurezza delle persone e sul vivere quotidiano.
“Le assunzioni straordinarie promesse sono un miraggio – prosegue l’esponente del sindacato di polizia – e con una carenza di organico complessiva di 10.000 unità, grazie al combinato disposto con i pensionamenti che supereranno i nuovi arrivi, la Polizia di Stato avrà sempre meno operatori nei prossimi anni.
Un problema che riguarda anche i carabinieri e le altre forze dell’ordine.
A tutto questo aggiungiamo il contratto scaduto e gli straordinari non pagati, il tema delle pensioni e della previdenza complementare/dedicata che viene ignorato cosicché i poliziotti già oggi mal pagati saranno i nuovi poveri in quiescenza, la questione dell’organizzazione del lavoro e del benessere psicofisico che sono completamente ignorate da chi ha responsabilità politiche e di governo”.
“L’unica elemosina regalata ai poliziotti proprio da questo mese di luglio – conclude la nota del Silp Cgil – è un emolumento accessorio una tantum per il solo 2023, che dovrebbe compensare il mancato contratto.
Parliamo di 24 euro lordi mensili per un agente.
Neppure mezzo caffè al giorno. Con una inflazione che viaggia oltre l’8 per cento si tratta di una vergogna e di un’offesa per tutta la categoria.
Alle problematiche di carattere nazionale si aggiungono quelle locali.
La Questura di Potenza soffre da tempo l’assenza di un quadro dirigenziale completo, con la mancanza di almeno quattro dirigenti e del medico della Polizia. Una situazione che costringe i dirigenti presenti ad assumere doppi e tripli incarichi senza la previsione di maggiori riconoscimenti e, d’altro canto, con alterni risultati.
Tutte le articolazioni della Questura registrano un sovraccarico di lavoro sia nel campo investigativo sia nel settore burocratico.
Soltanto per fare alcuni esempi, basti pensare alle difficoltà e lungaggini che incontrano i cittadini per ottenere il “diritto” al Passaporto oppure al Porto d’Armi, se non all’esito di un ricorso amministrativo.
La sola collega preposta per “ l’Ufficio minori e vittime vulnerabili “, in pensione da oltre due mesi, non è stata ancora sostituita;
Le “Volanti” riescono con difficoltà e sacrificio personale ad assicurare il controllo del territorio pur non avendo da anni un capo ufficio nella la figura del dirigente che, incomprensibilmente, si preferì trasferire ad un ufficio burocratico senza prevederne la sostituzione, addossando ad un altro dirigente già a capo di un delicato ufficio investigativo, un doppio incarico.
La Squadra Mobile nell’arco di un anno ha perso almeno dieci poliziotti, riducendo al minimo storico l’organico, e la Digos è a ranghi ridotti da molti anni, con una grave ricaduta sulle potenzialità investigative, repressive e di prevenzione dei reati, oltre alla sofferenza dei colleghi che si sono visti moltiplicare i propri compiti; tra l’altro dovendo condividere spazi ristretti e luoghi lesivi per la dignità dei lavoratori.
Per di più, l’intero edificio che ospita la Questura di Potenza è vetusto, e soprattutto inadeguato a garantire la sicurezza sia dei poliziotti sia degli utenti, essendo privo delle caratteristiche antisismiche in un luogo ad altissimo rischio terremoti.
Un paradosso per un presidio di legalità che da anni non applica norme e le leggi volte a garantire l’incolumità di chi ci lavora e lo frequenta.
Migliori condizioni non vive la Polizia Stradale di Potenza, che dopo avere subito la chiusura del Compartimento Regionale, accorpandolo a quello campano, venduta dall’amministrazione come la soluzione per i problemi di organico, di fatto continuava ad avere gravi difficoltà ad assicurare la vigilanza sulle arterie stradali di competenza, nonostante più sempre spesso si ricorra all’impiego anche degli operatori dei distaccamenti di Moliterno e Melfi.
Soluzioni tampone che danno l’idea di una coperta troppo corta, tirata da un lato per scoprirne altri.
Pugni di uomini che impiegano più tempo e risorse per raggiungere le tratte stradali da vigilare che per espletare l’effettivo servizio, con l’ulteriore conseguenza di abbandonare i territori di competenza già scarsamente presidiati dalla Polizia di Stato.
Il Governo Nazionale ha recentemente elevato la Questura di Potenza da fascia “B“ a fascia “A“, riconoscendone evidentemente il ruolo centrale e di vitale presidio per un territorio di confine.
Pertanto, ora ci aspettiamo una conseguente azione di potenziamento degli organici e delle infrastrutture, per dimostrare la volontà di volere ridare slancio ed efficienza a tutte le articolazioni della Polizia di Stato sula territorio potentino, sia per garantire alle nostre comunità la tutela dei “ Diritti “, della “ Sicurezza ” delle “ Libertà “ della “Democrazia” sia per contrastare e scongiurare concretamente ogni possibile tentativo di infiltrazioni della “ criminalità organizzata “, della “criminalità dei Colletti Bianchi “ oppure dell’odiosa e lacerante criminalità diffusa che incide profondamente il tessuto sociale popolare.
Quella del 12 luglio rappresenta solo la prima tappa di un lungo percorso di mobilitazione se non registreremo una inversione di tendenza concreta nella gestione delle politiche di sicurezza di questo Paese.