La quarta Commissione consiliare (Politica sociale) riunitasi con la presidenza del consigliere Bradascio (Pp), ha rinviato il parere sulla delibera di Giunta n.202 del 24 febbraio 2015 concernente il “Programma per un reddito minimo di inserimento – ex articolo 15, comma 3, della legge regionale n.26/204 – Legge di Stabilità”.
Ha preso parte ai lavori dell’organismo consiliare, il dirigente generale del Dipartimento Presidenza della Giunta regionale, Vito Marsico, che ha illustrato i termini del provvedimento, ponendo subito in rilievo “il fatto che nell’ampio spettro di pubblica utilità che si vuole raggiungere, un ruolo di rilievo è quello destinato ai Comuni. Due sono le platee interessate: quella degli ex lavoratori in mobilità in deroga che ammontano a circa 1500 persone con la possibilità di giungere a circa 2000 unità in virtù del sopraggiunto Decreto Poletti, e la platea degli ex Copes, anch’essa riconducibile a circa 1800 – 2000 unità e che riguarda tra i 15.000 ed i 20.000 nuclei familiari. Da una stima ipotizzabile l’impegno economico dovrebbe essere pari a 40 milioni di euro per complessive 7.000 persone. La misura di sostegno prevista dovrebbe aggirarsi sui 450 euro mensili con una oscillazione tra i 350 ed i 550 euro in funzione del livello di reddito Isee”.
“La Regione Basilicata – ha precisato Marsico – con la legge regionale 26/2014, all’articolo 15, ha istituito un Fondo per far fronte alla crisi economica e sociale in atto, in particolare mediante il rafforzamento delle tutele sociali, nel contesto delle politiche attive finalizzate all’inserimento ed al reinserimento dei lavoratori, e nel promuovere misure di sostegno al reddito per i soggetti svantaggiati o molto svantaggiati. Il Programma – ha spiegato – offrire un sostegno economico ai soggetti maggiormente svantaggiati e, in particolare, ai soggetti fuoriusciti dalla platea degli ammortizzatori sociali, ai disoccupati di lunga durata, ai disoccupati e agli inoccupati che vivono in una situazione di grave deprivazione materiale per l’adesione alle attività di pubblica utilità ed alle iniziative di inserimento sociale e occupazionale. In particolare, il Programma, intende affrontare in maniera strutturata ed organica il problema della povertà e del disagio sociale attraverso un insieme di azioni diversificate, tarate sulle specifiche caratteristiche dei singoli target di riferimento; incentivare il sostegno e l’accesso a iniziative di inserimento sociale ed occupazionale per i soggetti più vulnerabili, a rischio di esclusione sociale, con l’obiettivo di migliorare il benessere di tutti i cittadini e promuovere l’interesse generale e la coesione sociale attraverso una società sostenibile e inclusiva e conseguire gli obiettivi dell’Unione europea”.
“Individuare – ha continuato Marsico – le attività di Pubblica Utilità da svolgere ed i soggetti pubblici o privati presso i quali effettuarle (Pubbliche amministrazioni, Enti pubblici economici, Società in house delle Pubbliche amministrazioni, Cooperative sociali e a scopo plurimo e loro consorzi). Stabilire i criteri di accesso al fondo e la misura e la durata del sostegno al reddito a fronte dello svolgimento di attività di unità sociale, nonchè le modalità di erogazione delle misure di sostegno. Ai fini del Programma – ha concluso Marsico – vengono definiti i Soggetti proponenti e i Soggetti attuatori, laddove i primi potranno anche svolgere il ruolo dei secondi, ma non viceversa, i Soggetti beneficiari”.
I Soggetti beneficiari devono essere in possesso dei requisiti relativi alla Categoria A e B previste dal Programma: il 18° anno di età e non aver superato il 65°, fuoriusciti dalla platea dei lavoratori in mobilità in deroga, con un indicatore della situazione economica equivalente (Isee) non superiore a 18.500 euro annui, con riferimento ai redditi percepiti dall’intero nucleo familiare. Per la Categoria B potranno presentare domanda di partecipazione al Programma i soggetti che abbiano gli stessi requisiti di età, siano residenti in un Comune della Basilicata da almeno 24 mesi antecedenti la data di pubblicazione dell’Avviso pubblico per la selezione dei beneficiari del Programma sul Bur, siano cittadini italiani emigrati all’estero per motivi di lavoro, già iscritti all’Aire ( Anagrafe degli Italiani all’Estero) presso uno dei Comuni della Basilicata e rientrati in regione, persone domiciliate da almeno 24 mesi antecedenti la data di pubblicazione sul Bur, in uno dei Comuni della regione, disoccupati e/o inoccupati da almeno 24 mesi, ovvero disoccupati o inoccupati da almeno 12 mesi e non in possesso di un diploma di scuola media superiore o professionale, aver superato i 50 anni di età, appartenere a un nucleo familiare monoreddito che non si trovino in nessuna delle seguenti condizioni: inabile al lavoro o pensionato, presentino un Isee non superiore a 9.000 euro annui con riferimento ai redditi percepiti dall’intero nucleo familiare. I requisiti suindicati, sia per la categoria A che per la categoria B, dovranno permanere per l’intera durata del Programma, la perdita di uno solo di essi comporta, dalla data in cui tale condizione dovesse verificarsi, la decadenza dai benefici e l’eventuale restituzione degli importi indebitamente percepiti. L’accesso ai benefici del Programma non comporta alcun vincolo per un presunto rapporto di lavoro a tempo indeterminato.
Intervenuti nel dibattito i consiglieri Pace, Rosa, Bradascio, Spada, che hanno tutti, essenzialmente, evidenziato le tante criticità da superare anche in virtù del momento di grave crisi, l’alterazione del mercato del lavoro, la necessità dell’impegno da parte del Governo centrale insieme con quello di tutte le altre istituzioni territoriali, l’effettiva disponibilità dei fondi di sponda per l’attuazione del Programma. In particolare, il consigliere Napoli ha denunciato “la mancanza di un’analisi dettagliata del mercato del lavoro e di una esaustiva azione di contesto che non sia di mera assistenza. Un confronto vero – ha rimarcato Napoli – per immaginare percorsi diversi con l’input dato dalla politica, evitando le pseudo politiche attive del lavoro che rendono il territorio sempre più povero. Indispensabile – ha concluso – il dialogo con i responsabili politici che, al di là della indubbia professionalità dei tecnici, sono coloro i quali devono stabilire gli indirizzi ed individuare le soluzioni sulla base di dati concreti e non estemporanei”.
Hanno preso parte ai lavori, oltre al presidente Luigi Bradascio (Pp), i consiglieri Giannino Romaniello e Aurelio Pace (Gm), Carmine Castelgrande, Mario Polese e Achille Spada (Pd), Michele Napoli (Pdl-Fi), Gianni Leggieri (M5s), Gianni Rosa (Lb-Fdi).