Regione Basilicata approva legge sull’infermiere di famiglia e comunità, soddisfazione OPI Matera. Di seguito la nota integrale inviata dal consiglio direttivo dell’OPI Matera.
Salutiamo con enorme soddisfazione l’approvazione della legge sull’infermiere di famiglia e comunità avvenuta nei giorni scorsi nel Consiglio regionale di Basilicata.
Si tratta di un grande passo avanti per il sistema sanitario e per l’utenza che permetterà tanto ai pazienti cronici quanto a quelli in fase acuta e post acuta di fruire delle cure non necessariamente praticabili in ospedale, in strutture quali ambulatori territoriali o case della salute e, soprattutto, presso il proprio domicilio.
Ne deriva un doppio vantaggio: l’innalzamento della qualità dei servizi sanitari per il diritto alla salute, soprattutto verso coloro che vivono in condizioni di fragilità, non autosufficienza e difficoltà economica, ma anche una riduzione degli accessi e delle degenze presso i nosocomi, con conseguente razionalizzazione della spesa.
Questa nuova legge, inoltre, è estremamente importante anche per le professioni infermieristiche del territorio. Non a caso, in passato, anche coi colleghi dell’Opi della provincia di Potenza, ci siamo ampiamente spesi perché la Regione Basilicata potesse acquisire maggiore consapevolezza sull’importanza della figura dell’infermiere di famiglia e comunità e l’approvazione bipartisan in Consiglio riteniamo che sia la dimostrazione che ciò è accaduto.
Ci preme, in tal senso, ringraziare il consigliere Giovanni Vizziello e il suo staff che hanno elaborato e proposto un emendamento al testo di legge, poi approvato, che ha conferito ulteriore solidità al nostro lavoro: nell’articolo 4, infatti, si è recepito che l’assunzione degli infermieri avvenga con contratto a tempo indeterminato e nella misura di 8 unità ogni 50 mila abitanti, il numero massimo possibile.
Ci auguriamo, ora, che con la stessa sensibilità mostrata per questo provvedimento, la Regione Basilicata si adoperi per l’attuazione della legge regionale n° 13 del 2010, che prevede l’istituzione del Servizio delle professioni sanitarie e del relativo osservatorio. Un tema su cui, siamo sicuri, oggi potrà aprirsi una nuova stagione di dialogo costruttivo e, soprattutto, proficuo.