Il tono eccessivamente entusiastico dell’assessore all’Agricoltura Braia sullo stato di attuazione del PSR non ha alcuna giustificazione perchè alla spesa non corrisponde la “resa” e tanto meno sono cambiate le cose sulla certezza dei tempi di erogazione degli aiuti comunitari. A pagarne le conseguenze sono sopratutto i piccoli agricoltori delle aree rurali. E’ quanto sostiene il Csail in una nota a firma del portavoce Filippo Massaro che aggiunge: intanto non si può cancellare con un colpo di spugna la vicenda dei ritardi nei pagamenti degli aiuti comunitari da parte dell’Ueca (ex Arbea) agli agricoltori della Val d’Agri e del Sauro (in alcuni casi risalgono all’anno 2000) che sono passati alle diffide. E come dimostra la multa dell’Ue (95,5 milioni di euro circa inflitta all’ex Arbea, in varie fasi, dal 2007 al 2010 e che sono stati sottratti direttamente al mondo agricolo lucano) che l’assessore Braia – è scritto nella nota – si è affrettato solo a tentare di ridimensionare nella quantità ma non ha potuto smentire, la situazione per le anemiche (senza royalties anch’esse sottrattte al mondo agricolo della Val d’Agri) casse regionali è pesante. Per non parlare delle vicende giudiziarie ancora in corso contro gli ex dirigenti Arbea non archiviabili. Come non può preoccupare l’ammissione che su 157,3 milioni di risorse pubbliche, i pagamenti complessivi già erogati sono pari a 34 milioni (il 38%). Non sappiamo di quale cambiamento in corso parli Braia perchè semplificazione, efficienza, trasparenza, cooperazione, coordinamento tra uffici sono ancora bei principi. Quanto all’adozione del sistema informativo Sia-Rb che dovrebbe consentire una maggiore rapidità di esecuzione delle istruttorie, la semplificazione amministrativa e l’interoperabilità con le banche dati degli atti utili a rendere le procedure corrette ed omogenee in maniera anche interconnessa anche con gli altri uffici regionali è ancora da venire.
L’indignazione degli agricoltori di Val d’Agri e Sauro è sempre più insopportabile e riguarda un sistema, quello che circonda l’agricoltura, in grado di passare al vaglio centimetro per centimetro tutti i terreni;basta pensare che per ogni dieci addetti al settore, almeno tre sono pronti, dietro la scrivania, a redigere documenti.
Questo è uno dei tanti motivi per cui molte domande di aiuto vengono liquidate con anni di ritardo mentre inspiegabilmente per altre si seguono percorsi più brevi e persino senza ricorso a continui collaudi. Molto spesso gli Enti si avvalgono di astuzie come quella di problemi telematici, assenza di documenti che, dopo consegnati vengono smarriti dalla P.A. stessa.
Il risultato: per incassare un mandato di pagamento per aiuti comunitari da noi passano anni. Una situazione scandalosa che- conclude Massaro – provoca danni gravissimi ad agricoltori ed economia locale e che alimenta il giro d’affari di usurai a cui tanti piccoli imprenditori agricoli sono costretti a rivolgersi come testimoniano dati recenti di crescita del fenomeno in Basilicata.
Dic 04