Con una nota inviata al Presidente Bardi e all’Assessore alle Attività Produttive della Regione Basilicata la Cna ha chiesto una nuova sospensione delle rate scadute e per quelle ancora da scadere derivanti dai finanziamenti concessi da Sviluppo Basilicata a valere sulla misura Micro Credito gestito dalla società in house della Regione.
La ragione di tale richiesta, spiega Leo Montemurro, Presidente Cna risiede nel fatto che già nella scorsa primavera la Giunta regionale con la DGR 196/2020 tenuto conto della situazione determinatasi dallo scatenarsi della pandemia da Covid-19 – eravamo nel pieno della prima ondata – aveva concesso la sospensione di sei mesi del pagamento delle rate a partire dal 1 febbraio 2020 con scadenza non successiva al 31 dicembre 2020 e un corrispondente allungamento della durata dei piani di ammortamento relativi ai finanziamenti sospesi, misura molto apprezzata dai soggetti titolari della predetta misura gestita da Sviluppo Basilicata.
Ma la prosecuzione della pandemia con la seconda ondata al principio dell’inverno 2020 e la persistenza della pandemia ad oggi – siamo nel pieno della terza ondata – rendono materialmente impossibile per la stragrande maggioranza dei soggetti fruitori del microcredito negli anni passati onorare le rate dei prestiti in essere atteso che lo stallo economico, al netto di pochissimi settori, è sostanzialmente totale ( si pensi al settore del turismo a Matera ma anche nel resto della Regione ormai da un anno con ricavi azzerati al netto della breve parentesi estiva). Ragion per cui siamo a chiedere al Presidente Bardi e all’Assessore Cupparo di accogliere il grido di dolore che si leva anche da questi soggetti tra cui tantissime giovani imprese ,che è bene precisare hanno tutti assunto la veste imprenditoriale per usufruire dei prestiti previsti dal Micro Credito, rinnovando la misura della sospensione con effetto dal 1° gennaio 2021 e per almeno 8/10 mesi. Se non verrà varata subito tale misura c’è il rischio concreto che tante attività schiacciate dalla debitoria che nel frattempo si sta accumulando a causa delle rate insolute non possano più proseguire nella propria attività con un ulteriore nuovo depauperamento del già gracile tessuto imprenditoriale lucano.