“La cosiddetta fase due del reddito di cittadinanza richiede un monitoraggio attento, coordinato dall’Arlab, sul lavoro dei nostri otto Centri per l’Impiego e soprattutto una corretta ed uniforme attuazione degli strumenti e delle politiche attive previste per ora solo sulla ‘carta’, in primo luogo per l’erogazione della misura nazionale dell’assegno di ricollocazione, e l’attivazione dei meccanismi di condizionalità, quelli che devono scattare al momento della proposizione di offerte congrue di lavoro”.
È quanto sostiene l’assessore regionale alle Attività produttive, Lavoro e Formazione Francesco Cupparo per il quale “se le convocazioni (4.082) e i colloqui (3.908) dei beneficiari lucani del Rdc (in totale al primo ottobre la platea è di 8.046 persone) sono soddisfacenti, non altrettanto si può dire per la sottoscrizione (2.641) avvenuta sinora del Patto del lavoro prevista dal provvedimento nazionale”.
“Gli otto Cpi lucani nei quali sono in attività dal 9 settembre scorso 31 navigator (4 in Val Basento, 5 a Matera, 3 a Policoro, 2 a Lauria, 5 a Melfi, 7 a Potenza, 3 a Senise e 2 a Villa D’Agri), pur tra mille difficoltà di inadeguatezza di personale e strumenti, stanno seguendo l’iter previsto, ma – dice l’assessore – bisogna chiedersi perché l’accettazione del Patto del lavoro, indispensabile per l’avviamento al lavoro, viene rifiutata da circa 1.300 beneficiari lucani”.
Nel sottolineare che “la Commissione Lavoro e Istruzione della Conferenza delle Regioni, che nei giorni scorsi ha tenuto un confronto con il Ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, si sta occupando delle problematiche che sono comuni a tutte le Regioni”, Cupparo aggiunge che “è stata accolta dal Ministro la sollecitazione delle Regioni all’attivazione a breve di una ‘cabina di regia’ per affrontare oltre che con le Regioni anche con i Comuni alcuni aspetti relativi alle politiche sociali, alle ore di lavoro utili per alla collettività, ai rapporti con gli enti proprietari delle sedi dei Centri per l’impiego e alla relazione fra i CPI e gli uffici dei Comuni”.
“Ci sono adempimenti che il Governo deve realizzare per non scaricare tutte le criticità emerse in questa fase sulle Regioni e sulle Agenzie regionali del lavoro, a partire dagli strumenti da garantire ai centri per l’impiego fondati su regole e procedure condivise e su una uniformità di comportamento. Servono un atto interpretativo del Ministero del Lavoro sulle conseguenze per la mancata presentazione dei beneficiari del Reddito di cittadinanza alle convocazioni da parte dei Centri e un’attuazione uniforme sui territori delle disposizioni in materia di sanzioni. Il riconoscimento da parte del Ministro del protagonismo e del carattere propositivo dell’azione delle Regioni – conclude Cupparo – non deve limitarsi agli aspetti formali”.