Rago (Confagricoltura Basilicata): Che il Presidente Ferramosca mi dia del “veemente” non può che procurarmi enorme piacere. Di seguito la nota integrale.
Segnalo per dovere di chiarezza, anche se non sarei tenuto a farlo, che forse la mia veemenza ha riportato la Confagricoltura ad evidenziare questioni sindacali, nel recente passato non discusse e dibattute con la forza necessaria.
Tutto quanto prima esposto, per dichiarare che la Confagricoltura di Basilicata, all’ interno della quale operano numerosissimi imprenditori agricoli/zootecnici della nostra Regione, d’ ora innanzi, farà tutto quanto necessario per ristabilire un quadro di regole condivise per ogni settore all’ interno dei quali, operano le nostre imprese associate.
Per ulteriore chiarezza, segnalo che chi scrive, per cultura personale, tratto professionale e maturità sindacale, non si lascia “indurre” da nessuno.
Poco male comunque, comprendo che spesse volte si incorre in errore, facendo considerazioni, prendendo spunto da meccanismi comunicativi che probabilmente sono da ricondurre a strutture che forse il Presidente Ferramosca conosce meglio.
Ritornando al tema Associazione Allevatori, con il massimo della fermezza, dichiaro che la delegazione dei nostri dirigenti/imprenditori, non ce la facciamo indicare da nessuno, tantomeno da chi sta gestendo con criteri privatistici e discutibili, soldi garantiti dal sistema pubblico e che riguardano nella loro interezza anche le aziende della organizzazione che ho l’onore di presiedere.
L’ aver chiesto all’ assessore Braia, di presiedere una riunione sul tema, comprendente anche la gestione del Libro Genealogico, dovrebbe far comprendere al presidente Ferramosca, che lo spirito non è da “ guerriglia” , al contrario, vorremmo che chi mette a disposizione del sistema allevatori lucano, molti milioni Euro, venga messo a parte delle nostre considerazioni ; se l ‘ Associazione Allevatori fosse convinta di operare completamente nel giusto , francamente non riusciamo ad intravedere altri motivi rispetto al sottrarsi al confronto se non quelli di una struttura che ha paura di aprirsi e di immaginare meccanismi nuovi di tutela degli allevatori, che ricordiamo dovrebbero tornare ad essere, in quel contesto, artefici del loro destino.
Voglio comunque precisare che la responsabilità esclusiva della tenuta del Libro Genealogico è in capo a chi lo detiene il quale non può sottrarsi, a prescindere dalle Organizzazioni di Categoria, a nessun confronto con gli allevatori iscritti
In ultimo, anche per evitare di tediare chi legge su argomenti che pretenderemo con forza vengano dibattuti nelle sedi opportune, il riferimento alla difesa della dignità della struttura e del personale che in esso opera, lo abbiamo trovato, io ed i miei dirigenti assolutamente fuori luogo.