Oggi tutti si riempiono la bocca di reddito minimo. Anche coloro che, solo pochi mesi fa sostenevano che “è una misura assistenziale”, che “viene prima il lavoro”, che “non si può fare” per chissà quale imprecisata motivazione. Facili populisti, culturalmente (e legittimamente) contrari, ma che non colgono appieno la drammaticità della crisi.
Sinistra Ecologia Libertà ha raccolto circa 8000 firme per due proposte di legge. L’ultima – depositata a ottobre 2014 – prevedeva la sperimentazione del reddito minimo garantito per la platea COPES e lavoratori in deroga. Quella proposta ha avuto il merito, evidentemente, di accelerare le decisioni di Giunta e Consiglio regionali. Nel giro di dieci mesi, infatti, è stato approvato il Reddito Minimo d’Inserimento. Lo abbiamo definito una sorta di ‘”mini job” perché potenzialmente presuppone sfruttamento del lavoro. Abbiamo detto che si poteva fare meglio: ad esempio proprio sperimentando il reddito minimo, quello vero… abbiamo detto comunque di fare presto.
Si tratta di una misura che riguarderà un numero limitato di persone. Non si facciano proclami, dunque. Non si alimentino illusorie aspettative. Si faccia presto, ma senza clientele e furberie.
Giovanni Barozzino, senatore SEL