Rapporto Svimez, Vaccaro (Uil): “Reinventare una visione per il futuro della Basilicata”. Di seguito la nota integrale.
Il Rapporto Svimez non aggiunge nulla di nuovo alla “lettura” del mercato del lavoro e dell’economia lucana che abbiamo fatto solo qualche mese fa presentando il Rapporto del Cseel (Centro Studi Sociali e del Lavoro) Basilicata, anzi rafforza la nostra convinzione che c’è da reinventare una ‘visione per il futuro’ della Basilicata. Una visione fondata da un lato sul ‘fuori’ dell’economia regionale, le sue componenti, le leadership d’impresa, connessi con le tendenze del mercato globale; dall’altro, centrata sull’internalità dei processi di sviluppo, sospinti dalle istituzioni e dalla società locale, per massimizzare il potenziale di risorse della regione verso il sistema Paese. E’ il commento del segretario generale regionale della Uil lucana Carmine Vaccaro. Se non vogliamo cadere nel formalismo dobbiamo dare risposte alle emergenze che la Svimez ci ripropone. Su tutte la fuga delle migliori energie, le più qualificate, i laureati e giovani specializzati ai quali – aggiunge – non possiamo offrire suggestioni perché restino o ritornino dopo la laurea ma proposte concrete di occupazione di qualità e non precaria. Invocare la necessità di affermare la discontinuità – dice il segretario della Uil – per noi coincide con l’affermazione di una programmazione ‘vera’, dentro un sistema che metta in sicurezza l’ambiente rafforzi la piattaforma logistica agroindustriale e in pari tempo riunisca in un quadro sostenibile le risorse del petrolio e la vocazione delle aree interne. Un vero polo produttivo lucano ‘di mezzo’ fra i due distretti metropolitani campano e pugliese. Oggi questi temi – sottolinea Vaccaro – attengono anche all’autonomia differenziata, di cui si continua a discutere con toni del tutto inadeguati, ad eccezione dell’idea da perseguire di un coordinamento tra le regioni del sud proiettato in una visione euromediterranea, atteso che intanto devono essere ripresi i fondamentali di una pianificazione strategica e di un irrobustimento sostanziale degli apparati pubblici, modernizzando ed efficientando a partire dalle funzioni date. Notevoli e non appieno esercitate per una sorta di svalutazione o di un uso sviato e luciferino del potere locale, non orientato al servizio ed alla crescita del bene comune. Ecco dunque la necessità di un vero riordino della sanità regionale, di un rilancio dall’istruzione, della scuola e del sapere, allo sviluppo culturale della regione. Per ripristinare la formulazione di un vero Piano di sviluppo regionale a valenza strategica partecipato e condiviso da larghi strati della società lucana, convincendo gli attori locali e nazionali (Istituzioni, imprese e gruppi investitori, confederazioni nazionali) che la Basilicata può essere attrattiva e strategica per la crescita del Paese.Il disegno di un nuovo modello di sviluppo, tutto lucano e coerente con il patrimonio della regione – conclude Vaccaro – è quel che la società locale chiede con vigore crescente e che, al contrario fatica a trovare risposte.
Ago 03