Sono 14 mila le firme raccolte nella provincia di Potenza dalla Camera del lavoro della Cgil per il referendum sul lavoro promosso dal sindacato. Il 19 luglio, una delegazione della Cgil, guidata dal segretario generale Maurizio Landini, ha consegnato in Corte di Cassazione le firme raccolte in tutto il territorio nazionale per i quattro quesiti referendari promossi dalla Confederazione per un lavoro tutelato, sicuro, dignitoso, stabile.
Una campagna referendaria partita il 25 aprile scorso con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle persone che per vivere devono lavorare. Il lavoro deve essere tutelato, in quanto diritto costituzionale. Deve essere sicuro, perché di lavoro si deve vivere e non morire. Deve essere dignitoso e perciò ben retribuito. Deve essere stabile, perché la precarietà è una perdita di libertà.
“Un ringraziamento particolare a tutte le Camere del lavoro e alle categorie che si sono spese sul territorio della provincia di Potenza per raccogliere le firme raggiungendo un numero di sottoscrizioni tra le maggiori a livello nazionale se si considera che siamo una piccola regione – afferma il segretario generale della Cgil di Potenza, Vincenzo Esposito – D’altronde in Basilicata e nella provincia di Potenza il tema della precarietà è molto sentito. Secondo i dati dell’Ires Cgil, rispetto al 2019 la Basilicata segna un più 3,5 per cento nell’occupazione, con settemila lavoratori in più ma con gravi squilibri settoriali per tipologia contrattuale e per età: i lavoratori giovani sono il 21,7 per cento del totale (in Italia il 23,3 per cento). Il 13,4 per cento delle nuove assunzioni nei primi nove mesi del 2023 è con contratto a tempo indeterminato; più della metà a tempo determinato e quasi un terzo con contratti stagionali, intermittenti, in somministrazione. Non sono solo numeri ma storie, spesso di giovani che poi lasciano la Basilicata per non farvi ritorno. Con il referendum noi abbiamo la possibilità di invertire questa tendenza e restituire dignità al lavoro. La campagna adesso continua con la sensibilizzazione di quante più persone possibili per poter raggiungere il quorum nel momento in cui si andrà a votare”. Esposito infine ricorda che “adesso comincia un’altra battaglia che è quella della raccolta firma contro la legge sull’autonomia differenziata che ci vede impegnati insieme ad associazioni e partiti politici. In provincia di Potenza si registrano 51 adesioni al comitato referendario provinciale”.