Cgil Cisl e Uil di Basilicata esprimono preoccupazione per l’approssimarsi della scadenza del 30 giugno delle misure di Reddito Minimo di Inserimento e TIS. Riteniamo sia un errore immaginare che la misura del Reddito di Cittadinanza possa costituire un paracadute per tutti i beneficiari di RMI e TIS (circa 3000). Si tratta di platee diverse, nate da situazioni specifiche, e – seppure è lecito immaginare che una parte possa “riversarsi” nel RDC, ciò non è attuabile per l’intera platea.
Le questioni su cui riflettere sono due. La prima, che il reddito di cittadinanza mescola, in modo inappropriato, due questioni: la povertà e le disoccupazione, con la pretesa di gestirle entrambi con una misura unica. Sappiamo bene che ciò non è possibile. La povertà è una condizione determinata e caratterizzata da una “multidimensionalità”dei problemi che non è gestibile immaginare di risolvere con le soluzioni immaginate all’interno del RDC. Ciò significa che nella platea dei fruitori del RMI/TIS vanno “salvaguardate” le “situazioni più delicate”, lavorando per mantenerle all’interno della misura.
La seconda questione riguarda l’utilizzo delle risorse destinate al RMI. Questo nasce, lo ricordiamo, da un accordo sottoscritto nel 2014 tra l’allora Presidente della Giunta e CGIL CISL UIL di Basilicata, partendo dalla considerazione che fosse necessario affrontare la drammatica crisi economica e sociale che attraversava la Basilicata con misure specifiche e utilizzando le risorse sino ad allora per la cosiddetta “Carta Carburante”. Quest’ultima era finanziata con l’uso di parte delle royalties (il 3% da destinare a politiche di coesione sociale”). L’intento era quello di tramutare una misura erogata “a pioggia” in un provvedimento di redistribuzione come poi è avvenuto. Migliaia di nuclei familiari della Basilicata sono uscite da una condizione di disagio quando non anche di disperazione, grazie a quella che è stata una delle prime misure di reddito di inserimento varate in Italia a livello regionale.
Nel solo biennio 2013-2014 sono state fruite risorse per un totale di 142 milioni di euro. Si tratta di risorse che, a nostro avviso, non possono essere sprecate, come avvenuto in passato, bensì vanno utilizzate per distribuire i benefici sulle parti più deboli della nostra comunità.
Chiediamo, quindi, al Presidente Bardi di convocare al più presto un tavolo con le parti interessate per definire il prosieguo della misura e, nelle more, di prorogare i provvedimenti riguardanti TIS e RMI che scadono, lo ricordiamo, al 30 giugno, per non lasciare sprovvisti di sostegno al reddito migliaia di cittadini lucani e per dare continuità al progetto Reddito Minimo che ha rappresentato e rappresenta un’esperienza di importanza primaria per il nostro territorio, anche per ciò che attiene alle attività collegate di valorizzazione e cura del territorio.