I dati sulle immatricolazioni all’Università degli Studi della Basilicata che leggo oggi sul Corriere della Sera sono impietosi per la classe dirigente della regione: rispetto all’anno accademico 2008/2009 le nuove matricole segnano -49,28% (la media nazionale supera di poco il -10%). E’ evidente che la fuga dei ragazzi dal nostro ateneo – nonostante i cospicui fondi delle royalties – va arginata con ogni mezzo a partire da programmi e progetti per la cultura come quelli a sostegno di Matera Capitale Europea della Cultura 2019, la partecipazione all’Expo 2015 legata al brand Matera, il rafforzamento dell’offerta di corsi di laurea e servizi agli studenti presso le sedi di Potenza e di Matera, il nuovo Programma FSE 2014-2020. Secondo il settimo Rapporto Federculture, nel 2012, i visitatori a musei, monumenti ed aree archeologiche della Basilicata sono stati 224.528; il 20,4% dei lucani visita musei e/o mostre; il 17,4% siti archeologici e monumenti; il 16,4% va a teatro e il 45,2% a cinema; il 25,4% assiste a concerti musicali. Di qui la necessità di valorizzare l’intera filiera turistica, riannodando tutti gli elementi, dalla formazione delle figure professionali essenziali, alla promozione dei siti e contenitori, alla realizzazione di imprese, per rafforzare l’offerta culturale. Uno strumento che offriamo all’attenzione delle forze culturali, politiche, sociali e del Governo è lo SBLOCCA-BENICULTURALI destinato ad avere un peso diretto sul futuro dei progetti per Matera (e non solo). Dopo i crolli di Pompei e di Volterra, e dopo i danni alle Mura Aureliane di Roma (ma anche in Basilicata non mancano casi di incuria e persino nei Sassi), punte visibili di un iceberg di cui tuttavia non conosciamo la reale estensione, pensiamo che non sia più possibile ragionare solo in termini di provvedimenti urgenti che, con l’istituzione dell’ennesima commissione o con lo stanziamento di pochi fondi limitati alle singole evenienze, tentino di porre un argine alla situazione di progressivo degrado in cui sembra ormai versare una parte consistente del nostro ineguagliabile patrimonio culturale ed archeologico. Noi di Italia dei Valori pensiamo invece che sia giunto il momento di un radicale cambiamento di rotta. Pensiamo che sia ormai necessaria ed urgente una riforma del Ministero per i Beni e le Attività Culturali che, intervenendo in maniera incisiva nella struttura stessa del dicastero, assegni con grande chiarezza compiti e funzioni, ed indichi nella modernizzazione del funzionamento degli uffici preposti e nella valorizzazione delle competenze e delle professionalità coinvolte la strada per restituire al nostro Paese la garanzia della Tutela e della Conservazione del nostro immenso ed inestimabile patrimonio. In altri termini, noi pensiamo che sia ormai necessario abbandonare la politica miope e riduttiva dei tagli lineari e degli interventi d’urgenza, e riprendere invece ad investire nuove risorse sulla salvaguardia dei nostri Beni, sulla filiera della Conoscenza e sulla crescita culturale dell’Italia, nella consapevolezza profonda che promuovere la Cultura significa innanzitutto promuovere la democrazia, l’etica sociale, la libertà e l’onesta politica ed intellettuale. Il punto centrale della nostra proposta, che andrà ad incidere nella struttura e nel funzionamento complessivo del Ministero, è la separazione dei compiti e delle funzioni fra le attuali Soprintendenze e l’istituendo Ispettorato dei Beni Culturali. Mentre le Soprintendenze continueranno ad assolvere ai compiti istituzionali loro assegnati di Tutela e Conservazione(restauro) dei Beni Culturali, sulla base della riconosciuta formazione accademico-scientifica, alle nuove figure degli Ispettori dei Beni Culturali andranno invece le mansioni relative a Controllo, Vigilanza, Ispezione, Gestione e Valorizzazione dei Beni e delle Attività Culturali, sulla base della specifica formazione tecnico-giuridico-legislativa loro assicurata dall’attuale corso di Laurea in Scienze dei Beni Culturali. Le Soprintendenze saranno così sollevate da compiti che non appaiono in grado di svolgere in maniera efficace, e la posizione “terza” dell’Ispettorato sarà invece posta a garanzia della maggiore trasparenza ed efficienza della gestione complessiva del comparto. Crediamo che questa proposta, unitamente alla rapida incentivazione delle procedure di informatizzazione e digitalizzazione del lavoro degli uffici competenti (in grado di assicurare minore burocrazia, minori costi e maggior rapidità di valutazione e di intervento), nonché alla valorizzazione delle nuove specifiche competenze e delle nuove professionalità, vada realmente nella direzione auspicata di un rilancio effettivo dei Beni Culturali italiani, della loro salvaguardia e della loro funzione di Bene Comune prezioso ed inestimabile.
Apr 12